CARLO CALENDA VINCENZO BOCCIA
Da http://www.huffingtonpost.it
"I 5 Stelle non fanno paura, valutiamo i provvedimenti, stiamo parlando di partiti democratici". A dirlo è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, oggi a Milano per l'assemblea di Sistema moda Italia. Gli industriali tendono così una mano ai pentastellati, primo partito con oltre il 32% alle elezioni politiche di domenica, dopo la nota in cui ieri invitavano i partiti ad essere "responsabili" al fine di "garantire stabilità e governabilità" al Paese.
VINCENZO BOCCIA CONFINDUSTRIA
Dal numero uno di Confindustria solo una raccomandazione a non "smontare" quelle misure che hanno avuti effetti sull'economia reale. "Riteniamo che alcuni provvedimenti abbiamo dato effetti sull'economia reale in questo momento storico, in particolare il Jobs Act e il piano Industria 4.0. Smontarli – avverte Boccia - significa rallentare, invece dobbiamo accelerare se vogliamo ridurre il divario e aumentare l'occupazione nel paese abbiamo bisogno di una precondizione che si chiama crescita".
"Un esito di questo tipo - commenta ancora Boccia - un po' era nell'aria, ma non a questo livello, bisogna prendere atto del voto degli italiani". "L'appello lo abbiamo fatto ieri: l'idea di avere a cuore l'interesse del Paese", aggiunge il presidente di Confindustria. "Abbiamo appuntamenti importanti, non solo in chiave italiana, per continuare ad accelerare sulla crescita e ridurre i divari nel Paese, che sono emersi anche in funzione dell esito di voto. Abbiamo - prosegue Boccia - appuntamenti importanti a Bruxelles, a marzo la riunione dei capi di Stato, tra marzo e luglio un dibattito importante sul bilancio europeo e in particolare sulla politica di coesione, determinante per il nostro Paese".
LUIGI DI MAIO
Quanto al reddito di cittadinanza, una delle promesse chiave dei Cinque Stelle, Boccia commenta: "Bisogna vedere cosa hanno veramente in mente di fare". In particolare, si deve capire "quanto è la quota in termini di costo per lo Stato, e quindi quanto incide dal punto di vista di deficit e debito pubblico". "Quest'ultimo non è una questione europea, è una questione italiana", sottolinea. "Tra l'altro, siccome nei prossimi anni avremo sicuramente un aumento dei tassi di interesse, prima riduciamo il debito - conclude - e meglio è per il Paese".
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