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    I GRANDI IMPRENDITORI ITALIANI - IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, VINCENZO BOCCIA, VA IN TRIBUNALE PER SALVARE L'AZIENDA - LA SUA IMPRESA GRAFICA, CHE REGISTRA RICAVI IN CALO E DEBITO ALLE STELLE, HA DEPOSITATO UNA PROCEDURA SIMILE AL CONCORDATO CHE PERMETTE DI CONGELARE LE PASSIVITÀ CON BANCHE E FORNITORI E AVVIARE UN RILANCIO SENZA DICHIARARE IL CRAC - E ORA ANNUNCIA IMPORTANTI INVESTIMENTI…


     
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    Claudio Antonelli per “la Verità”

     

    vincenzo boccia presentazione calendario pirelli 2020 a verona vincenzo boccia presentazione calendario pirelli 2020 a verona

    Il 23 gennaio il consiglio generale di Confindustria nominerà i saggi per la successione di Vincenzo Boccia. Ma lui, imprenditore salernitano e attuale presidente, sarà impegnato a gestire la rinegoziazione dei debiti secondo il piano presentato al tribunale fallimentare. Arti grafiche Boccia ha infatti depositato una procedura simile al concordato che permette di congelare con banche e fornitori la situazione debitoria e avviare un rilancio senza dover dichiarare l' insolvenza e quindi finire nel registro dei fallimenti. Nel frattempo è già stato messo sul piatto «un aumento di capitale da 1,3 milioni di euro con annessa ristrutturazione del debito», si legge in una nota dell' azienda.

     

    vincenzo boccia filippo tortoriello (3) vincenzo boccia filippo tortoriello (3)

    «Quest' ultima in particolare è la conseguenza di una riduzione di fatturato a seguito della congiuntura internazionale, e degli Npl (non performing loans, i crediti inesigibili, ndr) dovuti ad alcuni clienti storici che hanno concluso la loro attività per motivi di assenze di passaggio generazionale. Al fine di non far subire ad altre imprese fornitori dell' azienda quanto è stato subito dagli effetti degli Npl, è stata scelta la procedura definita 182 bis che consente a tutti i creditori di ricevere in trasparenza la totalità dei loro crediti nell' ambito di un piano temporale definito». Parlando di sé stessa l' azienda usa termini estremamente positivi.

     

    VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA

    Cosa comprensibile. Tradotto però in parole semplici, il gruppo di Boccia non era più in grado finanziariamente di fare fronte ai propri debiti e solo grazie alle nuove normative può permettersi di ripartire senza far crac. Anni fa avrebbe dovuto abbassare la clèr e dichiarare l' insolvenza. Con tutto ciò che ne deriva. Adesso sempre l' azienda fa sapere di avere in cantiere grandi progetti di rilancio, 10 milioni di investimenti grazie a una grande commessa in arrivo da un cliente della grande distribuzione. Auguriamo ai lavoratori di arti grafiche che tutto vada per il meglio.

     

    Il capo di Confindustria immagina anche di lanciare un laboratorio sperimentale dedicato ad artisti per realizzare opere d' arte con gli scarti di produzione della carta.

    Roba iper innovativa modello San Francisco fatto atterrare a Salerno. Certo al di fuori dei salotti romani una tale procedura non suona tanto bene.

     

    luigi abete vincenzo boccia luigi abete vincenzo boccia

    La gente di strada probabilmente legge la situazione in modo diverso. Il presidente di Confindustria, lo stesso che ha visto la débâcle del Sole 24 Ore non è riuscito a pagare i debiti. Non è proprio il massimo come biglietto da visita per chi è incaricato a guidare gli imprenditori italiani. Tanto più che la situazione non è una rogna recente. Non si può nemmeno dire che distratto dalla politica o dalla rappresentanza abbia messo in secondo piano l' azienda ereditata dal padre Orazio.

     

    La Verità aveva già avuto modo di occuparsi dei bilanci di Arti grafiche. Nel 2016 analizzammo i dati del 2014, due anni prima che si insediasse in Viale dell' Astronomia. Ricavi in calo e debito alle stelle, già allora. Disponibilità liquide in crollo anche per colpa di clienti cattivi pagatori. Nel 2014 i ricavi erano circa 39 milioni a fronte di debiti verso gli istituti di credito per 24 e leasing sui macchinari per altri 23 milioni.

     

    Mettendo a confronto ricavi e debiti avevamo stimato che per restituire il dovuto Boccia avrebbe impiegato 20 anni. Sperando, nel frattempo di non incappare in anomalie. Difficile dunque immaginare una ripresa senza interventi straordinari come dismissione di asset o ristrutturazione del debito. E così alla fine è stato. Anche se nel 2016 l' azienda ha persino provato la strada della quotazione all' Extramot di una cambiale da 1 milione di euro.

    VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA

    Un tentativo estremo di racimolare liquidità. Bilanciato, va detto, da un ottimo livello di patrimonializzazione. Fin qui i dettagli dentro i bilanci.

     

    Per il resto Boccia se con l' azienda personale non brilla, sul fronte politico e associativo passerà alla storia come il presidente che ha distrutto la reputazione dell' ufficio studi (una struttura con una grande storia alle spalle) che in vista del referendum di Matteo Renzi fece un endorsement tale all' ex sindaco di Firenze che ipotizzò un crollo verticale del Pil in caso di vittoria del No. Mancava solo l' invasione di cavallette. Ovviamente, nulla di quanto stimato si è realizzato. Era solo la speranza di legare il destino a quello dell' allora premier. D' altronde il fiuto politico non è il forte dell' imprenditore della carta. Anche con i grillini ha dimostrato amore e odio salvo a un certo punto puntare su Luigi Di Maio.

     

    maurizio stirpe vincenzo boccia maurizio stirpe vincenzo boccia

    Guardando ciò che sta succedendo, la scelta si commenta da sola. Con la Lega i rapporti sono stati difficili, avendo il Carroccio sempre pronto un decreto legge per imporre alle partecipate pubbliche l' uscita da Confindustria. Se fosse avvenuta sotto la sua presidenza, Boccia sarebbe passato alla storia anche come l' ultimo presidente. Tutto è rimandato. E la questione in ogni caso interesserà il prossimo capo di Viale dell' Astronomia al quale toccherà pure fare qualche scelta definitiva sul quotidiano salmonato che ancora non si è ripreso dalla gestione Donatella Treu, Benito Benedini e dalla direzione di Roberto Napoletano. Tutti e tre fan, ricambiati, di Boccia.

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