Estratto dell'articolo di Fabrizio Goria per la Stampa
margrethe vestager
La corsa verso lo scranno più alto della Banca europea per gli investimenti (Bei) è iniziata. In pole position c'è Nadia Calviño Santamaría, vice presidente del governo spagnolo.
Ma la battaglia non si è ancora conclusa. In lizza ci sono ancora l'ex ministro del Tesoro italiano, Daniele Franco, e la vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager. Venerdì prossimo inizierà il processo per la designazione del successore di Werner Hoyer con il termine per la presentazione delle candidature da parte degli esecutivi. E le attività diplomatiche sono già vivaci, specie in ottica delle prossime elezioni europee.
Il risiko delle nomine a livello comunitario entra nel vivo.
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Nadia Calviño Santamaría
Cruciale potrebbe essere la formazione del prossimo governo di Pedro Sánchez. Nel caso di una formazione del governo entro la fine di agosto, Madrid potrebbe spingere per ottenere la vicepresidenza della Commissione Ue. Sempre con Calviño. E quindi si lascerebbe scoperta la posizione più alta della Bei. In quel caso Vestager sarebbe, stando alle indiscrezioni che percorrono le vie di Bruxelles, la favorita.
Ma dovrebbe fare i conti anche con Franco. E con la Polonia, che ha schierato Teresa Czerwinska, e con la Svezia, che ha proposto Thomas Östros. Entrambi sono vice presidenti della Bei. Fattore che potrebbe essere determinante.
Il prossimo 16 settembre a Santiago de Compostela ci sarà la probabile investitura informale da parte del meeting dei ministri delle Finanze europei. Questo sulla carta, tuttavia. Perché le negoziazioni, come spiegano fonti governative, sono serrate. E riguardano anche l'Italia.
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Roma gradirebbe un posto alla Bei, visto che è priva di un presidente dal 1959. Ma c'è ancora da definire chi sostituirà Fabio Panetta, designato come governatore della Banca d'Italia, nel Board della Banca centrale europea (Bce). Le ultime voci confermano il favorito della primissima ora, ovvero il vice governatore Piero Cipollone. Un via libera, spiegano fonti vicine al dossier, dovrebbe arrivare a breve. «Entro la metà di agosto», spiegano. Si tratterebbe però di un suggerimento, che dovrebbe poi essere passata al vaglio di Bruxelles.
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Sul fronte Bei, quindi, la strada di Franco è in salita. Che si complica in vista delle prossime elezioni, e quindi di un nuovo assetto di Palazzo Berlaymont. I Paesi europei con meno potere decisionale, ma con più carte da giocare a livello geopolitico, saranno legittimati a chiedere più presenza e più posizioni. Vedasi la Polonia, i cui confini sono messi sotto pressione dalla guerra in Ucraina scaturita dall'invasione della Federazione Russa. L'impressione dominante, tra Bruxelles e Lussemburgo, è che la partita a tre - Calviño, Franco, Vestager - possa essere vinta dall'attuale vice presidente della Commissione. Ma le carte in tavola possono cambiare mano dopo mano, nel caso i governi nazionali decidessero di spingere sull'acceleratore.
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