1 - LE OPERE FANTASMA INVADONO I MUSEI
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Laura Larcan per “il Messaggero”
A volte le opere d'arte ritornano (anche) a casa. Nei luoghi d'origine o d'adozione. Madonne e paesaggi romantici, teste di leone in bronzo e gladiatori marmorei. Una sorta di viaggio ideale, come un libro Cuore, dagli Appennini alle Ande.
Gioielli fantasma che escono dai depositi, da lustri e secoli di nobile silenzio, per resuscitare alla luce delle sale di piccoli grandi musei statali disseminati sul territorio. In principio fu il Cratere di Eufronio, il gioiello millenario restituito dopo decenni e decenni alla sua dimora etrusca di Cerveteri.
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Ora è la volta di cento opere d'arte, tra tele e reperti archeologici, statue e pale d'altare, praticamente sconosciute al grande pubblico, protagoniste del nuovo progetto lanciato dal Ministero della Cultura, voluto fortemente dal ministro Dario Franceschini per promuovere e valorizzare il patrimonio storico, artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei grandi musei statali. Ma soprattutto per rivitalizzare i luoghi culturali sul territorio, piccoli mondi antichi che riconquistano brani di identità artistica.
LE TRASFERTE
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Cento opere pronte a partire con un'agenda già definita di trasferimenti e arrivi. Per un viaggio che sarà al centro di documentari di Rai Doc (diretto da Duilio Gianmaria). E per soggiorni che, come annuncia Franceschini, dureranno almeno dieci anni. Con un costo dell'operazione di un milione di euro iniziale: «Non solo per movimentare le opere dai depositi ma anche per restaurarle», precisa il ministro.
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Qualche esempio? Da Palazzo Barberini a Roma sono partiti ieri pomeriggio due paesaggi giovanili dipinti su tela da Salvator Rosa datati al 1635 destinati alle sale del Museo nazionale di Matera che può così arricchire la sezione dedicata al genere del paesaggio. «Si vede già l'anima romantica di questo fine artista del Seicento, dove compaiono figure misteriose e si percepisce una visione personale della natura - racconta la direttrice Flaminia Gennari Santori - Sono state acquistate nel 1907 sul mercato antiquario dall'allora direttore Federico Hermanin molto interessato alla pittura di paesaggio».
I LEONI
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Altro protagonista è il Museo Nazionale Romano. È il direttore Stèphan Verger a raccontare il repertorio delle partenze: «La Testata di leone in bronzo, l'originale arredo delle navi di Caligola datate al 37 e 41 d.C. che il 17 dicembre arriveranno al Museo delle Navi Romane di Nemi». A curare l'operazione, i vertici della Direzione generale Musei, con Massimo Osanna e Caterina Bon Valsassina. È lei ad illustrare alcune perle.
pinacoteca di brera
Il nucleo di tele dai depositi di Brera che voleranno alla Galleria nazionale di Urbino, come la Madonna con il Bambino in gloria e l'Ecce Homo di Federico Barocci, la Madonna con il Bambino del Pomarancio, la Madonna con il Bambino in gloria di Simone Canterini detto il Pesarese. E sempre da Brera, la tela di Giovanni Baglione, dal titolo Immacolata concezione tra i santi Pietro e Paolo, il 14 dicembre, andrà a Palazzo Altieri a Oriolo Romano (nel viterbese. Così come la Crocifissione con la Vergine del Garofalo (1522), o il San Bruno in preghiera di Carlo Bonomi confluiranno alla Pinacoteca di Ferrara, dove era stato concepito intorno al XVII secolo.
galleria borghese
Anche la Galleria Borghese svela due dipinti del Garofalo per Ferrara. E dai depositi di Palazzo Pitti a Firenze (gli Uffizi) esce il Ritratto di Carlo V di Tiziano diretto in Lombardia, a Palazzo Besta a Teglio. Preziosa, l'Allegoria di Trieste e dell'Istria di Annibale Strata del 1861, che dai depositi dei Musei Reali di Torino tornerà al Castello di Miramare a Trieste.
