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    IL GALLETTO NON E' FESSO E SFANCULA IL BISCIONE - BOLLORE’ NON SI ACCOLLA I MILIONI DI DEBITI DI PREMIUM SENZA AVERE IN CAMBIO UN ACCORDO CON BERLUSCONI PER PRENDERSI, DOMANI, TUTTA MEDIASET - FACILE IMMAGINARSI COME QUEL GENIO DEGLI AFFARI DI PIERSILVIO NON VOGLIA FINIRE PENSIONATO A 50 ANNI


     
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    Giovanni Pons per “la Repubblica”

     

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    «Non commento i rumors ma posso confermare che non siamo venditori di Premium poiché la consideriamo parte del nostro core business», ha detto il direttore finanziario di Mediaset e presidente di Premium Marco Giordani. Dunque qualcosa è andato storto sull’asse Cologno Monzese-Parigi visto che da settimane ormai erano in corso colloqui con la Vivendi di Vincent Bollorè per cercare di portare Premium nel grembo dei francesi.

     

    Probabilmente è successo che Bolloré era disposto ad accollarsi le perdite di Premium soltanto se contemporaneamente ci fosse stato un accordo per cui nell’arco di qualche anno tutta Mediaset sarebbe finita nell’orbita del colosso d’Oltralpe. Ma su questo punto la frenata è arrivata direttamente da Silvio Berlusconi, che ha confermato i colloqui tra i due gruppi ma per il momento limitatamente allo scambio di contenuti media.

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    Forse, prima di prendere una decisione così importante, vuol vedere come andrà a finire la partita per la vendita delle torri di Telecom, anche questa nelle mani dei francesi di Vivendi presenti in forze nel cda della società telefonica. Se vincerà Ei Towers, controllata da Mediaset, il valore complessivo del gruppo si incrementerà e uno scambio azionario diventerà più conveniente.

     

    Intanto però il gruppo del Biscione deve fare i conti con un buon andamento della raccolta pubblicitaria sia in Italia sia in Spagna, ma con numeri che non tornano proprio nella pay tv. Nel corso del 2015, infatti, i ricavi di Premium sono aumentati solo di 20 milioni, da 538,4 milioni a 558,8 milioni, con gli abbonati che sono cresciuti di circa 200 mila unità, fino a 2,01 milioni.

     

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    Il problema è che a fronte di questo limitato incremento di ricavi e clienti i maggiori costi da imputare all’esercizio sono pari a circa 330 milioni, per l’acquisto dei diritti tv sia della Champions sia per la serie A. Dunque lo sbilancio è molto pesante e anche se si verificassero le ottimistiche previsioni indicate ieri da Giordani, 700 milioni di ricavi nel 2016, il deficit sarebbe comunque consistente.

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    Dunque Premium si sta rivelando una pesante zavorra per Mediaset e ciò è confermato dal risicato utile, 4 milioni, con cui la società guidata da Pier Silvio Berlusconi ha chiuso l’esercizio 2015. I segnali positivi vengono invece dalla televisione in chiaro in Italia e Spagna, con ricavi da pubbliBenecità che hanno segnato un più 1% nel primo paese e un più 5% nel secondo. Buon andamento che segue quello degli ascolti, con i canali Mediaset che si attestano al 36,2% in prima serata e leader assoluti sul target commerciale 15-64 anni.

     

    In Spagna Telecinco è stata la rete più vista nel totale giornata (14,8%) e in prima serata (15,2%). Tutto ciò ha permesso di portare i ricavi complessivi di Mediaset nel 2015 a 3,524 miliardi, con un risultato operativo di 231,4 milioni, un utile di 4 e una proposta di dividendo invariata rispetto al 2014 che assegnerà agli azionisti 22,7 milioni.

     

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