Jacopo Ricca per ''la Repubblica''
MERENDINE
Una sonora bocciatura mette fine alla storia del venditore abusivo di merendine dell' istituto Pininfarina di Moncalieri, alle porte di Torino. Ieri mattina i genitori di Leonardo Palma, il diciassettenne diventato famoso per essersi inventato il business che sfidava il duopolio di macchinette automatiche e bar per gli snack di intervalli e pranzi a scuola, hanno ritirato la pagella dove sono elencate le insufficienze che gli sono costate l' anno, da Italiano a Matematica.
Cinque materie insufficienti, che fanno da contraltare al voto in condotta, dove è riuscito a strappare un 8 e a recuperare il 6 del primo quadrimestre, quando era stato anche sospeso per due settimane proprio per la sua attività "imprenditoriale" proibita. «Me lo aspettavo, anche se ho fatto di tutto per recuperare - ha commentato lo studente - In questi mesi mi sono sentito abbandonato dalla maggior parte dei professori e dei compagni».
Il caso di Leonardo aveva scatenato molte polemiche, soprattutto dopo che la fondazione Luigi Einaudi di Roma aveva deciso di premiarlo con una borsa di studio per le capacità imprenditoriali. Una scelta che aveva scatenato le proteste dei suoi compagni di scuola, scesi in piazza a centinaia contro l' assegnazione.
SCUOLA MONCALIERI
Proprio su questo clima ostile vogliono vederci chiaro gli avvocati cui la famiglia Palma si è rivolta: «Preso atto di questa decisione, ora vogliamo verificare che il consiglio di classe non sia stato influenzato dai precedenti del giovane. Chiederemo ci sia consegnata tutta la documentazione per accertarci che la sua bocciatura sia solo legata allo scarso profitto, come c' è scritto», annuncia Gianmaria Nicastro, che assieme all' ex magistrato Bruno Tinti difende il giovane.
Il ragazzo (che durante le due settimane di sospensione avrebbe dovuto consegnare pasti a persone in difficoltà, attività cui il padre si è opposto) in questi mesi ha partecipato a un percorso sull' autoimprenditorialità, organizzato con il Politecnico e i giovani dell' Unione Industriale, e ogni domenica ha fatto uno stage in un' azienda di comunicazione, ma il suo impegno non è bastato a convincere i professori.
A scuola tutti vogliono voltare pagina, sia i compagni che hanno manifestato contro di lui, che quelli che da lui compravano le merendine: «Non vogliamo che il Pininfarina sia ricordato solo per il venditore abusivo di merendine », dicono. Mentre il preside, Stefano Fava, non vuole commentare: «L' esito degli scrutini non è stato ancora reso pubblico - spiega - Solo le famiglie sono state informate e fino a che non saranno affissi i risultati a scuola non voglio intervenire».
Bruno Tinti
La delusione di Leonardo fa il paio con quella di suo padre, Riccardo Palma, che in questi mesi ha sempre sostenuto le ragioni del figlio: «Non posso dire che sia una conclusione inattesa.
Tra i professori, la maggior parte ha fatto di tutto per mettergli i bastoni fra le ruote - racconta - Sono pochi quelli che lo hanno aiutato. Ora dovremo cambiare scuola (la legge impedisce di iscriversi nella stessa sede dopo due bocciature consecutive, ndr) ». Un istituto non troppo lontano sembra essere pronto ad accoglierlo, e Leonardo ha promesso di non vendere più merendine. «I prezzi alle macchinette però non sono scesi - conclude il padre - Spero che presto spunti un nuovo Leonardo».