Estratto dell'articolo di Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
SANTALUCIA ANM
«Le ferite restano profonde, perché con una nota anonima, oggi rivendicata, si è accusata la magistratura di collusione sovversiva con una fazione politica. Ma colgo nelle parole della premier anche incoraggianti spunti di dialogo», dice Giuseppe Santalucia, presidente dell'Associazione nazionale magistrati.
La Anm si tranquillizzerà, come chiede la premier?
«Non ne vedo la necessità. Noi siamo tranquilli, abbiamo solo risposto ad accuse gravissime e infondate. Sulle riforme esprimiamo una ragionata contrarietà».
Anche denunciandone la natura ritorsiva?
«Veramente, è stato qualche esponente politico che, di fronte alla decisione della gip di Roma sul caso Delmastro, ha detto: "Allora separiamo le carriere". Noi ci siamo limitati a far notare l'incoerenza logica».
In che senso?
«La separazione delle carriere è sempre stata motivata con la necessità di rompere l'appiattimento del giudice sul pm.Perché riproporla proprio quando un giudice non si appiattisce sul pm?».
giorgia meloni carlo nordio
La premier definisce un'anomalia l'imputazione coatta, o coattiva come lei dice.
«Si dice coatta, non coattiva. Non ho statistiche. Per la mia esperienza le assicuro che non è frequente, ma nemmeno rara. E comunque per trent'anni di questo istituto non si è lamentato nessuno. Diventa un'anomalia solo oggi, perché si esercita su un esponente politico».
Ma è un istituto incoerente, come dice il ministro Nordio?
«Tutt'altro. Nel nostro sistema esiste l'obbligatorietà dell'azione penale. Ogni obbligo richiede un controllo su chi ne è titolare. In questo caso il giudice controlla il pm. Dov'è l'anomalia?».
Nel fatto che, come sostiene la premier, il giudice si sostituisce al pm che aveva chiesto l'archiviazione.
GIORGIA MELONI CARLO NORDIO
«Non è una sostituzione di ruolo, ma l'esercizio di un controllo tra ruoli diversi. Guardi, un obbligo senza controllo è impossibile. Quindi il pm o viene controllato dal giudice o dal potere politico. Questa è l'alternativa. Ecco perché siamo preoccupati».
(...)
Sul caso Santanchè si sono violate le regole?
«Non conosco gli atti, non spetta a me dirlo. Il governo lo ritiene? Ha gli strumenti per intervenire. Altrimenti, non può lanciare accuse generiche che minano la credibilità di un'intera istituzione».
Che lettura politica dà delle dichiarazioni della premier?
«Non ho la pretesa di interpretare il suo pensiero. Apprezzo che dica di non volere uno scontro con la magistratura e di voler fare le riforme non contro di noi, ma con il nostro contributo. È un passo avanti».
Perché?
GIUSEPPE SANTALUCIA
«Leggo il riconoscimento della legittimazione dell'Anm a intervenire nel dibattito pubblico, come interlocutore qualificato. Cosa che era stata negata».
Anche sulla separazione delle carriere?
«Sappiamo che è nel programma della maggioranza di governo. Ma abbiamo l'ambizione di portare nel dibattito argomenti contrari in grado di instillare qualche dubbio».
Le pare che la premier sia disposta ad ascoltarvi?
CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO
«Voglio valorizzare alcuni passaggi della conferenza stampa. Positivo che si riconosca alla sede giudiziaria l'accertamento nel merito. Purché si accetti che esiste solo un processo: le regole sono uguali per tutti, non cambiano per la veste politica dell'imputato».
Dunque apprezza?
«Cerco di guardare alle cose positive. Noi non abbiamo mai inteso aprire uno scontro».
(...)
Queste riforme possono creare un problema con l'Ue?
«L'ultimo rapporto dell'Ue sull'Italia, pubblicato qualche giorno fa, a proposito delle ventilate riforme ribadisce l'importanza di un pubblico ministero indipendente».
La premier sostiene che solo una minoranza della magistratura si sente «guardiana del male».
«Basta con questo tentativo di dividere i magistrati in buoni e cattivi. Tutta la magistratura non si sente investita di una missione eticizzante. Non siamo perfetti. Ma svolgiamo una funzione delicata, che può creare fastidio».
alfredo mantovano giorgia meloni
Che dice della rivendicazione della nota anonima di Palazzo Chigi?
«Quella nota gettava una cattiva luce sulla magistratura, accusandola di partigianeria politica che equivale a un tradimento della funzione costituzionale». Non su tutta, ma su una parte. «Un'accusa di sovversione, inaccettabile. Occorre riportare il dibattito sui binari della realtà».
Alcuni esponenti della maggioranza stilano periodicamente le liste dei magistrati "sgraditi" in quanto "politicizzati": Albamonte, Rossi, Spataro, De Lucia. Tutti di correnti progressiste.
«Ci sono occasioni, come dopo la nota anonima di Palazzo Chigi, in cui non si può tacere. E altri casi in cui tacere è la migliore risposta a certe accuse».
carlo nordio al quirinale nordio meloni