Estratto dell’articolo di Francesco Donadoni per www.ilgiorno.it
ISIS - FOTO SCATTATA SULL AUTOSTRADA BERGAMO MILANO
Per gli investigatori che lo hanno fermato era pronto a mettere in atto un attacco incendiario tra Bergamo e la Bassa Valle Brembana. Un minorenne (17 anni) cittadino italiano, d’origine camerunense, residente in provincia di Bergamo, è indagato per associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate. […]
Da fonti vicine alla famiglia emergerebbe che nei suoi confronti sia stato tracciato un identikit errato. Studente, ha frequentato un istituto privato. Grande appassionato di storia islamica e dei califfati. Un ragazzo provato dalla morte del padre durante il lockdown.
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E proprio per questo si sarebbe chiuso in se stesso, isolandosi al punto da stringere amicizie poco rassicuranti via web. Le sue ricerche però sarebbero state equivocate. Assistito dall’avvocato Gabriele Pellicioli, il ragazzo ha fornito la sua versione. "Il quadro non corrisponde alla realtà dei fatti. Occorre tutelare la segretezza delle indagini, a maggior ragione visto che si tratta di un minore".
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Il monitoraggio del ragazzo è iniziato in seguito al rapido processo di radicalizzazione violenta e alla pubblicazione sui social di video di propaganda jihadista. L’attività investigativa ha fatto emergere l’appartenenza del minore a una rete di giovani internauti sostenitori del Daesh. Il suo avatar sembra proprio inneggiare alla violenza.
Il giuramento al Daesh e una mappa dei target, con alcuni punti individuati e contrassegnati da una crocetta blu. Punti che, per gli investigatori, potevano rappresentare luoghi idonei per mettere in atto forse un attentato.
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Le indagini hanno permesso di accertare che il giovane era pronto a passare all’azione elaborando il progetto di un attentato incendiario nella zona in cui vive; il minore è stato inoltre trovato in possesso di numerosissimi contenuti riconducibili allo Stato Islamico, tra cui video di esecuzioni e manuali relativi alle armi ed al confezionamento di ordigni, che diffondeva anche sulla rete, esortando gli altri giovani internauti a passare all’azione.
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