matteo salvini
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Dovrà essere il “predellino” versione leghista. Il giorno del partito unico del centrodestra, chi ci starà salirà a bordo, gli altri resteranno a terra. Berlusconi avvertito. Matteo Salvini ha segnato la data in blu sul calendario: l’8 novembre non sarà solo il giorno in cui concluderà dal palco di Bologna la tre giorni anti-Renzi con cui sogna di «fermare l’Italia». Ma da quella stessa tribuna lancerà anche il listone della coalizione del futuro. La decisione l’ha presa in queste ore.
Perché è con l’Italicum (e il premio alla lista) che bisognerà fare i conti. Per il momento l’unica cosa certa è che il nome conterrà la parola Lega. Perché è il leader del Carroccio a dettare regole di ingaggio e condizioni dell’eventuale alleanza. «Sono disponibilissimo a ragionare con Berlusconi e Fi ma partendo dalle nostre proposte e senza marmellate » avvertiva già ieri da Radio Padania il lumbard in versione falco. «Se pensano che siamo un popolo di trogloditi li stupiremo», dice a muso duro al Cavaliere secondo il quale il ragazzo sarebbe bravino ma «a parlare alla pancia» degli italiani.
matteo salvini giorgia meloni
Dell’8 novembre Salvini parlerà oggi in una conferenza stampa convocata alla Camera, anche per lanciare l’appello all’adesione a tutte le forze che non si riconoscono nel governo Renzi. Il partito unico — del quale parlerà direttamente quel giorno, senza anticipazioni — consentirà di riprendere l’espansione a Sud, interrotta con le regionali. Poi, nella primavera 2016, l’intero pacchetto dovrà essere sottoposto al voto del congresso federale leghista.
matteo salvini SILVIO BERLUSCONI
Ecco perché sul nome si è aperto un dibattito tra i big di via Bellerio. Si fa un gran parlare di “Lega Italia” o “Lega degli italiani”, un brand costruito per sbarcare a Sud di Firenze e fino in Sicilia e soprattutto per catturare dirigenti ed elettori forzisti, in una ipotetica fusione Lega- Forza Italia. Ma sono già parecchi i mugugni leghisti. Nel mini sondaggi ai vertici del Carroccio il nome «Lega dei popoli» sbaraglia le alternative. Dettagli, pur non secondari.
Quel che conta per Salvini è partire, e alla svelta. Al di là dell’appello che lancerà oggi da Montecitorio — parlerà anche dell’«affronto» del mancato riconoscimento del visto dall’ambasciata nigeriana — del progetto listone unico parlerà a quattr’occhi con Silvio Berlusconi. Tra i due finora solo un’escalation di scintille, il faccia a faccia rinviato nelle ultime quattro settimane (se ne parla dai primi di settembre) sembra adesso probabile per giovedì a Roma, «ma non è ancora fissato » spiegano da entrambe le scuderie.
Paolo Romani Renato Brunetta Matteo Salvini Giovanni Toti foto Lapresse
Sarà anche perché non c’è lo straccio di un accordo ancora sulla candidatura a sindaco di Milano, mentre proprio da quell’intesa dovrebbe passare il rilancio della coalizione. Ma l’unico nome che avrebbe potuto conciliare tutte le parti in gioco, il giornalista Paolo Del Debbio, si è tirato fuori in maniera definitiva e categorica (il contratto Mediaset non può competere con l’indennità da sindaco di una grande città, troppi zeri di differenza).
SIMONE CROLLA.
Per motivi diversi, anche la strada che porta al capogruppo al Senato Paolo Romani è sbarrata. Allora la giostra ha cominciato a girare in maniera vorticosa: si fa il nome di Simone Crolla, ex parlamentare, ma anche quello di Claudio De Albertis, nuovo presidente dell’Associazione nazionale costruttori. Ma anche lì, la Lega che con Maroni amministra la Regione, vuole dire la sua, eccome.
CLAUDIO DE ALBERTIS
Berlusconi ieri sera ha riaperto la serie di cene di autofinanziamento, dopo il flop di questo 2015. E ha iniziato da casa, invitando a Villa Gernetto gli imprenditori brianzoli. Oggi resterà ad Arcore per festeggiare con la fidanzata Francesca e i figli i 79 anni. A Roma dovrà tornare senza alcuna voglia mercoledì, per cenare con deputati e senatori e provare a blindare una squadra in libera uscita.