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    L’ITALIA DELLA MALAGIUSTIZIA – IL POLIZIOTTO FRANCO BERNARDINI NEL 1997 VENNE ARRESTATO E RINCHIUSO NEL CARCERE DI REGINA COELI DURANTE UN’OPERAZIONE CONTRO UNA BANDA SPECIALIZZATA NEL FAVORIRE L’INGRESSO DI CLANDESTINI IN ITALIA. AD ACCUSARLO ERA STATO UN ALTRO INDAGATO, CHE AVEVA DECISO DI COLLABORARE CON GLI INQUIRENTI. PECCATO CHE L’UOMO FOSSE SUO RIVALE IN AMORE - SOLTANTO 7 ANNI DOPO L’ARRESTO È ARRIVATA L’ASSOLUZIONE…


     
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    L.D.P. per “La Verità”

     

    la legge e' uguale per tutti la legge e' uguale per tutti

    Un poliziotto innocente finisce in carcere a causa di un rivale in amore. I fatti risalgono al 1997: Franco Bernardini aveva 38 anni ed era sovrintendente di polizia al commissariato Appio nella capitale. Il 1° marzo riceve un'ordinanza di custodia cautelare e viene rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Quel giorno era in corso una maxi operazione volta a smantellare una presunta banda specializzata nel favorire l'ingresso di clandestini in Italia, ma presunta responsabile anche di diversi altri reati: corruzione, concussione, peculato, falso, uso di sigilli contraffatti.

     

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    Gli agenti della questura effettuano decine di arresti e tra questi ci sono alcuni poliziotti. Uno di loro è Bernardini. Pur non avendo nulla a che fare con le accuse, l'agente passa più di un mese in carcere e 35 giorni agli arresti domiciliari. Lo incastrerebbero le dichiarazioni di due cittadini stranieri, ma soprattutto quelle di un co-indagato che aveva deciso di collaborare con gli inquirenti. Nel processo di primo grado, il difensore di Bernardini, l'avvocato Riccardo Radi, costringe il tribunale a riascoltare l'accusatore.

     

    «In sede di controinterrogatorio», ricorda il penalista, «sono riuscito a far emergere le mille imprecisioni nelle sue dichiarazioni e il fatto che avesse del malanimo nei confronti del Bernardini per la gelosia relativa a una donna. Non vi era nessun riscontro oggettivo in relazione a dazioni di denaro ricevute dallo stesso Bernardini».

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    Devono passare però 7 anni dall'arresto perché, il 5 febbraio 2004, la quarta sezione penale del tribunale di Roma assolva il poliziotto da tutti i capi di imputazione, con la formula più ampia: perché il fatto non sussiste. Il 6 giugno 2006 l'avvocato Radi presenta un'istanza di riparazione per ingiusta detenzione. Solo il 12 giugno 2008 la Corte d'appello di Roma accoglie la domanda di indennizzo per i giorni trascorsi in prigione e ai domiciliari: 13.750 euro. Oggi Franco Bernardini non è più un poliziotto: la vicenda lo ha profondamente colpito e ha chiesto il pensionamento anticipato. La sua vita privata è stata distrutta e si è separato dalla moglie.

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