Da “La Stampa”
joachim nagel jens weidmann
Questa intervista di Martin Kessler a Joachim Nagel è stata pubblicata per la prima volta ieri 20 agosto sul Rheinischen Post. Traduzione a cura di Uski Audino
L'inflazione è al 7,5% in Germania (e al 9,8% in Europa, ndr). Cosa succederà ora? Per i cittadini l'inflazione è il tema centrale.
«Lo è anche per me. Per tutto il 2022, il tasso di inflazione nel calcolo armonizzato europeo in Germania supererà l'8%. Nei prossimi mesi avremo molti effetti straordinari: lo sconto sulla benzina e il biglietto a nove euro scadranno, il che dovrebbe far aumentare l'inflazione di un punto. L'imposta sul gas è in arrivo, e in cambio l'Iva sul gas verrà abbassata, il che a sua volta ridurrà i prezzi. In totale, è possibile un tasso di inflazione del 10% in autunno. In Germania tassi di inflazione a due cifre sono stati misurati l'ultima volta oltre 70 anni fa».
christine lagarde 2
È di nuovo una minaccia?
«Non escludiamo che il tasso di inflazione armonizzato sia a doppia cifra in alcuni mesi.
L'andamento dei prezzi dell'energia è difficile da prevedere».
Cosa succederà all'inflazione l'anno prossimo?
«Il problema non scomparirà nel 2023. È probabile che strozzature nell'approvvigionamento e tensioni geopolitiche continuino. Nella nostra proiezione di giugno, avevamo previsto un'inflazione del 4,5% nel 2023. Nel frattempo, la Russia ha ridotto drasticamente le forniture e i prezzi di gas naturale e elettricità sono aumentati più del previsto. È sempre più probabile che l'inflazione sia più alta di quanto previsto e che il prossimo anno avremo una media sopra il 6%».
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Che cosa succede all'economia tedesca se il Reno in secca causerà un aggravarsi delle strozzature nelle forniture o se il gas non dovesse più arrivare?
«A giugno abbiamo ipotizzato una crescita nel 2022 di poco inferiore al 2%. Ad oggi, è probabile sarà un po' meno. Nella prima metà dell'anno l'economia tedesca ha continuato ad andare abbastanza bene in condizioni difficili. Ma se si verificassero ulteriori problemi di approvvigionamento, magari a causa della scarsità d'acqua, le prospettive economiche nella seconda metà anno peggiorerebbero ancora. Se la crisi energetica si aggrava, sembra probabile una recessione il prossimo inverno».
La Bce ha dichiarato di voler portare l'inflazione vicino al 2% nel medio termine. Quando è il medio termine?
joachim nagel
«Le misure di politica monetaria non funzionano immediatamente. La velocità con cui funzionano dipende anche dalle rispettive condizioni economiche. Nella proiezione di giugno, il consiglio direttivo della Bce ha ipotizzato nel 2024 un tasso di inflazione nell'area euro di nuovo poco superiore al 2%. Ma le incertezze sono attualmente molto elevate. Per raggiungere il nostro obiettivo, il Consiglio ha inviato un chiaro segnale nella riunione del 21 luglio. Abbiamo alzato il tasso d'interesse di riferimento di mezzo punto e abbiamo mantenuto la prospettiva di ulteriori passi».
BERLUSCONI SALVINI MELONI
Non è troppo tardi? La Bce ha sottovalutato l'inflazione?
«La forza dell'aumento dell'inflazione ha sorpreso l'intero mondo degli esperti. Fino a metà 2021 abbiamo sovrastimato l'inflazione, poi l'abbiamo sottostimata. Ma in tempi così straordinari, anche le previsioni hanno un'estrema incertezza».
Ha paura di una spirale salari-prezzi?
«La prima cosa è chiedersi se c'è una spirale prezzi-salari. L'aumento dei prezzi è stato il fattore scatenante delle richieste di aumento di salario, non il contrario. Sarà fondamentale mantenere stabili le aspettative di inflazione a medio termine al 2%. Sono convinto che la Bce adotterà le necessarie misure per raggiungere l'obiettivo».
LO SCUDO ANTI SPREAD DELLA BCE
La Bce ha portato il tasso di deposito allo 0%. Cosa significa per i risparmiatori?
«Il tempo dei tassi d'interesse negativi è finito, molte banche hanno già cancellato le commissioni sui depositi. Le altre dovrebbero farlo entro l'anno».
La prossima decisione sui tassi di interesse della Bce è prevista l'8 settembre. Cosa dobbiamo aspettarci?
«Con tassi d'inflazione elevati, devono seguire altri passi sui tassi d'interesse. Anche questo è generalmente previsto. Ma non voglio mettere un numero in vetrina. Gli ultimi mesi hanno dimostrato che dobbiamo decidere la politica monetaria di riunione in riunione».
joachim nagel
Con il programma Tpi la Bce ha creato un nuovo strumento per proteggere i Paesi altamente indebitati da dinamiche di mercato disordinate. La banca centrale non premia così un comportamento di spesa impudente dei governi?
«Alt. Questo nuovo strumento non si propone di aiutare i singoli governi in difficoltà.
Lo strumento ha uno scopo di politica monetaria: può accadere che le misure di politica monetaria non abbiano più il giusto effetto sull'inflazione nell'area euro.
Questo succede se i mercati finanziari funzionano male e i tassi di interesse salgono in modo ingiustificato nei singoli Paesi. In una tale costellazione eccezionale, il Tpi può essere attivato come un rimedio. Abbiamo detto che avremmo attivato lo strumento solo a una serie di condizioni. Resta fuori discussione che i governi sono responsabili delle loro politiche fiscali e di bilancio. Quindi se queste politiche nazionali provocano aumenti di spread e di tassi d'interesse, questo non è un caso per il Tpi».
BCE
I criteri della Bce sono formulati in modo vago. Francoforte vuole tenersi una porta aperta per intervenire nel caso Paesi come Italia o Grecia si trovino in difficoltà per l'aumento dei tassi sui bond?
«Come nei casi precedenti, il Consiglio direttivo della Bce ha descritto lo strumento in linea di principio a luglio. In caso di attivazione, lo concretizzerà in vista del singolo caso. L'obiettivo è eliminare le interruzioni nella trasmissione della politica monetaria e non "salvare" singoli Paesi».
Questo potrebbe accadere se la situazione politica in Italia, per esempio, diventasse instabile dopo le elezioni anticipate.
«La situazione politica dei singoli Paesi è responsabilità dei governi. Il compito della Bce e delle banche centrali nazionali è la stabilità dei prezzi nell'area euro. Vogliamo evitare che le nostre misure di politica monetaria funzionino non correttamente a causa di reazioni ingiustificate del mercato. Questo è lo scopo di questo strumento. Farò in modo di attivarlo solo in caso di evidenti perturbazioni del mercato e a condizioni rigorose».
mario draghi bce
La Bce è pronta ad affrontare una nuova crisi dell'euro?
«L'area dell'euro è cresciuta con le crisi: ha imparato dal passato e ha creato strumenti per affrontare meglio il futuro. Oggi il mondo finanziario è sottoposto a una vigilanza più stretta».
Non c'è nessun caso problematico nell'Eurozona?
«La mia preoccupazione principale è l'inflazione nell'area dell'euro».
Quindi non vuole fare i nomi dei singoli Paesi?
«No. Siamo degli esortatori, inviamo segnali ai governi perché assumano le loro responsabilità e garantiscano bilanci adeguati. Dopo tutto, la politica economica e fiscale influenza il tasso di inflazione e la politica monetaria comune».