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    IL RISIKO DEL PETROLIO ITALICO - PER UN’ENI CHE CHIUDE LE RAFFINERIE, CI SONO I RUSSI CHE VENGONO: IL COLOSSO RUSSO ROSNEFT METTE NEL MIRINO LA SARAS DI MORATTI


     
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    Luca Pagni per “la Repubblica

     

    Da una parte c’è l’Eni che potrebbe chiudere più della metà delle sue raffinerie; dall’altra c’è il colosso russo Rosneft che vorrebbe investire nella Saras dei Moratti in Sardegna. Il settore economico è lo stesso, la trasformazione del petrolio in benzina, gasolio e affini, ma le due notizie sembrano andare in senso opposto.

     

    A ben guardare, c’è una doppia matrice comune: la recessione, che ha penalizzato i consumi, e la concorrenza delle grandi raffinerie dell’estremo oriente. Due fattori che hanno fatto crollare la redditività degli impianti in tutta Europa. Dal 2007, nel Vecchio Continente sono stati fermati 14 impianti, mentre in Italia tre raffinerie (sulle 16 totali) sono state riconvertire in depositi di greggio: lo ha fatto la Tamoil a Cremona, TotalErg a Roma e la mantovana Ies.

    ROSNEFT ROSNEFT

     

    Secondo i dati forniti dalla Filctem-Cgil, sono settemila i posti di lavoro scomparsi negli ultimi sei anni. Una emorragia che prosegue: il sindacato parla di ulteriori 6mila posti in meno su un totale di 22mila. Lo dimostra la rottura delle trattative con l’Eni al ministero dello Sviluppo economico: la prima società italiana (per capitalizzazione di Borsa) vuole ridimensionare le sue attività che non siano l’estrazione di idrocarburi.

     

    raffinerie raffinerie

    Eni garantisce le continuità operative solo per la raffineria di Sannazzaro (Pavia) e Milazzo. In discussione Priolo e Gela in Sicilia (dove il presidente della regione Crocetta minaccia ricorsi legali), Taranto, Livorno e Porto Marghera, nonché il petrolchimico di Priolo (Siracusa). Anche a Sarroch, in provincia di Cagliari, Saras prevede ridimensionamenti all’organico (1.150 lavoratori). Ma Rosneft potrebbe aumentare la sua quota del 20%, approfittando del calo del titolo (meno 24% in un anno) e del fatto che il colosso russo ha la materia prima. Non tutti gli impianti chiuderanno. Solo quelle meno efficienti o che necessitano di investimenti. Saras, per lo meno, li ha fatti per tempo.

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