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    E' L'INFLAZIONE IL PRINCIPALE NEMICO DI BIDEN – SONO PEGGIORI DELLE ATTESE I DATI DI GENNAIO SULL'INFLAZIONE NEGLI USA: +6,4% SU BASE ANNUA E +0,5% SU QUELLA MENSILE – A PREOCCUPARE LA CASA BIANCA È SOPRATTUTTO IL RUOLO DELLA CINA: CON L’ADDIO ALLA POLITICA DI RESTRIZIONI PER ARGINARE IL COVID-19, PECHINO FA SCHIZZARE LA DOMANDA DI ENERGIA E MATERIE PRIME – CON QUESTI NUMERI, NUOVI RIALZI DEI TASSI D'INTERESSE DA PARTE DELLA FED SEMBRANO SCONTATI…


     
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    Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per www.lastampa.it

     

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    Peggio delle attese. […] L’inflazione statunitense per gennaio viene registrata a quota +6,4% su base annua e a +0,5% su base mensile destagionalizzata.

     

    Il quadro delineato dallo U.S. Bureau of Labor Statistics (Bls) lascia intendere che nuovi rialzi dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve saranno necessari. Il dato annuo risulta superiore al consensus degli analisti raccolto da Bloomberg, che prevedeva un incremento del 6,2 per cento.

     

    A preoccupare è il dato dell’inflazione Core, quella di fondo, che esclude cibo ed energia, che secondo il Bls “è aumentato dello 0,4% a gennaio”. E potrebbe restare su livelli elevati ancora per tutto il 2023 e buona parte del prossimo anno.

     

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    L’incognita, come rimarcato anche dall’amministratore delegato di Goldman Sachs, David Solomon, è data dalla Cina. Con l’addio alla politica di restrizioni per arginare il Covid-19, la domanda di energia e materie prime da parte di Beijing potrebbe mantenere elevata l’inflazione a lungo.

     

    Le parole del presidente statunitense Joe Biden a commento dell’ultima lettura dell’inflazione sono nette. E rappresentano al meglio lo stato dell’economia statunitense. La recessione fa meno paura di pochi mesi fa, l’occupazione è a livelli rilevanti, Wall Street continua a sorprendere in positivo, ma le fiammate dei prezzi continuano a essere troppo volatili e durature. "L'inflazione in America continua a scendere, e questa è una buona notizia per le famiglie e le imprese di tutto il Paese", spiega una nota della Casa Bianca. […]

     

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    […] Il cibo continua a rappresentare una minaccia per la deflazione, che però secondo il numero uno della Fed, Jerome Powell, è già iniziata. Del resto, la contrazione dell’indice generale, come rammentato dalla nota della Casa Bianca, è costante da sette mesi consecutivi. Anche se la strada resta accidentata.

     

    La grande incognita è data dagli scenari futuri. E il timore, come evidenziato da Biden, è quello di un ritorno di fiamme delle tensioni che fra il 2021 e il 2022 si sono osservate sulle filiere di produzione e su quelle della logistica. “Il mio obiettivo è continuare a ridurre i costi per le famiglie, ricostruire le nostre catene di approvvigionamento e investire in America”, ha fatto notare Biden. Chiaro il riferimento alla Cina, che sta riaprendosi al mondo. Un pericolo per la perduranza del fenomeno che sta indebolendo il potere d’acquisto di famiglie e imprese.

     

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    […] Gli analisti, che proprio pochi giorni fa hanno festeggiato l’ipotesi che gli incrementi al costo del denaro sarebbero stati interrotti, hanno cambiato di colpo opinione. “Per i membri della Fed, questo lento declino dell'inflazione non fa che giustificare l’idea di mantenere i tassi più alti più a lungo”, ha spiegato Rubeela Farooqi, capo economista di Hfe. […]

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