Ernesto Ferrero per La Stampa
ERNESTO FERRERO 1
Chi volesse avere un'idea plastica di quale considerazione abbia la Rai, la nuova come la vecchia, per la letteratura, si può andare a vedere su RaiPlay la serata del Premio Strega condotta da Geppi Cucciari.
(...)
Ora va bene non prendersi mai troppo sul serio, ma da qui a scendere nell'avanspettacolo ce ne passa. Si comincia con un finto messaggio del Presidente Mattarella il quale annuncia ad autori, lettori ed editori che sono una razza praticamente estinta e degna al massimo di benevola commiserazione. Si prosegue facendo seguire ad ogni libro presentato (discretamente bene, bisogna dire) dei siparietti in cui dei tizi qualunque prelevati dalla strada sono invitati a dire la loro sulle copertine dei libri in gara, di cui ovviamente nulla sanno.
geppi cucciari premio strega
E qui entriamo nel regno dello strampalato, della scemenza surreale che non fa nemmeno ridere, della battuta che non sarebbe tollerabile nemmeno al Bar Sport. Che bisogno ce n'era? Per dire cosa? A chi ancora si interessa ai libri cadono le braccia, i non lettori sono su altri canali da un bel po'. E dire che di libri c'è ancora chi ne sa parlare con garbo e competenza anche in tv, senza annoiare nessuno. Penso a Corrado Augias, a Giorgio Zanchini, a Giovanna Zucconi.
Il format Cucciari è lo stesso dello scorso anno. Non resta che sperare che almeno non ce lo ripropongano tal quale il prossimo anno, nel nome di Tafazzi.
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