Paolo Baroni per “La Stampa”
salvini draghi
Matteo Salvini apre alla proposta del ministro della Pubblica amministrazione. «Il Green Pass per gli statali proposto da Brunetta per chi ha a che fare con il pubblico può essere un ragionamento» ha dichiarato ieri il segretario della Lega, mettendo poi in chiaro che altri tentativi come l'idea di proporlo per fare gli esami universitari a distanza non è accettabile.
Sono cose «da teatro dell'assurdo» ha spiegato, rinviando ogni decisione alla cabina di regia che si terrà giovedì. Il pressing di Draghi, deciso a procedere a tappe forzate con l'estensione dell'obbligo del certificato verde - con l'appoggio sia del Pd («in questa fase bisogna essere tutti seri, tutti responsabili, nessuno giochi», ha ricordato ieri Enrico Letta), sia di Conte (che però frena su un obbligo vaccinale «secco» - inizia insomma a sortire i primi effetti.
SALVINI DRAGHI
Spiega il ministro del Lavoro Andrea Orlando: «L'estensione del Green Pass nei luoghi di lavoro è una riflessione assolutamente ragionevole, mi sembra che sia la strada migliore per evitare di dover tornare a chiusure, a lockdown, fermi delle attività produttive e sociali».
MATTEO SALVINI DOPO L'INCONTRO CON MARIO DRAGHI
«È una patente di libertà - ha rilanciato a sua volta da Cernobbio lo stesso Brunetta-. Io lo estenderei a tutto il mondo del lavoro, sia pubblico che privato. Se questo accadrà il passo successivo per quanto mi riguarda sarà il ritorno a lavoro in presenza di tutti i dipendenti pubblici».
L'accelerazione del premier obbliga le parti sociali a riallacciare il dialogo dopo un'estate di polemiche per cercare di trovare una posizione comune. E così il classico incontro post vacanze tra i vertici di Cgil, Cisl e Uil e quelli Confindustria in agenda stasera sarà innanzitutto dedicato al tema della sicurezza sui luoghi di lavoro.
SALVINI DRAGHI
Le posizioni sono note e restano distanti. I sindacati, lo hanno ribadito anche nella lettera inviata nei giorni scorsi in cui chiedono un incontro urgente al governo sono per la vaccinazione obbligatoria, ma non vogliono sapere del Green Pass e soprattutto del rischio che il costo dei tamponi per chi non si vaccina ricada sui lavoratori. Confindustria invece ne chiede l'introduzione obbligatoria, così come obbligatoria dovrebbe essere la vaccinazione per tutti.
MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI
Ma chiede anche di decidere in fretta, per il bene dell'economia e per questo al posto di una legge, invocata sin dal primo momento, si accontenta anche di un accordo con le controparti anche solo per aggiornare i protocolli di sicurezza siglati un anno fa. «Siamo convinti che temi come l'obbligo vaccinale o il Green Pass debbano essere inseriti da una legge: il governo si deve assumere la responsabilità» ha ribadito ancora ieri il leader della Cgil Maurizio Landini, respingendo poi le critiche di vicinanza ai no vax.
«È solo un modo per screditarci». A suo parere «il Green Pass che non prevede nessun obbligo ma anche solo l'utilizzo di un tampone, è solo un modo di aggirare la questione che Parlamento e Governo non sono in grado di risolvere. Anzi, il Green Pass per le mense è stato un atto di furbizia».
RENATO BRUNETTA
Per Confapi, che a sua volta a fine agosto ha inviato una lettera ai sindacati invitandoli a riprendere il confronto su tutti i principali temi (cosa che avverrà poi in serata), è necessario arrivare a un avviso comune tra imprese e sindacati che inviti il governo ad introdurre l'obbligo vaccinale nelle aziende e nei luoghi di lavoro. Ieri, a margine del forum di Cernobbio, l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia oggi alla guida dl B20, si è detta «assolutamente favorevole all'estensione del Green Pass nei vari settori fino alle aziende private. È giusto quello che sta facendo il Governo - ha aggiunto - ma sarebbe meglio un accordo tra le parti come abbiamo fatto all'inizio tra aziende e sindacati». -
andrea orlando a Cernobbio orlando landini 19 SALVINI DRAGHI