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Fabio Licari per la Gazzetta dello Sport
«Non posso promettere che la Stella Rossa e la Steaua torneranno a vincere la Champions, non vendo sogni, però il calcio del futuro dovrà essere più equilibrato. Stiamo lavorando per questo». Non sono parole banali quelle con cui Aleksander Ceferin introduce il Congresso Uefa a Bratislava, ma il segnale che c' è una strategia nuova che non risparmia toni anticonvenzionali:
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«La Var? Vedo ancora un po' di confusione, non sarà in Champions l' anno prossimo. Il fair play? Lo stiamo aggiornando, non è possibile che ci siano club con 84 giocatori sotto contratto, con tanti prestiti. I tornei? Ci vorrà più equilibrio competitivo». I risultati di questo percorso già iniziato, e ufficializzato ieri, dovrebbero vedersi tra un anno a Roma, il 7 febbraio 2019, al prossimo Congresso.
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VAR PIANO VA LONTANO Uno degli argomenti che allontana l' Uefa dalla Fifa è la Var. Gianni Infantino - che nel suo discorso ha parlato di «collaborazione» tra Nyon e Zurigo - ha lasciato intendere che in Russia la Var ci sarà. Ceferin invece frena: «Ve lo anticipo: niente Var nella Champions 2018-19. Non sono contrario, so che indietro non si torna, ma prima dobbiamo allenare arbitri e tifosi, soprattutto questi ultimi che spesso non sanno come funziona: è un problema.
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Non dobbiamo aver fretta, ogni tanto vedo confusione». Naturalmente Infantino ha un altro punto di vista: «Dobbiamo decidere sui fatti, non sulle sensazioni, e i test dicono che l' accuratezza è al 99%.
Le critiche in Italia?
Una volta se si perdeva era colpa dell' arbitro, oggi della Var, fa parte della nostra tradizione». A favore della Var si schiera Karl-Heinz Rummenigge: «Molto onestamente, mi dispiace - ha detto il presidente del Comitato esecutivo del Bayern - Ho visto che in Bundesliga le decisioni arbitrali che vengono ora prese sono più corrette di quelle in passato. Sono convinto che un giorno il Var farà il suo ingresso in Champions League. È un modo positivo per aiutare gli arbitri».
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NUOVO FAIR PLAY La nuova Uefa passa anche per un nuovo fair play. Non una rivoluzione, ma un aggiornamento del sistema: «Il fair play 2.0 è cominciato e il futuro passa da qui. Mi chiedete di Psg, di Milan, ma non parlo di casi concreti: dobbiamo cambiare, non è possibile che un club abbia 80 giocatori in prestito. Servono misure sportive e anche leggi, e per questo collaboriamo con la Commissione Ue. Stiamo parlando con tutti i soggetti interessati.
E tra un anno, a Roma, lanceremo le nuove regole».
EUROPEO RICCO Come da indiscrezioni della vigilia, i premi dell' Europeo 2020 sono aumentati di 70 milioni rispetto a Francia 2016, e sono quasi il doppio rispetto a Polonia-Ucraina 2012: montepremi globale che da 301 schizza a 371 milioni, con un massimo di 34 milioni per chi solleva il trofeo (a patto di vincere le 3 gare del gruppo che valgono 4,5 milioni). Il minimo per chi partecipa è 9,3 milioni. L' Euro 2020, gara inaugurale a Roma, s' incrocia con la nascente Nations League: il 2 dicembre ci sarà il sorteggio dei 10 gruppi di qualificazione (passano le prime 2), il 1° dicembre 2019 il sorteggio della fase finale.
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BILANCIO «Per l' Uefa c' è stato un record di entrate, pur in un momento difficile», e non è tempo di «accumulare ricchezza, ma ridistribuirla», dice Ceferin il «socialista». Il fatturato 2016-17 è stato di 2,836 miliardi di euro (l' 82% da diritti tv), le spese 2,843, per un «rosso» di quasi 7 milioni che però non preoccupa l' Uefa, impegnata in una distribuzione che naturalmente è anche «elettorale». Il progetto «hat-trick» di distribuzione di fondi alle 55 federazioni prevede, per il 2020-24, 775 milioni (erano 600 nel precedente). A Roma sarà pure anno di elezioni, ma la posizione di Ceferin non è per ora in discussione. E il legame con l' Italia è sempre più solido: ieri, a Bratislava, c' erano Michele Uva, vicepresidente, Andrea Agnelli, membro in quota club, ed Evelina Christillin che in «quota rosa» rappresenta l' Uefa alla Fifa.
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