F.Mos. per “la Stampa”
claudio lotito foto mezzelani gmt062
«Berlusconi? No, non ho ancora parlato con lui. Ma per la verità non ho ancora parlato con nessuno. Se potrò essere utile mi candiderò, sennò no». Claudio Lotito solo a sentire la parola elezioni fa come gli struzzi e infila la testa sotto la sabbia. Soprattutto in queste ore delicatissime in cui i vertici del centrodestra stanno sistemando le ultime caselle in vista della presentazione delle liste. In realtà il telefono del presidente della Lazio è bollente, e non solo perché il progetto di rifare lo stadio Flaminio, suo vecchio pallino, è tornato d'attualità.
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Anche il sogno della politica, sfumato per un soffio nel 2018 (quando corse per Forza Italia in Senato) e inseguito fino a pochi mesi fa a colpi di ricorsi davanti alla giunta delle elezioni di Palazzo Madama, sembra di nuovo possibile. Nelle ultime settimane si è detto di tutto: che stava trattando con la Lega, che sarebbe stato in lista per l'Udc di Lorenzo Cesa, che ci sarebbe stata una staffetta «calcistica» tutta interna a Forza Italia fra lui e il suo grande amico Adriano Galliani, che ha deciso di non ricandidarsi.
E poi ancora che il partito del Cavaliere gli avrebbe proposto il secondo posto nel listino proporzionale Lazio 2, dietro al coordinatore nazionale Antonio Tajani, oppure un seggio praticamente certo all'uninominale in Molise. L'ufficio stampa della S.S. Lazio ha pure rilasciato una nota per smentire, minacciando querele, che sul piatto ci fosse l'ipotesi di uno scambio fra un seggio per il presidente Lotito e il trasferimento del difensore Francesco Acerbi al Monza.
CLAUDIO LOTITO
«Se mi candidano valuterò se accettare o meno» taglia corto lui, quasi con un pizzico di altezzosità. Poi, però, corregge il tiro: «Non voglio nascondere niente, è tutto ancora da vedere: una volta mi mettono da una parte, una volta dall'altra. Sto aspettando di capire se in questi giorni si accorderanno, tanto ormai al 21 manca pochissimo. Se mi chiameranno valuterò se accettare o meno».