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    "L'ITALIA STA VIVENDO LO SPETTRO DEL FASCISMO GRAZIE A QUELLA BO***ARA DI GIORGIA MELONI" - IL RAPPER GENNARONE È STATO DENUNCIATO PER VILIPENDIO DELLE ISTITUZIONI DOPO GLI INSULTI ALLA PREMIER, DURANTE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO DI FOGGIA - IL CENTRODESTRA ATTACCA IL "SILENZIO" DELLA SINISTRA: "NON HANNO NULLA DA DIRE SCHLEIN E CONTE?" - LA REPLICA DEL RAPPER, CHE SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI: "LA PAROLA ERA RIVOLTA AL FASCISMO E ALLA ANORMALITÀ DI UNA PRESIDENTE CHE NON SI DICHIARA APERTAMENTE ANTIFASCISTA E VARA LEGGI CHE…"


     
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    Estratto dell'articolo di Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

     

    GENNARONE INDULTA GIORGIA MELONI DURANTE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO A FOGGIA GENNARONE INDULTA GIORGIA MELONI DURANTE IL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO A FOGGIA

    Il rapper Gennarone si scusa, ma sono un caso le sue parole pronunciate dal palco del 1° maggio di Foggia: «L’Italia sta vivendo lo spettro del fascismo grazie a quella... di Giorgia Meloni».

     

    Dove i puntini stanno per un epiteto che ha fatto scattare ieri — assieme alle accuse di sessismo, per il cantante e per chi non è intervenuto in diretta — anche una denuncia al rapper per vilipendio delle istituzioni. A presentarla la responsabile del dipartimento legalità e sicurezza di FdI della provincia di Foggia, Daria Cascarano. […]

     

    GENNARONE GENNARONE

    Il cantante, impiegato alla cassa ticket dell’ospedale cittadino, parla di «provocazione artistica» e dice che «la parola non voleva certo essere offensiva nei confronti della presidente e delle donne».

     

    Ma che la sua invettiva era «rivolta al fascismo» e alla anormalità di «una presidente del Consiglio che non si dichiara apertamente antifascista e vara leggi che mettono il bavaglio alla stampa e riducono la libertà sull’aborto». In un periodo storico molto delicato, chiede, «se non ne parliamo noi artisti, ognuno attraverso la propria forma, chi lo dovrebbe fare?».

     

    GENNARONE GENNARONE

    Il centrodestra accusa il «silenzio» della sinistra. «Per mancare di rispetto alla prima premier donna della Repubblica italiana, è stato utilizzato uno dei più deplorevoli insulti sessisti. Vergognoso che ad assistere ci fossero cariche istituzionali. Non hanno nulla da dire Schlein e Conte?», attacca il capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti. […]Deborah Bergamini (FI) stigmatizza la mancata presa di distanza delle «sedicenti femministe, sempre pronte a difendere i diritti delle donne, ma solo se sono di sinistra». […]

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