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    IL RITRATTO DEFINITIVO DI GRILLO, VERGATO DAL MARCHESE FULVIO ABBATE: ''LA SENSAZIONE È CHE IN TUTTI QUESTI ANNI SI SIA SOLAMENTE DIVERTITO, PERFINO ALLA FACCIA DEI SUOI STESSI COMPAGNI D’AVVENTURA, LI ABBIA USATI TUTTI COME CAVIE, CRICETI NELLA RUOTA A 5 STELLE, PER UN SUO SCANZONATO PATAFISICO DIVERTISSEMENT DEGNO DI UN UBU RE, PERFINO ALLA FACCIA DI COLORO PER I QUALI “BEPPE HA SEMPRE RAGIONE”. LA PRIMA VOLTA CHE L'HO VISTO ERA IL 1978 E…''


     
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    fulvio abbate fulvio abbate

    Fulvio Abbate per “il Dubbio

     

    Beppe Grillo, la prima volta che l’ho visto di persona, è stato negli studi di un’emittente televisiva privata palermitana, ai margini di una circonvallazione trafficata, sarà stato il 1978, e lui era già famoso, era già Grillo, ovviamente con 30 chilogrammi in meno. Chissà che ci faceva lì, con il suo cespuglio di capelli, la salopette, indumento-vessillo del tempo interamente rivestito di denim di Fiorucci.

     

    L’uomo, il comico, il personaggio era allora assimilabile, nella sua cifra politica e antropologica, meglio, attitudinale, sia nell’aspetto sia nell’eloquio, come dire, “selvaggio”, ad altre figure della medesima ondata di anticonformismo, non necessariamente attori, non strettamente comici, gente come Rino Gaetano con “Nun te reggae più”, Enzo Carella con “Tentami, toccami con l’alito” e perfino i Pandemonium con “Tu fai schifo sempre”, allegria informale, da reduci dell'aria settantasettina.

    beppe grillo al mare beppe grillo al mare

     

        Poi, come talvolta accade, qualcuno si è accorto del ragazzo, sì, Pippo Baudo e, sia pure depotenziandone i picchi da cabaret della crudeltà, versione pop di un teatro altrimenti estremo, assodato che Grillo al naturale non può rinunciare al propellente liberatorio del turpiloquio, come in seguito avremmo visto, al punto di farne addirittura un manifesto politico, “Vaffanculo!” in luogo di “Proletari di tutti paesi unitevi”.

     

    beppe grillo sul set beppe grillo sul set

    Così facendo, l’uomo, il ragazzo, il furbetto Beppe ha raggiunto perfino le fasce protette, il banale televisivo del sabato sera, distinguendosi comunque per la sua irruenza, sia pure tra i paletti di un testo scritto, rodato, battute verificate serata dopo serata. In seguito, forte di un riscontro indubitabile, decisamente nazionalpopolare, cioè sempre baudiano, l'ex debuttante già provetto si è messo a raccontare il mondo, inviato stralunato, le sopracciglia a circonflesso, con “Te lo do io l’America”, dietro le quinte conterraneo Antonio Ricci a sostenerlo.

     

        A uno così puoi non aprire i portelloni del cinema? Eccolo accanto a Coluche, collega francese, lo stesso che, già nel 1980, si era candidato alle presidenziali del suo paese, con un appello, fiancheggiato da firme eccellenti come Pierre Bourdieu, Félix Guattari, Alain Touraine, Gilles Deleuze, dove si rivolgeva, fra molti altri, “agli sfaccendati, agli zozzoni, ai drogati, agli alcolizzati, ai froci, alle donne, ai parassiti, ai giovani, ai vecchi, agli artisti, agli avanzi di galera, alle lesbiche, ai garzoni, ai neri, ai pedoni, agli arabi, ai francesi, ai capelluti, ai buffoni, ai travestiti, ai vecchi comunisti, agli astensionisti convinti, a tutti quelli che non credono più nei politici”. Il film era “Scemo di guerra” di Dino Risi, l’anno il 1985.

    beppe grillo c e grillo. beppe grillo c e grillo.

     

        Chissà se nelle pause di lavorazione Coluche, anch'egli sempre in salopette, gli abbia inoculato l’idea di creare un movimento di agitazione permanente, ciò che in Italia non è riuscito a quello che si faceva chiamare Jack Folla e portava già in piazza una falange di “incazzati”.

