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    MAZZETTE, VALIGIONI PIENI DI SOLDI E PERQUISIZIONI, SI ALLARGA IL QATARGATE CHE STA FACENDO TREMARE IL PARLAMENTO EUROPEO: TUTTI I NOMI PORTANO A PANZERI – LA GOLA PROFONDA DELL’INCHIESTA SAREBBE UN ASSISTENTE PARLAMENTARE PRECARIO DELL’EX EURODEPUTATO. UNO DEI 4 INTERROGATI AVREBBE FATTO IL NOME DI MARC TARABELLA, L’EURODEPUTATO BELGA DI ORIGINI ITALIANE – IL RUOLO DI FRANCESCO GIORGI, EX COLLABORATORE DI PANZERI, ASSISTENTE DEL DEM ANDREA COZZOLINO (NON COINVOLTO NELL’INCHIESTA) E COMPAGNO DI EVA KAILI. L’EX VICEPRESIDENTE DELL’EUROPARLAMENTO LO SCARICA: “NON ERO A CONOSCENZA DEI SOLDI”


     
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    Giuseppe Guastella per corriere.it

     

    francesco giorgi eva kaili francesco giorgi eva kaili

    C’è un salto temporale nell’inchiesta sulla corruzione che sta facendo tremare il Parlamento europeo, uno scarto di non poco conto in cui i magistrati belgi, che pure avevano già in mano tutti gli indizi per fare il blitz, hanno deciso di restare sott’acqua e di rinviare di quasi due mesi gli arresti già programmati. Una decisione che si spiega solo con nuovi elementi, cruciali ed urgenti che hanno costretto a modificare i piani all’ultimo momento. Come possono esserlo gli sviluppi del lungo interrogatorio di Francesco Giorgi, il compagno della vice presidente Eva Kaili arrestato con lei.

     

    Un milione e mezzo

    osho su eva kaili osho su eva kaili

    La coppia più glamour della politica europea è stata sorpresa con quasi un milione di euro in contanti che, sommati ai 600 mila trovati ad Antonio Panzeri, fanno salire a un milione e mezzo il frutto avvelenato della corruzione partita dal Qatar. Venerdì Giorgi deve essersi sentito crollare il mondo addosso quando la polizia giudiziaria gli ha messo le manette. Lo tenevano d’occhio e lo intercettavano, e non è da escludere che siano state proprio le sue parole al telefono con il padre della compagna a consentire agli investigatori di entrare nella bella casa della ex giornalista greca e trovare 150 mila euro in mazzette.

     

    eva kaili eva kaili

    A permettere di superare lo sbarramento dell’immunità parlamentare che proteggeva la residenza è stata la «flagranza» in cui è stato colto suo padre che usciva in fretta e furia dal lussuoso Sofitel di Bruxelles dove da alcuni giorni soggiornava con la moglie. Quando l’hanno bloccato, gli agenti hanno scoperto 600 mila euro in banconote nel trolley che si trascinava. Bussando a casa della figlia e a quella di Giorgi e lì hanno trovato gli altri soldi. «Non era a conoscenza dei soldi» trovati a casa sua, dice l’avvocato della Kaili con una affermazione sorprendente che lascia presagire lo scaricabarile.

     

    soldi trovati a casa di eva kaili e panzeri soldi trovati a casa di eva kaili e panzeri

     

    Interrogatorio

    L’interrogatorio di Giorgi sabato si è protratto per una decina di ore con l’indagato che ha risposto al giudice istruttore Michel Claise il quale nel pomeriggio è stato costretto a rinviare le audizioni degli altri arrestati (oggi compariranno in udienza) al giorno dopo per dare libero sfogo al fiume in piena. Quello che emerge dall’indagine che ha scoperchiato il più grande giro di mazzette nella storia dell’istituzione europea è che i magistrati stanno cercando conferma al giro delle tangenti e dei sontuosi regali che dal Qatar, e in parte anche dal Marocco, sarebbero arrivati all’ong Figth impunity, fondata nel 2019 da Panzeri e nel cui consiglio onorario sedevano, prima di dimettersi sdegnati, premi nobel, ex premier e ed ex commissari. Un giro di corruzione che arriva anche in Lombardia, dove su richiesta di Eurojust l’aggiunto Fabio De Pasquale, che guida il dipartimento affari internazionali della Procura di Milano, ha acquisito conti e perquisito abitazioni ed uffici per ricostruire il patrimonio della famiglia Panzeri e di Giorgi (a casa sua ad Abbiategrasso sono saltati fuori altri 20mila euro).

     

    L’intreccio

    ANTONIO PANZERI - EVA KAILI - FRANCESCO GIORGI - MARC TARABELLA ANTONIO PANZERI - EVA KAILI - FRANCESCO GIORGI - MARC TARABELLA

    Nel decreto di perquisizione, però, è indicata una prima data, «il 19 ottobre», in cui i magistrati belgi avevano pronta la richiesta di arresti che poi è stata tenuta in caldo fino al «7 dicembre» quando, integrata da altra documentazione, è arrivata a Milano a due giorni dal blitz di Bruxelles. Questo lascia ipotizzare che le basi d’accusa gettate due mesi fa ma sono state ulteriormente arricchite fino alla vigilia degli arresti. Lungo i corridoi ovattati e attoniti della sede del parlamento di Strasburgo, dove le voci si rincorrono all’impazzata, c’è chi racconta dell’assistente di un parlamentare che avrebbe fatto partire le indagini dopo che non le era stato rinnovato il contratto in uno staff contiguo a quello in cui lavora Giorgi. Questi è attualmente un collaboratore del Pd Andrea Cozzolino (non coinvolto nell’inchiesta), ma soprattutto ex collaboratore di Panzeri che, direttamente o attraverso di lui, avrebbe corrotto Eva Kaili . Questo intreccio, che se provato sarebbe perverso, è un altro dei temi centrali dell’estenuante interrogatorio in cui il 35enne istruttore di vela ha parlato anche dei soldi passati dal «manovratore» Panzeri ad altri «membri che lavorano nel Parlamento Europeo», come li definisce l’accusa con una specificazione che fa immaginare nuovi sviluppi.

    EVA KAILI EVA KAILI

     

     

     

    LA GOLA PROFONDA

    Da open.online

    Tra i corridoi di Strasburgo si fa sempre più strada l’ipotesi che all’origine di tutto ci sarebbe un assistente parlamentare precario di Panzeri che, al mancato rinnovo di contratto, avrebbe deciso di raccontare degli strani movimenti di denaro a cui assisteva periodicamente. Secondo la stampa belga, uno dei quattro interrogati avrebbe invece fatto il nome di Marc Tarabella, l’eurodeputato belga di origini italiane, accusato di aver cambiato radicalmente la sua posizione sui diritti umani in Qatar. Tarabella, sospeso dal partito socialista belga e non indagato, è vicepresidente della delegazione del Parlamento Ue per i rapporti con la Penisola arabica ed è considerato molto vicino al Marocco.

     

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