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    HANNO FATTO LA PELLE AD “APOLLO” – IL RICCASTRO LEON BLACK, FONDATORE DEL COLOSSO DEL PRIVATE EQUITY “APOLLO GLOBAL MANAGEMENT” GIA' COSTRETTO A DIMETTERSI PER I LEGAMI CON JEFFREY EPSTEIN, È STATO ACCUSATO DI ABUSI SESSUALI DALLA SUA EX AMANTE, UNA MODELLA RUSSA 38ENNE: LEI SI È MESSA IN TASCA 20 MILIONI PER NON RIVELARE I DETTAGLI DELLA RELAZIONE DURATA SEI ANNI, MA ADESSO HA RACCONTATO DI ESSERE STATA COSTRETTA A SODDISFARE I BISOGNI SESSUALI DI…


     
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    Andrea Marinelli per il “Corriere della Sera”

     

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    Non vuole naufragare da solo Leon Black, fondatore del colosso del private equity Apollo Global Management e 214esimo uomo più ricco al mondo. Già costretto a dimettersi a marzo dello scorso anno a causa dei suoi legami con Jeffrey Epstein, miliardario condannato per pedofilia e morto suicida in carcere, a giugno il potente finanziere newyorkese - 70 anni e un patrimonio di 10,4 miliardi: collezionista d'arte, nel 2012 pagò 120 milioni per l'Urlo di Munch - è stato accusato di abusi sessuali dalla sua ex amante Guzel Ganieva, modella russa 38enne che sostiene di essere anche stata costretta a volare in Florida con lui per «soddisfare i bisogni sessuali» dell'amico.

     

    guzel ganieva guzel ganieva

    Quel giorno non successe niente, ma Black - afferma la modella - avrebbe abusato di lei per anni, la avrebbe manipolata e, infine, costretta a firmare un accordo di segretezza nel 2015. Per gli avvocati di Black è tutta «opera di fantasia»; Ganieva ribatte che il magnate, oltre ad aver abusato di lei, le ha anche «rovinato la reputazione» accusandola di estorsione. Il finanziere, sposato e padre di 4 figli, nega gli addebiti, ma ammette di aver dato alla sua ex amante circa 20 milioni per non farle rivelare i dettagli di un legame durato sei anni.

     

    Ora il miliardario è passato al contrattacco e sta trascinando nella contesa alcuni dei personaggi più in vista della città. Come rivela il Financial Times , Black avrebbe chiesto di accedere ai dati telefonici di Steven Rubenstein - uno dei più importanti dirigenti nel mondo delle pr newyorkesi, che fra i clienti annovera Donald Trump, Rupert Murdoch e la stessa Apollo - e di altri pezzi grossi di Wall Street. Rubenstein è stato informato dall'operatore telefonico Verizon, che sarà obbligato a consegnare i dati di ogni telefonata e messaggio passato sul suo iPhone nell'arco di 12 mesi: da lì Black vuole risalire ai contatti avuti dal principe delle pr con nove individui - fra cui giornalisti che hanno scritto del caso - per dimostrare di essere vittima di un tentativo di estorsione.

     

    jeffrey epstein leon black jeffrey epstein leon black

    I legali di Rubenstein definiscono la mossa «vergognosa» e scorretta. «Ogni cittadino dovrebbe inorridire - hanno commentato - pensando che a un semplice spettatore possa essere ordinato di fornire i propri dati telefonici per volontà di una parte in causa». È stata Susan Estrich, accademica femminista che ha diretto la campagna presidenziale di Michael Dukakis nel 1988 e più recentemente ha difeso il boss di Fox News , Roger Ailes, accusato di molestie sessuali da diverse donne, a rivoltare il caso.

     

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    L'avvocatessa, che a novembre si è aggiunta a una squadra di primo livello, ha invocato una norma di solito usata nei casi di mafia per sostenere che Ganieva e i suoi legali dell'importante studio Wigdor avrebbero messo a punto un piano - che coinvolge due pr e un misterioso finanziatore in grado di arrivare allo scontro con un miliardario - «per ottenere ancora di più da Black, oppure distruggerlo».

     

    leon black con la moglie debora leon black con la moglie debora

    Il miliardario vuole quindi capire chi paga le spese legali della controparte: stando alla lettera d'incarico fornita alla corte, Ganieva darebbe ai suoi legali il 38% dell'eventuale risarcimento ottenuto da Black, ma lo studio Wigdor non riceverebbe nulla se la causa non dovesse andare a buon fine. Dietro, però, gli avvocati di Black intravedono l'ombra di qualcuno più potente: forse l'ex socio del finanziere, Josh Harris, che sperava di prenderne il posto, o Michael Rubin, proprietario con Harris dei Philadelphia 76ers di basket. «È assurdo che il suo nome sia associato a questa storia», ha commentato il portavoce di Harris. Entrambi, però, sono citati nella causa intentata da Black.

    jeffrey epstein jeffrey epstein leon black del fondo apollo leon black del fondo apollo leon black ex ceo di apollo global management leon black ex ceo di apollo global management

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