E il gruppo scultoreo del Gladiatore che uccide un leone che decorava la peschiera di Villa Giustiniani e il torso restituito dal Getty Museum nel 1999, dal Parco Archeologico di Ostia Antica, torneranno a impreziosire la Villa di Vincenzo Giustiniani a Bassano Romano (sempre nel viterbese). E La Cista Prenestina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli tornerà al Museo Archeologico di Palestrina.
galleria borghese
LA BANCA DATI
Il tesoretto di cento opere è solo un inizio. Il primo nucleo di una banca dati composta da 3.652 opere dai depositi di oltre 90 musei statali che possono essere movimentate. È Franceschini a dare la misura di un patrimonio invisibile. «A fronte di circa 480 mila opere esposte nei musei italiani, ce ne sono oltre 4,5 milioni che sono custodite nei depositi, senza contare le circa 187 mila cassette di materiale archeologico».
soffitto del grande salone del palazzo barberini cho
Insomma, l'obiettivo è continuare per gradi. Intanto il calendario delle partenze è fitto. Si procede fino al 24 gennaio per poi registrare le ultime consegne nei primi giorni di febbraio. Al momento resta fuori dalla rosa dei trasferimenti, il famoso e chiacchierato San Francesco in meditazione del Caravaggio, in consegna a Palazzo Barberini, ma proveniente da Carpineto Romano.
2 - LETTERE DI ENRICO VIII E TALISMANI ECCO IL PAESE DEI TESORI INVISIBILI
Andrea Velardi per “il Messaggero”
il tesoro invisibile cover
Circa due anni fa un giovane storico d'arte il marchese Bertrand De Royère, trasferitosi da anni a Roma, si imbatte in alcuni argenti francesi negli armadi della Vasella del Quirinale. Grazie alla sua conoscenza delle incisioni ottocentesche fa riemergere un intero servizio di Casa Savoia andato perduto che verrà presentato prossimamente al Palazzo Reale di Torino.
Filippo Cosmelli e Daniela Bianco hanno davvero colto uno degli aspetti sorprendenti dell'incalcolabile patrimonio artistico nazionale. Il tesoro invisibile. Viaggio nell'arte custodita nei depositi dei musei italiani mostra come dagli antri dei depositi e dei faldoni accatastati negli archivi riemergano di continuo sorprese sbalorditive.
Nel 1980, durante il riordino delle collezioni africane del Museo Preistorico Luigi Pigorini all'Eur, oggi parte del Museo delle Civiltà, uno dei curatori individua un misterioso manufatto di cui si era persa ogni memoria: una camicia talismanica di lino bianco con preghiere guerresche e capitoli del Corano in arabo incastonati in essenziali ed eleganti comparti geometrici. La cultura ottomana credeva avesse il potere di rendere invincibile in battaglia, di proteggere dal malocchio, di donare fertilità e numerosa discendenza.
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La camicia aveva viaggiato dal Sudan fino al fatidico museo di piazza del Collegio Romano in cui nel 1651 il gesuita Atanasius Kircher aveva costruito il suo Gabinetto delle Meraviglie, andato poi smembrato e disperso nell'800. Il tesoro invisibile è un viaggio per Roma e le città d'arte italiane dove realtà e fantasia, patrimonio nascosto e irrimediabilmente perduto si intrecciano in un romanzo storico dove l'immaginazione dell'artista e quella del lettore si incontrano e camminano insieme.
GLI INGLESI
Spostandoci alla fontana di Trevi presso l'Istituto della Calcografia ritroveremo il progetto di Piranesi sul Caffè degli Inglesi, aperto all'inizio del 700 vicino Piazza di Spagna, le cui decorazioni sono state smantellate nel secolo successivo facendoci perdere le sale in cui Byron, Keats e Shelley hanno discusso sorseggiando la bevanda il cui consumo si era diffuso in Europa nel XVIII secolo come un vezzo alla moda e un rito di moderna socialità.
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Integra ma non accessibile è invece nei Musei Vaticani la lettera con cui i Lord di Enrico VIII chiesero al Papa di annullare il matrimonio con Caterina d'Aragona. E pochi sanno che nel gabinetto dei disegni delle Gallerie dell'Accademia di Venezia è custodito l'Uomo Vitruviano con cui Leonardo da Vinci ha compiuto una sintesi perfetta del Rinascimento come epoca di una nuova visione del mondo fondata sulle proporzioni.
Il viaggio di Filippo Cosmelli e Daniela Bianco non si disperde tra migliaia di tesori, procede per epifanie e intensità e al suo termine la nostramappa delle città d''arte è completamente trasfigurata.