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    IL “POLITICALLY CORRECT” SPAZZERÀ VIA IL FANTASTICO MONDO DELLE SHOWGIRL? - IL LIBRO DI RENATO TOMASINO, “C'ERA UNA VOLTA LA SHOWGIRL”, FA UN EXCURSUS STORICO SULL'ARTE DELLA SEDUZIONE DALLE BALLERINE EGIZIE CHE SI DIMENAVANO DAVANTI AI FARAONI FINO AD ABBE LANE CHE COL “CHA CHA CHA” PORTAVA SCOMPIGLIO NELLA NEONATA RAI TV FINO ALL'ESOTISMO AMBIGUO DI AMANDA LEAR E ALLE FORME INCONTROLLATE DI CARMEN RUSSO…


     
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    Francesco Mattana per "il Giornale"

     

    c'era una volta la showgirl renato tomasino c'era una volta la showgirl renato tomasino

    Dive maliarde o signorine della porta accanto, ragazze procaci o eteree silhouette, svampite per natura oppure per calcolo: le sfumature delle showgirl che hanno fatto la storia della televisione italiana sono ben più di cinquanta.

     

    Da quando il varietà è sparito dai palinsesti, giocoforza sono sparite le showgirl dal piccolo schermo e l'«assassinio» del genere varietà e delle sue vessillifere è stato perpetrato dall'ideologia politicamente corretta, il cui scopo è rimodellare il ruolo della donna nella società.

     

    Viene in soccorso, in questo frangente di iconoclastia, l'idea di Renato Tomasino, studioso e critico di lunga pezza, di pubblicare il volume C'era una volta la showgirl. L'arte della seduzione nelle immagini di un archivio scomparso (Ed. Odoya, pagg. 688).

     

    abbe lane abbe lane

    Si parte con un excursus storico, dal momento che le radici delle showgirl televisive affondano nella notte dei tempi: le ballerine egizie dimenantisi al cospetto dei faraoni e le fanciulle che in età minoica volteggiavano attorno al toro totemico erano antenate delle soubrette moderne. Dopo avere squadernato il percorso plurimillenario della donna nello spettacolo, l'autore ci conduce nel «Paese dei balocchi» delle vedette a noi più coeve.

     

    Ecco Abbe Lane che col «cha cha cha» portava scompiglio nella neonata Rai Tv e il professionismo di Delia Scala; il fare scombiccherato di Isabella Biagini e le sofisticatezze di Milva; i ruggiti da tigre di Mina (foto) e la popolarità immensa di Raffaella Carrà; l'esotismo ambiguo di Amanda Lear e le forme incontrollate di Carmen Russo; il privato che diventa pubblico di Lory Del Santo e il «mâitre-à-penserismo» di Alba Parietti.

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    La categoria showgirl è così onnicomprensiva che può includere sia stelline dalla luminosità effimera sia stelle la cui luce ha rifulso nel cinema, quali Sophia Loren e Mariangela Melato, Sabrina Ferilli e Maria Grazia Cucinotta: tutte loro hanno avuto parentesi soubrettistiche e in questo modo hanno valorizzato ulteriormente il proprio curriculum, essendo quella della showgirl una nobile arte. Il «falò delle vanità» del pensiero unico dunque, in virtù del fatto che di arte nobile stiamo parlando, non potrà mai estinguerne il mito.

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