     

        Si racconta ancora che il comico Grillo, ormai accertata voce anti-sistema, distruggesse sul proscenio dei teatri-tenda, martellata su martellata, i computer, salvo poi ricredersi dopo la visita di un “colletto bianco”, tal Casaleggio, giunto a suggerirgli che, studiando meglio, fosse preferibile rottamare la salopette da comico alternativo marginalizzato piuttosto che i pc; il resto è storia pubblica nota, cresciuta sul bisogno di risarcimento, almeno dopo l’embargo subito da parte della Rai, in seguito, si dice, alle battute su Bettino Craxi e i suoi socialisti in viaggio di Stato in Cina, versione comunque smentita da Bobo Craxi,  l’obiettivo era semmai Biagio Agnes, il direttore generale di viale Mazzini, dunque i democristiani, che non il povero Grillo, finito lì, in mezzo in quanto protetto di Baudo.     

    beppe grillo c e grillo beppe grillo c e grillo

     

     

        Insomma, su quel torto subito, Beppe ha costruito il lato B vincente della sua carriera, uno spartiacque. Da una parte “Ahia, non ce la faccio più!”, puro musical, simpatia leggera, ordinarie battute sul costume, dall’altra un immenso e glorioso “Vaffanculo!”, pari, almeno nell’evidenza sonora, al “Vincere!” mussoliniano, e un rosario di epiteti  per la numerosa controparte, per lo “Psiconano” (Berlusconi), per “Gargamella” (Bersani), per la “Salma” (Napolitano), per “Ebetino” (Renzi), per “Cancronesi” (Umberto Veronesi).

    BEPPE GRILLO ALL'AEROPORTO DI HEATHROW BEPPE GRILLO ALL'AEROPORTO DI HEATHROW

     

        Un movimento mosso innanzitutto, aldilà dei molti comprimari, dall’immensa pulsione narcisistica che trova in Grillo il primo motore immobile di se stesso. D’altronde, a chi non piacerebbe che dal proprio cognome venisse un’onda di riscontro davvero di massa e popolare? Perfino San Francesco, nella sua umiltà, ha infine accettato che potessero esistere i francescani, no? Nel caso di Beppe, plebiscitariamente, verranno battezzati subito "grilini", estensioni, se non erezioni, del promotore.

     

        Non ci soffermeremo sul suo esercito all’ombra dei gazebo, precipitato ultimo, o forse iniziale, di un’operazione di marketing politico riuscita, come già Forza Italia anni prima, la rete in luogo delle antenne di Cologno. E neppure proveremo a interrogarci sulle loro attitudini, sul loro lessico essenziale, sulle carenze, neppure sui loro inenarrabili spaventevoli errori alla prova del governo locale e non, ci basterà concentrarci unicamente su Grillo, spinterogeno comico che ha reso possibile nascita e affermazione di un ircocervo politico, indubitabile elemento di novità nel Mercante in Fiera elettorale nazionale.

    BEPPE GRILLO CON LA MANINA BEPPE GRILLO CON LA MANINA

     

        I cinici affermano che, assai presto, il nostro si sarebbe pentito dell’impresa con la sua mole di impegni, e forse soltanto il supporto di un Ego smisurato, in grado di fargli pronunciare ai giornalisti complimenti quali “Vi mangio e poi vi vomito!” lo avrebbe trattenuto da un subitaneo "ragazzi, ho scherzato", dai, era soltanto un gioco, dimostrare che l’avremmo vinta noi, in barba ai Fassino che mi ha schernito, fesso lui.

     

    beppe grillo affitto ombra 1 euro 3 beppe grillo affitto ombra 1 euro 3

        La ragione? Si guadagna assai di più facendo il comico, riempiendo i teatri. Pensandoci bene, con oculatezza tutta ligure, se gli altri hanno ormai modo di vederti gratuitamente, quando vai in piazza Maggiore a Bologna e ti fai trasportare su un canotto sulle teste delle persone, oppure in Sicilia, ad Alcamo, e proprio in terra di mafia dici che “no,  non sono venuto ad amareggiarvi con quella brutta parola alla quale spesso, ingiustamente, vi associano!”, non che la dirà, quella parola, Beppe subito loro. Già, se ti mostri gratuitamente perché poi dovrei pagare il biglietto?

    beppe grillo chiama salvini: c'e' un nero in spiaggia 2 beppe grillo chiama salvini: c'e' un nero in spiaggia 2

     

        Dai, forse risponde al semplice entusiasmo narcisistico occasionale l’immagine di lui al balcone dell’Hotel Forum di Roma mentre proclama la vittoria del Campidoglio e di Torino, mimando i raggi del sole con le mani e poi mostrando una gruccia, una stampella, un appendino.

