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    UN PAESE IN BOLLETTA - IL PRESIDENTE DI NOMISMA ENERGIA, DAVIDE TABARELLI, PREVEDE UN RINCARO DELL’8% PER QUANTO RIGUARDA IL COSTO DEL GAS: PER UNA FAMIGLIA SIGNIFICA UNA SPESA DI 105 EURO IN PIÙ ALL’ANNO – LA COSA ASSURDA È CHE L’ITALIA NON HA MAI AVUTO COSÌ TANTO GAS COME ORA. E ALLORA PERCHÉ IL PREZZO DEL METANO AUMENTA? - COME AL SOLITO GLI SPECULATORI TRAGGONO PROFITTO DALL’INCERTEZZA DOVUTA DALLA GUERRA IN MEDIORIENTE E...


     
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    TABARELLI, VERSO AUMENTO DELL'8% DELLA BOLLETTA DEL GAS

    (ANSA) - ROMA, 02 NOV - "Prevedo per domani un aumento dell'8% della tariffa del gas di ottobre sul mercato tutelato, rispetto a settembre, a 1,02 euro al metro cubo. Per una famiglia tipo che consuma 1400 metri cubi all'anno, la maggior spesa sarà di 105 euro all'anno".

     

    Lo ha detto all’ANSA il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli. Domani pomeriggio l’Arera (l’autorità pubblica che fissa le tariffe di luce e gas sul mercato tutelato, che riguarda un terzo degli utenti) renderà nota la tariffa del metano per le bollette di ottobre.

     

    NUOVA STANGATA SULLE BOLLETTE PER IL GAS VERSO RINCARI DEL 10%

    Estratto dell’articolo di Luca Pagni per “La Repubblica”

     

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    […] Il paradosso è che l’Italia, così come il resto d’Europa, non ha mai avuto così tanto gas come ora. Gli stoccaggi, i depositi sotterranei dove viene immagazzinato il gas in vista dell’inverno e come riserve strategiche, sono pieni quasi al 100 per cento, a livelli che non si vedevano da anni. Per non dire che le temperature, ben al di sopra la media in tutto il continente, hanno finora contenuto la domanda di gas naturale.

     

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    A cosa è dovuto, allora, il terzo rialzo dei prezzi in tre mesi che andrà poi a incidere sull’inflazione? Nell’ultimo periodo, la speculazione finanziaria ha fatto leva su quanto accaduto a livello geopolitico. Prima uno sciopero prolungato negli impianti di liquefazione del gas in Australia (principale fornitore delle economie emergenti asiatiche, a cominciare dalla Cina), per arrivare poi al conflitto scatenato da Hamas in Israele, con l’immediata risposta del governo di Tel Aviv.

     

    È bastato un incidente al gasdotto tra Estonia e Finlandia (con i timori per un possibile attentato) per trasformare una rete locale in una occasione per guadagnare sui mercati, sfruttando il rimbalzo del prezzo per pochi giorni. Ma, in ogni caso, il gas non manca. E l’Europa si è ormai attrezzata a fare a meno del gas russo, che negli ultimi 20 anni ha assicurato materia prima a basso prezzo per lo sviluppo delle industrie energivore.

    forniture di gas forniture di gas

     

    La quota di gas in arrivo dai giacimenti controllati da Gazprom, il colosso energetico del Cremlino, non supera ormai il 15% del fabbisogno della Ue. È stato sostituito da altri fornitori e dal Gnl (gas naturale liquefatto), in buona parte in arrivo dagli Stati Uniti, dall’Africa e dal Qatar. Mentre via tubo, ha preso quota l’Azerbaijan e la Norvegia ha rilanciato la sua produzione dal Mare del Nord. […]

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