Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
FABIO DE PASQUALE
Le audizioni al Csm dei giudici e pm milanesi, convocati a Roma in luglio sulle tensioni in Procura a Milano, producono il primo effetto: la I Commissione del Consiglio superiore della magistratura, competente sui casi di «incompatibilità ambientale», ha aperto una procedura di valutazione dell'eventuale trasferimento d'ufficio da Milano del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, uno dei vice di Francesco Greco e titolare delle inchieste per corruzione internazionale sull'Eni (due assoluzioni nei processi Algeria e Nigeria, e un patteggiamento di Eni a 11,8 milioni per induzione indebita a dare o promettere utilità in Congo).
vincenzo armanna
De Pasquale è già indagato dalla Procura di Brescia per «rifiuto d'atto d'ufficio» nell'ipotesi che non avesse messo a disposizione del Tribunale del processo Eni-Nigeria talune prove: quelle che, evidenziate ai capi dal pm Paolo Storari tra fine 2020 e inizio 2021 in un fascicolo con l'altra vice Laura Pedio, facevano traballare l'attendibilità dell'accusatore di Eni, il coimputato/dichiarante Vincenzo Armanna, molto valorizzato dalla Procura milanese sia nel processo Eni-Nigeria sia (con Amara) nell'indagine tuttora a carico anche del n°1 Eni Descalzi per ipotesi di depistaggio giudiziario.
PIERO AMARA
L'incompatibilità ambientale non va confusa né con un procedimento disciplinare né con l'indagine penale, scaturita a Brescia dalle carte del pm Storari a sua volta indagato per rivelazione (all'allora consigliere Csm Davigo) dei verbali segretati dell'ex avvocato esterno Eni Piero Amara sulla presunta «loggia Ungheria»: verbali su cui l'inerzia dei vertici milanesi è sinora costata anche a Greco la messa sotto inchiesta per «omissione d'atto d'ufficio».
Alessandra Dolci, Tiziana Siciliano, Laura Pedio, Letizia Mannella, Fabio De Pasquale
Mentre i procedimenti penale e disciplinare richiedono che un magistrato abbia commesso qualche illecito codificato, il Csm può invece ravvisare l'incompatibilità ambientale di magistrati anche senza che abbiano violato qualche norma, e cioè già solo «quando, per qualsiasi causa indipendente da loro colpa, nella sede occupata non possono svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità». La Commissione svolgerà una istruttoria e poi formulerà una proposta di trasferimento o meno del pm, che il plenum del Csm potrà accogliere o ribaltare.
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