Alessandro De Angelis per www.huffingtonpost.it - Estratti
ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE
Se qualcuno, in questi due anni, fosse stato all’estero, su Marte, in isolamento, in altre faccende affaccendato e volesse capire, ora, come vanno le cose (malissimo) dalle parti del famoso “campo largo”, la vicenda barese, anzi quel “puttanaio” barese (copyright Nicola Fratoianni) dei tanti vizi e delle poche virtù ne è una grande metafora.
Primo vizio: il trasformismo del Pd, soprattutto al Sud. Si imbarca di tutto per raccattare voti senza filtri. È un sistema, non casi isolati. Si dimette l’assessora regionale indagata (prima dei non eletti alla Camera col Pd), col marito arrestato, che aveva fondato un movimento dentro il quale c’era anche Mary Lorusso, l’altra arrestata nell’inchiesta sul Comune di Bari, col marito che condivide la stessa sorte.
Gente che gira tremila parrocchie, poi fa una lista per sostenere Emiliano, perché lì c’è il potere. Destra, sinistra, centro, voti più o meno puzzolenti, clientele, mogli, mariti, famigli e familismo, l’importante è vincere, mica cambiare le cose. E patatrac.
elly schlein e giuseppe conte - meme by usbergo
Secondo vizio: una segretaria novella Alice nel paese delle meraviglie (si fa per dire). I cacicchi l’hanno eletta, con l’idea di far finta di cambiare tutto, per non cambiare niente: prendi una donna, che ama una donna, giovane, un po’ hippy, sembra una rivoluzione, ma in realtà non tocca palla sul meccanismo del potere.
Doveva sterminare i cacicchi, invece resta intrappolata nel caciccato. Su Bari prova a spostare l'oggetto (l'inchiesta e il malaffare), prendendosela con Piantedosi (sulla commissione per lo scioglimento).
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giuseppe conte alessandra todde elly schlein
Terzo vizio: non è la sola. Ce ne fosse uno che si assume la responsabilità. Ognuno, direbbe il poeta, si costerna, si indigna, si indegna, poi getta la spugna con gran dignità. Sfolgorante la performance di Antonio Decaro. Dice: “Io l’avevo detto, il nemico è il trasformismo”.
Peccato che non se ne è accorto nessuno né delle parole né di atti conseguenti, perché se non voleva la Mary Lorusso, non si capisce perché se l’è presa, essendo il sindaco e non un passante.
Insomma, comanda Emiliano, che nel bombastico comizio di Bari gli ha fatto capire che è sempre il ragazzo bottega che accompagnò dalla sorella del boss per un bicchiere d’acqua. Insomma, ce ne fosse uno che fa una battaglia politica vera.
michele emiliano e antonio decaro 3
In Campania è lo stesso, al Nazareno pure, anzi c’è pure chi ha la sindrome di Stoccolma. Gli esterni alle Europee sono un atto di sfiducia verso il Pd, ma gli sfiduciati mugugnano, si contorcono, mica qualcuno fa una bella intervista dal titolo “non sono d’accordo”.
Quarto vizio: la subalternità a Conte, immenso in quanto a cinismo e faccia di bronzo, nel gestire la sua competizione a sinistra col Pd, stavolta con l’assist irresistibile della questione morale. Impallina le primarie baresi come ha impallinato una decina di candidati in Basilicata e ogni tentativo unitario (però non esce dalla giunta di Emiliano).
Ogni volta tira uno schiaffo, sapendo che l’alleato porge l’altra guancia ed è così evangelico che mai gli chiede il conto, una verifica, un chiarimento, tipo “se stiamo insieme ci sarà un perché e vorrei scoprilo stasera”.
giuseppe conte alessandra todde elly schlein 1
Quinto vizio: la prigione. Il Pd è, tecnicamente, prigioniero politico. Quegli scienziati che intronarono la Schlein facevano questo ragionamento: scegliamo una candida a sinistra, così recupera sui Cinque stelle e vediamo chi prende più voti alle Europee, poi l’alleanza si farà e, su chi la guida, facciamo le primarie.
Nemmeno per sogno. Conte ha capito che, se fa il cespuglio dell’Ulivo, il suo popolo non lo segue. E sta imponendo uno schema secondo cui l’alleanza si fa, solo alle sue condizioni.
michele emiliano e antonio decaro 2
Oggi è Bari sulla questione morale, in Basilicata ha trascinato il Pd nella rottura col terzo polo, durante la mozione su Salvini non era nemmeno in Aula, mentre sulla Santanchè ha trascinato il Pd sulla sua. E domani sarà l’Ucraina e la sua leadership a palazzo Chigi.
Sesto vizio: perseverare è diabolicum. Sono passati quasi due anni dalla vittoria di Giorgia Meloni. Mai ‘na gioia, come dicono a Roma. L’unica, la Sardegna. Dove ha vinto Conte (anche grazie all’unico vero harakiri della destra). Mesi buttati.
elly schlein giuseppe conte foto di bacco giuseppe conte alessandra todde elly schlein