TIM PERDE L'8,3% IN BORSA DOPO I RITOCCHI ALLE OFFERTE
PIETRO LABRIOLA
(ANSA) - Seduta da dimenticare per Tim a Piazza Affari. Il titolo dell'ex monopolista telefonico ha chiuso in calo dell'8,27% a 0,29 euro dopo che ieri Kkr e Cdp-Macquarie hanno fatto pervenire i ritocchi alle loro offerte sulla rete. Secondo alcuni analisti, come quelli di Akros e Bestinver, le nuove valutazioni non sarebbero in grado di soddisfare né Vivendi né il cda, riaprendo i giochi sulla rete e allungando i tempi per individuare una soluzione.
RETE TIM, RILANCI TIMIDI, PROPOSTE SOTTO I 20 MILIARDI. PER VIVENDI È TROPPO POCO
Estratto dell’articolo di Francesco Spini per “la Stampa”
Arrivano i rilanci per la rete di Tim, e ora toccherà al cda già convocato il 4 maggio […] decidere il da farsi: approfondire offerte inferiori alle attese o esplorare altre soluzioni, come chiedono a gran voce i francesi di Vivendi, primi azionisti delusi dalle proposte.
vincent bollore
La cordata composta da Cassa depositi e prestiti oltre che dal fondo australiano Macquarie presenta, nella nuova proposta non vincolante, un rilancio da 1,3 miliardi di euro, passando da una valutazione complessiva di 18 miliardi a 19,3 miliardi. Il numero da considerare, però, resta quanto debito sarà tolto da Tim (al netto insomma dei 2,6 miliardi che verrebbero pagati a Kkr per la quota del 37,5% di FiberCop): un numero che sale da 15,4 a 16,7 miliardi.
Allo stesso modo anche Kkr rivede al rialzo la propria offerta per circa un miliardo: da 18 miliardi (con 2 miliardi aggiuntivi di earn out in caso di fusione con Open Fiber) passa a 19, di cui 8 di debito e 11 di capitale, sempre con in aggiunta l'earn out per l'eventuale rete unica (metà del quale sarebbe legato a una complicata Rab).
Per capire l'incidenza sul debito di Tim (oltre 30 miliardi lordi, 20 netti after lease) occorre capire la valutazione di FiberCop, per cui resterebbero gli originari 12 miliardi di euro. Di questi dunque 4,5 resterebbero nelle tasche degli americani che però, va ricordato, hanno già versato nelle casse di Tim 1,8 miliardi al momento del loro ingresso. Per ridurre il debito di Tim rimarrebbero 14,5 miliardi più 2 del tutto incerti.
dario scannapieco
[…] La proposta scade l'8 maggio: una sorta di ultimatum. Molto articolata la soluzione di Cdp e Macquarie. L'offerta è congiunta, ma Sparkle verrebbe acquisita dalla sola Cdp. Visto il carattere strategico dei cavi internazionali che vi sono inclusi, Macquarie ha deciso di fare un passo indietro, lasciando a Cassa, braccio finanziario del governo, l'acquisto per 700 milioni incrementabili di altri 200 sotto forma di earn-out.
Nel complesso, però, l'offerta sulla rete (che scade il 31 maggio) viene aumentata di 1,3 miliardi: si tratta, secondo fonti finanziarie, di 400 milioni frutto dell'accollo di fondi pensionistici (Tfr), 450 milioni sono cassa aggiuntiva, gli altri 450 saranno riconosciuti con un meccanismo di pagamento che seguirà l'avanzamento del piano di Tim. Secondo Cdp e Macquarie l'offerta così congegnata è in grado di rendere sostenibile la futura ServCo, la società di servizi che potrebbe raggiungere in tal modo il rating doppia B. In NetCo sarebbero assorbiti 20 mila lavoratori, la metà degli attuali occupati in Italia. […]
henry kravis
Per Cdp e Macquarie, che sono pure i due soci (rispettivamente al 60 e al 40%) della Open Fiber destinata alla fusione, resta il nodo Antitrust […].
[…] Per il consiglio scegliere un'offerta inferiore ai 20 miliardi, sotto anche alla stima informale effettuata dallo stesso cda non sarà facile. Tanto più sapendo della contrarietà di Vivendi, ferma sull'idea che la rete vale almeno 31 miliardi, e convinta dell'opportunità […] di percorrere altre strade, a cominciare da un'Opa che, per mezzo di alcuni fondi, porti Tim fuori dalla Borsa e permetta la scissione proporzionale della rete. Domani c'è l'assemblea dove il voto più atteso è quello sui bonus dell'ad Pietro Labriola, su cui graverà il no francese. Cosa succede se salta la vendita della rete? […]
PIETRO LABRIOLA TIM