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    “SIAMO STATI IN SARDEGNA E CI SIAMO CONTAGIATI” - IL RACCONTO DEI PISCHELLI ROMANI POSITIVI AL COVID CHE HANNO GIRATO TUTTI I LOCALI PIÙ ESCLUSIVI DELLA COSTA SMERALDA, DAL “BILLIONAIRE” A “JUST CAVALLI” - IL VIRUS SAREBBE ARRIVATO DA DUE RAGAZZE DELLA COMITIVA CHE PRIMA DI ARRIVA IN SARDEGNA, AVEVANO SVACCANZATO A IBIZA - EFFETTUATI 150 TAMPONI PER CAPIRE SE IL CONTAGIO SI È ESTESO AD ALTRE PERSONE…


     
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    Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”

     

    DISCOTECA IN SARDEGNA DISCOTECA IN SARDEGNA

    «Ho il Covid-19, l'ho preso in Costa Smeralda». Luca 20enne di Roma Nord racconta la sua vacanza. L'atto finale di una settimana esaltante iniziata il quattro di agosto e conclusa, nel peggiore dei modi, l'undici. Il giorno in cui riceve un sms da due amiche: «Siamo positive». La comunicazione fa scattare l'allarme. Le giovani sono membri di una stessa comitiva di amici, tutti romani. Una quarantina che, in quei giorni, dalle più disparate mete turistiche europee, sono approdate a Porto Rotondo e a Porto Cervo.

     

    DA IBIZA A PORTO ROTONDO

    Inizia così la vacanza. «Da Ibiza siamo andate in Sardegna». Raccontano le due ragazze. «Quando siamo rientrate a casa (Roma, ndr) dalla Costa Smeralda, l'undici di agosto, delle nostre amiche con cui avevamo trascorso dei giorni ad Ibiza ci comunicano di essersi infettate».

     

    DISCOTECA IN SARDEGNA DISCOTECA IN SARDEGNA

    Le giovani fanno il test. Si rendono conto di aver contratto la malattia e avvisano il gruppo di romani con cui avevano trascorso i giorni spensierati a Porto Cervo e Porto Rotondo. Luca è ancora in Sardegna. Anche lui si sottopone all'esame. Ha il coronavirus. «Mi autoisolo, avvertiamo l'Asl, non voglio contagiare nessuno dei miei parenti e amici». Immediatamente parte l'indagine epidemiologica.

     

    A coordinare un team di specialisti è il capo dell'unità di crisi del servizio sanitario regionale guidata da Marcello Acciaro. Il primo responso è chiaro. Si tratta di un caso di importazione. Il virus sarebbe arrivato in Sardegna attraverso due gruppi di turisti romani, di cui fanno parte anche le ragazze, arrivate dalle isole Baleari e da Mykonos. Insomma due Paesi, la Spagna e la Grecia dove il coronavirus ad agosto ha superato i livelli di guardia.

     

    IL CONTAGIO

    DISCOTECA IN SARDEGNA DISCOTECA IN SARDEGNA

    Poi cosa accade? A raccontarlo è Luca. «Siamo un gruppo abbastanza omogeneo di ragazzi che si frequentano a Roma. Ci ritroviamo il 4 agosto in Costa Smeralda». In tutto sono una quarantina. A loro si aggregano anche coetanei bergamaschi e milanesi. Poi iniziano le danze. I locali che frequentano sono i più disparati. Cene nei ristorati, feste private e discoteche. In tutti i locali vigono controlli severissimi. Tuttavia se tra la comitiva qualcuno è asintomatico ogni tipo di accertamento, come la misurazione della temperatura corporea, è inutile.

     

    «In quei giorni - racconta Luca - siamo andati al Billionaire a Porto Cervo. Ricordo una serata anche al ristorante The Temple». Insomma i più esclusivi locali della costa nord orientale della Sardegna. Il tour continua: «Una serata l'abbiamo trascorsa anche alla discoteca Sopravento. Un'altra al Just Cavalli. A Baja Sardinia siamo andati al Phi Beach». Luca passa in rassegna altri locali.

     

    «Ricordo bene, siamo andati al Ritual, una discoteca sempre a Porto Cervo. C'è stata una cena anche in un ristorante a Poltu Quatu, al Canteen». Infine l'ultima tappa è a Porto Rotondo. Il nove agosto la discoteca ospita un evento di musica house. A suonare dietro la console un dj romano, in voga tra i ventenni della Capitale. «Siamo andati al Country, ma quella serata è stata simile alle altre in cui la comitiva si è mossa», sottolinea Luca.

     

    DISCOTECA IN SARDEGNA DISCOTECA IN SARDEGNA

    I TAMPONI

    Insomma la discoteca a Porto Rotondo è stata una dei tanti locali frequentati dal gruppo di ragazzi di Roma Nord. Adesso l'unità di crisi della Regione Sardegna tira le somme. In costa Smeralda sono rimasti 5 ragazzi romani contagiati. Non potranno lasciare l'Isola fino a quando non si negativizzeranno. Per ognuno di loro sono stati fatti, in media, trenta tamponi a persone con cui sono entrate in contatto. In totale quasi 150 test. Si attende il responso. La speranza è che il contagio non si sia allargato.

     

    Nel frattempo nella Capitale l'unità di crisi della Regione Lazio ha applicato lo stesso protocollo e ha individuato sei casi positivi dello stesso gruppo. «Ho un po' di febbre - racconta Luca - ma sono sicuro che mi riprenderò presto. Per me l'importante è non contagiare nessuno». Intanto però il virus galoppa tra i giovanissimi in rientro dalle mete turistiche continuano salire: in provincia di Como si sono registrati «9 positivi di età compresa tra i 18 e i 21 anni, alcuni dei quali - fa sapere la regione Lombardia - rientrati dalla Croazia».

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