ABU DHABI, SCAMBIO DI PRIGIONIERI USA - RUSSIA, BRITTNEY GRINER E VIKTOR BOUT
1 - DALL'URSS A HOLLYWOOD IL "LORD OF WAR" CHE SI VANTAVA "IO, SECONDO SOLO A BIN LADEN"
R.Cas. per “la Repubblica”
LO SCAMBIO TRA BRITTNEY GRINER E VIKTOR BOUT
C'è un motivo se il trafficante d'armi russo Viktor But è stato per anni uno degli uomini "più ricercati" al mondo e se, dopo la sua incarcerazione negli Stati Uniti, la Russia ha fatto di tutto per ottenerne il rilascio: dove c'erano guerre, c'erano i suoi baffi. But il "mercante di morte", così soprannominato da un funzionario del Foreign Office britannico, vendeva armi a chiunque: Stati canaglia come il regime liberiano di Charles Taylor, dittatori come il leader libico Muhammar Gheddafi, gruppi ribelli come le milizie in Sierra Leone o le contrapposte fazioni nel conflitto civile in Angola, signori della guerra come i talebani.
viktor bout
Nato nel 1967 a Dushanbe, allora Urss, oggi Tajikistan, studi all'Istituto Militare di Lingue Straniere di Mosca, But prestava servizio come traduttore nell'aeronautica quando nel 2001 si è sgretolata l'Urss. È l'inizio della sua sanguinosa carriera.
Come ha scritto il giornalista statunitense Douglas Farah, coautore nel 2008 del libro-inchiesta Mercante di Morte, But coglie «l'opportunità offerta da tre fattori nati dal crollo dell'Unione Sovietica: gli aerei abbandonati sulle piste tra Mosca e Kiev, enormi scorte di armi custodite da soldati che nessuno pagava e l'esplosione della domanda di armi». But allestisce una flotta di aerei cargo e vende armi in tutto il mondo, aggirando gli embarghi tanto da guadagnarsi il secondo soprannome di "uomo delle sanzioni".
nicolas cage lord of war ispirato da viktor bout
Non ci mette molto a finire nella lista dei ricercati. «Dopo l'11 settembre, mi sono svegliato e ho scoperto di essere secondo soltanto ad Osama Bin Laden», racconterà compiaciuto in un'intervista concessa nel 2003 al New York Times. Due anni dopo la pellicola hollywoodiana Lord of War con Nicolas Cage lo consegna al mito. Un mito esagerato dagli Stati Uniti - è questa l'accusa di Mosca contenuta nella controinchiesta del giornalista russo Aleksandr Gassjuk pubblicata un anno fa - per demonizzare la Russia e santificare i "bravi ragazzi americani" che nel 2008 mettono fine alla latitanza del "russo cattivo".
il matrimonio di viktor bout
È in Thailandia che si conclude la scalata di But: cade in una trappola.
Agenti segreti statunitensi si spacciano per guerriglieri delle Farc fingendo di voler acquistare missili terra-aria per abbattere gli elicotteri statunitensi che aiutano l'esercito colombiano. Lo arrestano. Estradato negli Stati Uniti, nel 2012 a New York But viene condannato a 25 anni di carcere con l'accusa di terrorismo.
La Russia proclama la sua innocenza, denunciando quella che chiama ingiustizia "politica". But, sostiene Mosca, è un uomo d'affari che parla sei lingue, mangia vegetariano, ascolta musica classica e dipinge. I suoi quadri realizzati nel carcere di Marion, in Illinois, i cui soggetti vanno dal ritratto di Josif Stalin a un gattino, sono stati esposti al Consiglio della Federazione, la Camera alta del Parlamento russo, proprio mentre nei mesi scorsi si speculava su uno scambio di prigionieri.
brittney griner paul whelan viktor bout
Un interesse tale da far sospettare che But fosse legato al famigerato servizio segreto militare Gru e che agisse quantomeno con il consenso tacito delle autorità russe. Perciò il suo rilascio è una vittoria per Mosca.
2 - IL CASO DELL'EX MARINE E LA VITTORIA A METÀ DI BIDEN CHE ACCETTA IL DIKTAT RUSSO
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
viktor bout
Il governo americano ha presentato la liberazione di Brittney Griner come un successo diplomatico, raggiunto in una fase di «relazioni molto difficili» con la Russia. Ed è più che comprensibile il sollievo dell'opinione pubblica americana. L'operazione, però, ha un retrogusto molto amaro.
Alla fine Biden ha dovuto accettare le condizioni dettate da Putin: se vuoi riportare a casa la star del basket, devi scarcerare Viktor Bout, ex colonnello dell'Armata Rossa, trafficante d'armi talmente spregiudicato da essersi ampiamente meritato il soprannome di «mercante della morte». Bout stava scontando 25 anni di carcere negli Usa. Gli americani hanno iniziato a negoziare subito dopo l'arresto di Griner, il 17 febbraio scorso, all'aeroporto di Mosca.
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L'accusa: contrabbando di droga. In altri tempi, probabilmente, la questione sarebbe stata gestita dal Dipartimento di Giustizia. Ma, dopo l'attacco all'Ucraina (24 febbraio), la vicenda di Griner è rimasta impigliata nello scontro tra Russia e Stati Uniti. Il Cremlino prima ha respinto ogni trattativa, poi ha iniziato ad alzare il prezzo.
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I colloqui si sono sviluppati al massimo livello e su tre canali diversi: il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan sentiva la sua controparte Nikolai Patrushev; il direttore della Cia, William Burns era in contatto con il numero uno dei servizi segreti di Mosca, Sergei Naryshkin e infine il segretario di Stato Antony Blinken dialogava con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov. Gli americani hanno cercato fino all'ultimo di inserire nello scambio anche Paul Whelan, ex marine condannato nel 2020 a 16 anni di reclusione da un tribunale russo con l'accusa di «spionaggio».
brittney griner in aula a khimki
Ma ieri un funzionario del Consiglio di Sicurezza nazionale ha spiegato in una conference call che i russi «considerano il caso di Whelan diverso». Biden ha quindi preso una decisione definita «molto difficile», dando il via libera allo scambio tra un sicuro criminale e una cittadina americana che ha peccato, al massimo, di ingenuità. Il presidente ha promesso alla famiglia di Whelan che «Paul non sarà abbandonato».
brittney griner in aula a khimki
Nello stesso tempo ha spiegato che non c'era altra scelta anche se lo strappo politico è carico di insidie: ora il mondo sa che l'America è potenzialmente ricattabile. Dalla Casa Bianca fanno sapere che la trattativa con i russi si è concentrata solo sui «prigionieri», senza allargare il confronto alla guerra in Ucraina. Tuttavia Blinken e Sullivan hanno costantemente informato Zelenksy, proprio per evitare malintesi: il sostegno americano restava fuori discussione. E in effetti le cronache dell'intero anno dimostrano come gli Usa abbiano continuato a fornire armi sempre più sofisticate a Kiev, anche mentre i diplomatici e la Cia lavoravano per riportare Brittney a casa.
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