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    IL REDDITO DI LATITANZA – I CARABINIERI HANNO ARRESTATO IL CAMORRISTA LATITANTE ANTONIO PEZZELLA, 67 ANNI, AFFILIATO AL CLAN AMATO-PAGANO – STRANGOLÒ BRUTALMENTE UN BOSS RIVALE DURANTE LA FAIDA DI SCAMPIA, PRENDENDOLO A CALCI MENTRE AGONIZZAVA – ERA RICERCATO DA GENNAIO, SI NASCONDEVA A CASAVATORE (NAPOLI) E RICEVEVA  IL REDDITO DI CITTADINANZA


     
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    Nico Falco per www.fanpage.it

     

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    I carabinieri hanno arrestato il latitante Antonio Pezzella, 67 anni, considerato affiliato al clan Amato-Pagano: secondo le indagini ha partecipato all'esecuzione di Gaetano De Pasquale, cugino del superboss Paolo Di Lauro, sequestrato e ucciso dagli Scissionisti durante la Prima Faida di Scampia. Pezzella era ricercato dallo scorso gennaio, da quando si sottrasse a un ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla corte di assise d’appello di Napoli.

     

    I militari  del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Napoli lo hanno scovato in un'abitazione di Casavatore (Napoli) al termine di complesse indagini durante le quali sono stati costantemente monitorati flussi bancari e attività sul web. Da successivi accertamenti è emerso che l'uomo era percettore del reddito di cittadinanza; dopo le formalità di rito è stato rinchiuso nel carcere di Secondigliano.

     

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    L'omicidio di Gaetano De Pasquale risale al 1 novembre 2004. L'uomo era cugino del superboss Paolo Di Lauro, alias Ciruzzo il Milionario, all'epoca al vertice del clan che era in guerra contro gli Scissionisti, ovvero gli Amato-Pagano. De Pasquale, racconteranno poi i pentiti, venne sequestrato e portato al cospetto di Cesare Pagano, che lo interrogò insieme ad altri affiliati per costringerlo a rivelare i covi del clan del "Terzo Mondo".

     

    Il collaboratore di giustizia Gennaro Notturno ha raccontato che De Pasquale venne legato ad una sedia ed interrogato per ore, e che per convincerlo a rivelare la posizione dei nascondigli Amato gli offrì dei soldi, dicendogli che lo avrebbe mandato via da Napoli, in Sud America. De Pasquale, prosegue il pentito, rivelò quello che sapeva, ma gli Amato-Pagano lo annegarono in una bacinella d'acqua e buttarono il suo cadavere in un pozzo.

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