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    IL RICATTO DI HAMAS A NETANYAHU: GLI OSTAGGI NON SARANNO LIBERATI SENZA IL RITIRO DELLE TRUPPE ISRAELIANE DA GAZA – I COLLOQUI DI PACE TRA LE PARTI SI SONO QUASI INTERROTTI, I TERRORISTI SANNO CHE IL CONSENSO DI “BIBI” IN PATRIA È QUASI A ZERO E, QUINDI, USANO GLI OSTAGGI PER FAR LEVA SUL DOLORE DELLE FAMIGLIE DELLO STATO EBRAICO E CONVINCERE IL PREMIER A TRATTARE...


     
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    Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per "La Stampa"

     

    BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA

    Nessun accordo per liberare gli ostaggi israeliani senza il ritiro delle truppe di Tsahal da Gaza. Hamas tiene il punto e tira il freno a mano dei colloqui, forte del sostegno, secondo fonti citate dal quotidiano Haaretz, della leadership dei palestinesi detenuti in Israele. La loro libertà dipende dallo scambio con i prigionieri a Gaza. I jihadisti fanno leva sul dolore e la rabbia delle famiglie israeliane dei rapiti e dei militari al fronte e lanciano lo slogan «Abbiamo cercato di mantenerli in vita ma Netanyahu ha insistito per ucciderli».

     

    La frase si riferisce ai soldati caduti sul campo di battaglia - 137 dall'inizio dell'operazione di terra - e agli ostaggi tornati cadaveri in Israele. La formula è comparsa come didascalia in una serie di video diffusi sul canale Telegram della fazione islamista. In alcuni si vede l'eliminazione di militari israeliani. In un altro filmato il gruppo scarica sul premier israeliano la responsabilità della morte dei tre ragazzi di cui l'esercito, la settimana scorsa, aveva recuperato i cadaveri.  […]

     

    soldati israeliani scoprono un tennel di hamas a gaza 3 soldati israeliani scoprono un tennel di hamas a gaza 3

    Netanyahu non cede a ricatti e non intende lasciare altra scelta al nemico se non «arrendersi o morire». «Non fermeremo la guerra finché non avremo raggiunto tutti gli obiettivi: completare l'eliminazione di Hamas e liberare tutti i nostri ostaggi», ribadisce in un video postato su X. «E dopo aver eliminato Hamas, userò tutto il mio potere per garantire che Gaza non minacci mai più Israele, né Hamastan né Fatahstan», completa il premier, ripetendo il suo recente slogan.

     

    UNA SOLDATESSA ISRAELIANA IN UNO DEI KIBBUTZ ATTACCATI IL 7 OTTOBRE DA HAMAS UNA SOLDATESSA ISRAELIANA IN UNO DEI KIBBUTZ ATTACCATI IL 7 OTTOBRE DA HAMAS

    La formula dell'accordo di fine novembre pare da rottamare. Un mese dopo, le parti sono su posizioni diverse da allora e molto più distanti tra loro. I mediatori dovranno trovare con creatività una soluzione che accorci la distanza siderale tra Hamas e Israele. A siglare l'attuale fallimento dei colloqui sono stati i lanci di razzi da Gaza, ripresi dopo 40 ore di relativa calma, sia verso le aree israeliane a ridosso della Striscia sia sulla città di Tel Aviv e nei dintorni, dove è piovuta una raffica di 30 missili. Anche il voto sulla risoluzione Onu per Gaza pare andare incontro a un terzo rinvio di fila.

     

    la resa dei presunti miliziani di hamas 4 la resa dei presunti miliziani di hamas 4

    «Hamas non può restare, non importa in quale forma», ha detto un funzionario israeliano in un briefing per la stampa. E ha anticipato che ci saranno ancora «operazioni ad altissima intensità» in aree dove l'esercito non è finora riuscito ad arrivare. Ieri i militari israeliani hanno messo piede per la prima volta a Tuffah, quartiere di Gaza City lungo la Salah Al Deen, tra Jabaliya e Shejaiya.  […]

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