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    C’È POCA FED NEL FUTURO - IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE AMERICANA, JEROME POWELL, LANCIA L’ALLARME SULL’INFLAZIONE: STA DIVENTANDO STRUTTURALE E DURERÀ PIÙ DEL PREVISTO A CAUSA DEI PROBLEMI DELLA CATENA DI FORNITURA - I SOLDI DEL GOVERNO PER LA RIPRESA STANNO PER FINIRE E LA SEGRETARIA AL TESORO JANET YELLEN AVVERTE CHE SE IL CONGRESSO NON ALZERÀ IL TETTO DEL DEBITO, DAL 18 OTTOBRE NON SAPRÀ COME PAGARE I CONTI - IL RISCHIO SHUTDOWN


     
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    Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

     

    Una tempesta perfetta minaccia di allinearsi sull'orizzonte degli Stati Uniti. La Fed riconosce che l'aumento dell'inflazione sta diventando strutturale, perché i problemi della catena di fornitura alla sua origine non sono stati risolti. Nel frattempo due membri della banca centrale sono costretti a dimettersi, perché avevano investito sui titoli acquistati dalla loro istituzione per favorire la ripresa dopo il Covid.

     

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    Questi stimoli però stanno per finire, perché la crescita è tornata. Ma stanno per finire anche i soldi del governo, e la segretaria al Tesoro Yellen ha avvertito che se il Congresso non alzerà il tetto del debito, dal 18 ottobre non saprà più come pagare i conti, forzando lo stato a bloccare le sue attività non essenziali.

     

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    I repubblicani si rifiutano di farlo entro la scadenza di venerdì, costringendo i democratici ad agire da soli. I democratici però sono spaccati sui due pacchetti di spesa per le infrastrutture, che dovrebbero iniziare ad approvare domani, con il rischio di provocare uno stallo che minaccia di deragliare l'intera presidenza Biden. Risultato: Wall Street crolla, per la paura generata da tanta incertezza, e non solo.

     

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    Procedendo con ordine, ieri il presidente della Federal Reserve Powell è intervenuto al Congresso, dove ha ammesso che l'inflazione salita al 4% resterà alta più a lungo del previsto.

     

    Lui continua ad essere certo che il fenomeno sia transitorio e tornerà intorno al 2%, anche perché altrimenti sarebbe costretto ad alzare il costo del denaro. Però ha detto che i problemi della "supply chain" sono peggiorati, invece di migliorare, e quindi la questione sta diventando strutturale.

     

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    Se ne discuterà anche oggi a Pittsburgh, nella prima riunione del Trade and Technology Council, creato durante la visita di Biden a Bruxelles in giugno. Lo scopo politico generale è rilanciare le relazioni transatlantiche, ma quello economico immediato è favorire la ripresa globale attraverso lo sviluppo dei commerci e la tecnologia, cominciando proprio dagli interventi necessari a togliere i tappi che ostruiscono la catena di fornitura, come quello della carenza di semiconduttori.

     

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    Tutto questo ieri ha avuto un impatto negativo su Wall Street, dove l'indice Dow Jones è arrivato a perdere oltre 500 punti, mentre salgono i titoli di stato e il dollaro. Perché gli operatori temono che la tendenza economica riconosciuta da Powell, sommata alla previsione che da novembre la Fed comincerà il "tapering" degli stimoli garantiti finora acquistando 120 miliardi di bond al mese, finirà per penalizzare la borsa.

     

    Se ciò non bastasse, il primo ottobre il governo finirà i soldi, perché scadrà la sua autorità di contrarre debito. Yellen ha avvertito che se il Congresso non la rinnoverà, a partire dal 18 ottobre esaurirà le riserve, con la conseguenza dello "shutdown", ossia il blocco delle attività statali non indispensabili.

     

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    La responsabilità vorrebbe che il Parlamento risparmiasse al paese questa crisi, ma i repubblicani non sono disposti a collaborare perché fiutano la possibilità di azzoppare Biden.

     

    In questi stessi giorni, infatti, i democratici sono presi dal pacchetto da 1,2 trilioni di dollari per ricostruire le infrastrutture fisiche, e quello da 3,5 trilioni per riformare lo stato sociale. I moderati sono favorevoli al primo ma scettici sul secondo, mentre i progressisti minacciano di non votare per il primo, se insieme non si sbloccherà pure il secondo.

     

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    Proprio ieri la Speaker Pelosi ha infranto la sua promessa, decidendo di votare domani il trilione per le infrastrutture, senza garanzia di procedere poi con i 3,5 trilioni. Il rischio è quello di provocare una tempesta perfetta, dove sullo sfondo dell'inflazione e la crescita indebolita dal Covid, saltano entrambi i pacchetti di spesa voluti da Biden, e si ferma lo stato per lo shutdown.

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