L. Ram. per ''Il Messaggero''
SNOWY 2 AUSTRALIA SALINI IMPREGILO
La firma di un super contratto da 3,2 miliardi di euro per realizzare il più grande progetto per produrre energia verde in Australia ha ieri messo il turbo al titolo di Salini Impregilo. La Borsa vede infatti più vicina la definizione dell' operazione su Astaldi e, di conseguenza, la nascita di un campione nazionale delle infrastrutture con la partecipazione della Cassa depositi e prestiti. Gli acquisti si sono riversati fin dai primi minuti sul titolo in Borsa, che ha chiuso in rialzo del 9,7% a 2,31 euro, mentre Astaldi ha guadagnato il 3,6% a 0,74 euro.
Quanto al super contratto, si tratta del più grande progetto mai realizzato in Australia nel settore idroelettrico: 5,1 miliardi dollari australiani (pari a 3,228 miliardi di euro) per la realizzazione dei lavori di ingegneria civile e elettromeccanica di Snowy 2.0. Salini Impregilo è la capogruppo della joint-venture Future Generation, con una quota maggioritaria combinata del 65%, pari a 3,315 dollari australiani (2,1 miliardi di euro), raggiunta con la controllata statunitense Lane (10%).
SNOWY 2 AUSTRALIA SALINI IMPREGILO
La quota rimanente del 35% è in capo all' australiana Clough. Snowy 2.0 prevede la realizzazione di una ulteriore rete di impianti idroelettrici nell' ambito del Snowy Mountains Hydro-electric Scheme, a supporto del piano di sviluppo per le energie rinnovabili su cui il paese sta investendo.
L' OBIETTIVO
«Attraverso questo grande progetto - ha dichiarato l' ad di Salini Impregilo, Pietro Salini - il gruppo estende le sue attività in Australia anche al settore acqua, supportando il Paese nel suo piano di incremento della produzione di energia pulita e mettendo a disposizione un know-how acquisito con centinaia di opere realizzate nel mondo». Grazie alla super commessa nel continente down under, gli ordini acquisiti dalla società nel primo trimestre ha toccato 3,9 miliardi di euro.
PIETRO SALINI IMPREGILO
Kepler Cheuvreux vede il portafogli di Salini Impregilo nell' anno in linea con quello passato, attorno a 6 miliardi, ma «il risultato degli sforzi di consolidamento in Italia potrebbe cambiare il quadro». Continuano infatti i colloqui tra Salini, banche creditrici di Astaldi e Cassa depositi e prestiti. Nessun impegno però è stato ancora preso, mentre solo pochi giorni fa Salini ha chiesto una proroga al 20 maggio per presentare il piano definitivo per salvare Astaldi, visto che tra le condizioni sospensive dell' offerta c' era appunto la definizione di un accordo con i creditori.
La messa in sicurezza di Astaldi sarebbe solo il primo passo del cosiddetto Progetto Italia, il piano di consolidamento le costruzioni italiane che, con la scesa in campo della cassa depositi e prestiti, modifica profondamente la mission della finanziaria di Stato che entra di prepotenza in un progetto che coinvolge un intero settore industriale. Ieri Giuseppe Guzzetti, ancora per qualche giorno presidente dell' Acri (l' associazione delle fondazioni bancarie, azioniste con quasi il 16% di Cdp), ha rinnovato il suo gradimento un progetto che potrebbe dare vita al vero campione nazionale nelle infrastrutture.
GIUSEPPE GUZZETTI astaldi costruzioni