Estratto dell’articolo di Antonello Guerrera per “la Repubblica”
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[…] ieri Harry è stato protagonista di uno show unico nel tribunale dell'Alta Corte di Londra, dove ha proseguito il processo contro il gruppo editoriale del Daily Mirror, accusato di intercettazioni e altre pratiche illegali nella vita privata di reali e vip britannici. Le telecamere non sono ammesse, qualche reporter sì. Dopo aver giurato sulla Bibbia, il principe ribelle inizia sciabolare tutta la rabbia: «I tabloid osservati invasivi mi hanno ascoltato i messaggi sulla segreteria telefonica, persino a scuola. Alcuni direttori e giornalisti hanno le mani sporche di sangue e hanno causato indirettamente la morte di altre persone».
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Tra cui, ne è certo, sua madre Diana.
«Mi hanno distrutto l'adolescenza», continua Harry, «i tabloid avevano cose accessibili solo con le intercettazioni», come gli scoop sul suo uso di cocaina e anfetamine e il costume da gerarca nazista indossato a una festa. «Anche mio padre potrebbe essere stato intercettato. Inoltre, hanno seminato discordia tra me e mio fratello William», rimbomba in aula l'ira di Harry: «Non solo: i rumor pubblicati dai giornali per cui il mio padre vero sarebbe il militare James Hewitt da ragazzino mi terrorizzavano: temevo di essere cacciato dalla famiglia».
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Il legale del Mirror Andrew Green ribatte, prova a impantanarlo: «Molto di quanto lei considera rubato da conversazioni private in realtà era già di dominio pubblico. Le sue sono assolute speculazioni!».
Harry tentenna: «Non ho la certezza che il mio telefono fosse spiato».
[…] Poi passa a Piers Morgan, gotha del giornalismo oltremanica, allora direttore del Daily Mirror e oggi fustigatore incallito della “bugiarda” Meghan: «Ha sempre attaccato e intimidito in maniera orrenda me e mia moglie. Spera che molli. Ma io non mollerò mai, fino a quando lui non pagherà per quello che ha fatto a me e mia madre Diana».
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Insomma, il figlio del sovrano si è calato nella fossa dei leoni. Ma così facendo Harry si è anche tragicamente esposto ad avvocati e giudici che ora potrebbero rivalersi su di lui e citarlo in giudizio eventualmente per falsa testimonianza. Perché questo non è un documentario su Netflix e neanche un'autobiografia magnificata dalla classe narrativa di JR Moehringer: qui ogni cosa detta può essere usata contro di lui. Per questo potrebbe essere un “suicidio” mediatico, come il padre Carlo definì la crociata di Harry contro i media.
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