Alessandra Arachi per il "Corriere della Sera"
ostellari
Andrea Ostellari, presidente leghista della commissione Giustizia del Senato, si è presentato ieri con 170 audizioni per il ddl Zan. E in commissione si sono alzate le barricate di Pd, M5S e Leu, che, parlando di «ostruzionismo» e di una commissione «ostaggio del presidente (e relatore del ddl)» si sono detti pronti a portare il testo in Aula senza relatore, come successe per le unioni civili.
Ostellari ha replicato: «Secondo me chi ipotizza scorciatoie non dà un buon esempio di democrazia». È variegata, oltre che lunga, la lista delle audizioni targate Lega. Si va con disinvoltura da Platinette al presidente emerito della Consulta Cesare Mirabelli, da Stefano Zecchi al rabbino capo Riccardo Di Segni. Ci sono anche il segretario della Cei Stefano Russo e padre Simeone della Sacra arcidiocesi ortodossa.
PLATINETTE
La lista è lunga. «Ma io ho tagliato 55 audizioni e non è stato semplice», chiosa Ostellari che ha voluto anche Nino Spirlì, reggente della Calabria, e l'ex magistrato Carlo Nordio, con la giornalista Marina Terragni, il presidente del Family day Massimo Gandolfini e due rappresentanti dell'associazione ProVita e famiglia.
Poi Giuseppina Riggiola, impiegata, e Filippo Bianchi, imprenditore, il responsabile della Chiesa dei mormoni Alessandro Dini Ciacci e Arsla, saggista di origine armena. Ancora? Assuntina Morresi insegna chimica e fisica, Alessandra Iovino è dell'Azione cristiana perseguitati, Francesco Drudi della Chiesa Cristiana universale della nuova Gerusalemme insieme all'infettivologa Atzori, con Nicola Incampo che viene da Tricarico, ufficio scuola della diocesi.
ALESSANDRA MAIORINO
Ieri pomeriggio sono bastati i primi dieci minuti della commissione a far insorgere il Pd, il tempo che Ostellari ha depositato i nomi delle 170 persone da ascoltare, un numero che farebbe slittare il ddl, rischiando di affossarlo.
Nella scorsa seduta della commissione il pd Franco Mirabelli aveva chiesto un calendario delle audizioni che facesse finire la discussione generale per fine giugno e andare così in Aula i primi di luglio. «Oggi dobbiamo prendere atto che la commissione Giustizia è tenuta in ostaggio dal presidente Ostellari», ha commentato Mirabelli che, tuttavia, non ha voluto cogliere al balzo la proposta «sprint» di Alessandra Maiorino, dei Cinque Stelle.
ddl zan
La pentastellata era pronta a far avere subito alla presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, già ieri, le firme per attivare la proceduta d'urgenza e chiedere così di andare subito in aula senza relatore.
Istituita nel 2017 la procedura d'urgenza (articolo 77 del regolamento) non è mai stata attivata. Prevede che vengano presentate un decimo delle firme dei senatori.
«Io ho da un mese le firme pronte nel cassetto», ha detto la senatrice Maiorino, stoppata nel suo sprint anche dalla senatrice dem Monica Cirinnà: «Siamo disponibili a portare ddl in Aula nel momento in cui il pallottoliere ci darà certezza di una maggioranza». Ieri questa certezza è stata messa in dubbio da Giuseppe Cucca, di Italia viva: «Mi sembra presto per andare in Aula, aspettiamo di vedere cosa succede in commissione».
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