     

        Avremmo dovuto trovarci lì accanto a lui per intuire tutte le volte in cui Beppe Grillo deve avere sospirato, sempre con se stesso e non certo con Di Maio e Di Battista, che ogni show è accettabile se dura il giusto, d’essersi rotto anche del nuovo prestigioso giocattolo-carovana. Non è forse vero che da un certo momento in poi in poi il suo nome è andato fuori dal simbolo del Movimento 5 Stelle?

     

    Segno che la manovra di allontanamento da parte sua, del suo impegno, della sua faccia, talvolta coperta dal cappuccio, della sua effettiva volontà viene da lontano, al di là della fase declinante, dei sondaggi devastanti, è in atto da molto tempo, se non da sempre, lì a controbilanciare la parte del garante pronto, come nel gioco delle parti, a sostenere che più che di governo il MoVimento dovrà essere di lotta, un modo assai più snello di proseguire nel definitivo sganciamento, la pace festiva dopo la tempesta politica e feriale nella villa di Marina di Bibbona, magari nel dolcefarniente con Parvin, sua moglie, c'è vita oltre i meetup.

     

    BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO BEPPE GRILLO - DI MAIO - DAVIDE CASALEGGIO

         Alla fine d’ogni ipotesi, resta da interrogarsi su quale sia il profilo psicologico e culturale esatto di Grillo, e per questo basterà scorrere la sua pagina Twitter, lì c’è modo di imbattersi su riflessioni sul mercato mondiale di antibiotici e antimicotici, sulla fine del lavoro o della sopravvivenza degli alberi nel deserto o ancora se si possono provare sentimenti per un robot e infine sulla notizia che il più grande parco solare al mondo sarà in Egitto, così fino a quel tweet, degno d’enigma da sfinge: “Se voti SI vuol dire NO se voti NO vuol dire SI, siamo tra il comma 22 e la sindrome di Procuste”.

     

    BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO ALESSANDRO DI BATTISTA

        Quanto appare delittuoso, da parte di un signore che ha fatto della semplificazione la sua forza, sottoporre al suo mondo, e lateralmente anche a tutti noi, un simile quesito labirintico ovvero fino a che punto può spingersi il narcisismo? Rispetto a comma 22, chissà se Beppe avrà mai davvero letto il libro di Joseph Heller o visto il film omonimo di Mike Nichols con Alan Arkin che interpreta il capitano Yossarian, pronto a presentarsi nudo al contrappello del mattino, così da essere esonerato, riconosciuto pazzo, da ogni futura missione di guerra? E chi altri, tra i suoi, sarà in grado di distinguere tra Procuste e locuste?

    BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO BEPPE GRILLO LUIGI DI MAIO

     

     

        La sensazione è che Grillo in tutti questi anni, si sia solamente, palazzeschianamente, divertito, perfino alla faccia dei suoi stessi compagni d’avventura, nessuno escluso, li abbia usati tutti come cavie, criceti nella ruota a 5 stelle, per un suo scanzonato patafisico divertissement degno di un Ubu re, perfino alla faccia di coloro per i quali “Beppe ha sempre ragione”, se così non fosse, magari, non leggeremo nel suo blog notizie degne di “Mondo cane”, ossia che “ci sono impianti in Cina in cui si allevano milioni di scarafaggi come nell’impianto di Jinan, dove a circa 1 miliardo di scarafaggi vengono fornite 50 tonnellate di rifiuti alimentari”.

     

    BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO BEPPE GRILLO E DAVIDE CASALEGGIO

    Tornando invece a Comma 22, non è forse vero che alla fine, superato ogni livello di sopportazione, Yossarian fugge su un canotto, e magari in quest’immagine, ricordandolo quel giorno a Bologna, quando l’apoteosi era solo all’inizio, e tuttavia il canotto era già gonfiato e pronto, risiede la chiave di tutto, la rivelazione di un imminente ritorno alla salopette della piena libertà? 

    BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO NUOTA NELLO STRETTO DI MESSINA BEPPE GRILLO NUOTA NELLO STRETTO DI MESSINA BEPPE GRILLO SU INTERNAZIONALE BEPPE GRILLO SU INTERNAZIONALE

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