MAITLAND WARD - VIDEO:
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porno coronavirus new york city
Barbara Costa per Dagospia
“Tu sei il tuo amante più sicuro. Prima di masturbarti, lavati le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e fai lo stesso con i sex-toys che vuoi utilizzare, prima e dopo”. Il dipartimento della salute di New York City ha pubblicato due pagine di linee guida per il sesso sicuro in tempo di coronavirus. Bravi, e però va detto che i giocattoli del sesso vanno lavati e disinfettati sempre, anche senza allarme coronavirus (tanti li puoi mettere pure in lavastoviglie).
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A proposito di masturbazione: vanifico una grande fesseria che gira in rete, cioè che farsi le s*ghe allontani il coronavirus (nemmeno bere intrugli a base di sperma o squirting serve a qualcosa, se non a soddisfare tali feticismi). Niente di più falso – ripeto: masturbarsi non è un antidoto al coronavirus – e però masturbarsi fa bene, benissimo: chi si masturba sta meglio col suo corpo e con la sua mente rispetto a chi non lo fa, e che ognuno lo faccia secondo modi, criteri, frequenza a lui più idonei.
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Il dipartimento della salute di New York City non si ferma alla masturbazione, e dice che se non ci sono prove che il coronavirus contagi tramite sperma e/o secrezioni vaginali, è sicuro che si trasmette con saliva e muco: no ai baci! In quarantena, fate sesso ma di coppia, e in doggy-style, e guai a voi se fate il rimming! I giochi di lingua nell’ano sono attraentissimi ma in questa fase pericolosissimi, perché il coronavirus sta nelle feci, e se tu fai rimming a uno/a non analmente pulito… rischi di prendertelo! Queste linee guida sono molto coscienziose: ammoniscono di “far sesso col partner e non con sconosciuti”, con sconosciuti “va fatto virtuale”, e non scordare di “disinfettare la tastiera del tuo pc”, specie se ci sei "venuto" sopra!
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Poi: si raccomanda “di non fare sesso con un partner che non si sente bene, ha febbre, tossisce”, insomma, denota chiari segni da coronavirus. Ma va?! Signori, mancano le linee guida sessuali per chi convive a tre, e per i poliamorosi. Oggi gli unici che soffrono meno, o affatto, di questa astinenza, e non solo a New York, mi sa che sono gli asessuali.
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In California, le produzioni porno sono ferme, pare rimarranno tali a data da destinarsi, sicché i boss del porno corrono ai ripari. Aspettano sì i soldi promessi dal governo federale, ma intanto mettono da sé mano al portafogli. Da un fondo porno stanziato per l’emergenza pari a 30 mila dollari, si cercano donazioni interne: chi tra le pornostar ha soldi e/o riesce a guadagnare coi video in remoto, metta soldi per chi pornostar i soldi non li ha, o ne ha pochi perché tanto star non è. Questo fondo promette di pagare ogni mese spese mediche, affitto, e urgenze a attori e maestranze in difficoltà.
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È poco, è un inizio, una rete di sicurezza minima. Forse qualche soldo potrebbe venire da Maitland Ward, pornostar che ammette di essersi rotta le scatole del porno stop, e da casa sua si sta "impegnando" in produzioni di video per piattaforme online. Maitland prevede non la fine del porno girato sui set, ma un mutamento notevole post coronavirus: “Quando hai il tuo corpo, e la tua voglia, su un altro corpo, e una luce decente, un’ottima connessione web, che altro ti serve…?”.
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Sarà, la verità è che tra i produttori porno c’è chi si mangia le mani, perché vede in questo periodo di isolamento possibilità sfumate di fare soldi. Si può rimproverarli di cinismo, certo, ma con tutti chiusi in casa, il traffico porno è aumentato esponenzialmente. C’è richiesta di nuovi video che non ci sono. Bisognava metterne da parte prima, stivarne e di più, e soprattutto di gang-bang, orge, peccaminose ammucchiate di sperma e fetish, chiudere in cassaforte ogni porno-diavoleria da rilasciare, poi, ai milioni di quaranternati affamati di porno, e con la mano pronta. Ci sono aziende come "Rock Candy", che produce sex-toys, che lancia promozioni, con prodotti scontati, kit per giochi masturbatori da soli o in coppia e, fino a esaurimento scorte, preservativi gratuiti in confezione da 4. Ma solo per clienti residenti negli Stati Uniti!
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A dar porno-dritte sensate ci si mette Stoya, ex stella porno, ora attrice a Broadway e producer: su "Slate" scrive che il porno se la caverà meglio degli altri, uscirà con meno danni da questo casino che gli (ci) è piombato addosso, per il semplice motivo che il porno di epidemie, seppur in piccolo, è avvezzo. Il porno è forse l’unico settore lavorativo "addestrato" a chiusure improvvise, e a quarantene, fatte ogni volta che ha scoperto casi di positività al suo interno.
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Pertanto gli attori sono meno stressati da questa situazione di incertezza che attanaglia tutti noi. Sono abituati a periodi di non lavoro, e a rimboccarsi le maniche (nel loro caso, alzare peni, aprire gambe, e orifizi vari) quando si ricomincerà. Dice Stoya: “Metti i soldi da parte, rilassati, e concentrati solo su quello che puoi controllare”. Già, sembra facile.
P.S. A dare un aiuto, fattivo, concreto, ci pensa Pornhub, che dona mascherine a medici, paramedici, infermieri, personale sanitario, e pompieri dello stato di New York.
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