Rinaldo frignani per il Corriere della Sera (ed. Roma)
JOHN OGAH 2
La verità è che non aveva nessuna voglia di scappare. «Me l' ha detto una donna che passava e che aveva assistito a tutta la scena. Non so perché mi ha detto di andare via prima che arrivassero i carabinieri». John Ogah lo racconta con un po' di stupore. «Volevo restare, raccontare quello che avevo visto. Anche perché ero spaventato, è vero, ma non mi andava proprio giù il fatto che quel tipo, che potrebbe anche trovarsi un lavoro e che ha soprattutto i documenti in regola, si era invece preso i soldi di altri».
Ora oltre che un volto ha anche un nome il ragazzo che ha bloccato venerdì mattina un rapinatore in piazza delle Conifere, a Centocelle, facendolo arrestare dai militari dell' Arma. È nigeriano, ha 30 anni. Parla poche parole di italiano, ma l' inglese - come gran parte dei suoi connazionali - lo conosce benissimo. «Adesso il mio desiderio più grande è trovare un modo per mettermi a posto con i documenti di soggiorno. Non sono uno sbandato e nemmeno un clandestino. Ho vissuto per due anni ad Ancona, sono un richiedente asilo e ho anche un avvocato che segue la mia vicenda.
JOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATORE
A Roma invece - racconta ancora John - sono arrivato sette mesi fa in cerca di un lavoro. Ma anche qui è difficile proprio perché non ho un permesso di soggiorno». Ieri mattina il giovane è tornato davanti al supermercato «Carrefour» ad aiutare i clienti a riempire le buste della spesa alla cassa e caricarle in macchina. Solo che questa volta in tanti lo hanno guardato con occhi diversi: non più il ragazzo al quale lasciare qualche spicciolo ma una specie di eroe, un uomo coraggioso che ha fermato un rapinatore.
JOHN OGAH
«Sono contento che la pensino così, io non voglio problemi con nessuno, faccio questo lavoro per mangiare, ma quel tipo voleva colpirmi con l' accetta soltanto perché lo avevo bloccato. Gli ho detto che quei soldi non erano suoi, che non doveva prenderli dal supermarket. Ci siamo strattonati, siamo finiti a terra. Mi ha detto qualcosa? Non mi sembra e se pure l' ha fatto non l' ho nemmeno sentito. Adesso però ho paura al pensiero che possa tornare», aggiunge il ragazzo nigeriano che, visto il suo gesto, potrebbe avere i requisiti per ottenere un permesso di soggiorno per motivi di giustizia o comunque uno per lavoro se qualcuno dovesse dargli un' opportunità.
«Sono pronto a fare qualsiasi cosa. Vorrei vivere in modo dignitoso, adesso dormo in un palazzo a Tor Cervara con altri stranieri. Sono tutti amici è vero, ma non posso restare così per sempre. Vorrei una casa mia e far arrivare qui anche la mia famiglia», dice ancora John. La sua è una storia drammatica cominciata tanto tempo fa. «In Nigeria ho lasciato mia moglie e mio figlio, non me la sentivo di portarli qui con me - racconta -, dal mio paese sono dovuto scappare perché i terroristi mi stavano cercando, e anche dalla Libia, dove ho trascorso un periodo, non mi sentivo al sicuro.
JOHN OGAH BLOCCA IL RAPINATORE 2
Così sono arrivato in Italia e mi hanno smistato con tanti altri nelle Marche, prima a Macerata, poi ad Ancona, dove ho cominciato le pratiche per chiedere asilo, ma è una procedura lunga e intanto vorrei lavorare, ma senza documenti a posto non mi prende nessuno». Stamattina John dovrebbe tornare come sempre al lavoro davanti al «Carrefour». Con la speranza che finalmente per lui arrivi un aiuto che possa cambiargli la vita.