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    1. PRONTI PER IL SANREMO DELLA NOSTALGIA CANAGLIA? SI PARTE CON AL BANO E ROMINA: LA COPPIA SCOPPIATA CHE SI RIACCOPPIA, IL PASSATO CHE TI TRAPASSA, MATTARELLA SUL COLLE 2. AL BANO: “NON CI SIAMO PERDONATI. SEMPLICEMENTE ABBIAMO DIMENTICATO IL MALE CHE CI SIAMO FATTI”. PROPRIO COME GLI ITALIANI CON LA RISORTA DC


     
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    1. FELICITÀ È UN GAZPACHO

    Silvia Nucini per “Vanity Fair

     

    AL BANO E ROMINA AL BANO E ROMINA

    Il tentativo di favola è annunciato anche dai cartelli: Carrisiland, avvertono, è a pochi minuti, in fondo al rettilineo. Carrisiland è un confine Tex Mex che corre nel Salento brindisino, un regno di pietra beige che si è espanso nel tempo a seconda dei desideri e delle fortune del suo fondatore, Al Bano Carrisi. Cantautore e attore, ristoratore e produttore di vino, cuoco di fantastico sugo di pomodoro ma soprattutto metà di una coppia che per trent’anni ha fatto, dell’essere coppia, il suo core business. Una coppia che cantava guardandosi negli occhi e tenendosi le mani.

     

    AL BANO E ROMINA AL BANO E ROMINA

    La coppia più bella del mondo se non ce ne fosse già stata un’altra che vantava il titolo. Al Bano-e-Romina si diceva, tutto attaccato, e quasi non si pronunciava mai un nome senza l’altro: del resto chi parla mai solo di Ciop? La figlia di Tyrone Power e il piccolo contadino di Cellino San Marco sono stati la favola alla quale l’Italia degli anni Sessanta ha voluto credere per convincersi che l’amore è cieco per davvero. «Pure io mi dicevo: durerà un giorno, un mese, un anno. Poi lei se ne andrà. Ma perdio non mi voglio perdere nemmeno un secondo di questo miracolo», ricorda adesso Al Bano.

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    «Quando siamo venuti per la prima volta qui, dove sorge la casa, in questo che era il bosco dove io giocavo da bambino e Romina diceva “prendilo”, il cielo era diviso a metà: da un parte la luce, dall’altra tutto nero. A ripensarci era un presagio brutto». Perché la sua profezia si avverasse ci sono voluti 30 anni, la nascita di quattro figli e la morte della primogenita Ylenia, scomparsa a 24 anni.

     

    E poi, era il 1999, sì, lei se n’è andata davvero. Per anni «abbiamo cantato solo in tribunale », sintetizza lui. «Se mi inviti su un ring io che devo fare? Combatto. La mia filosofia è di essere un problema per i miei problemi». Ma, nonostante tutto, siamo qui, nel salotto bianco di casa Carrisi, a pronunciare ancora Al Bano-e-Romina tutto attaccato perché la vita qualche volta è sceneggiata come una fiction Tv. Che due anni fa mette sul cammino dell’ex coppia i capricci di un impresario russo deciso a sentirli ancora cantare. Insieme. «Ha chiamato prima me, me l’ha proposto e io gli ho detto: va bene, ma Romina non la convincerà mai. E invece».

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    Invece a quella serata ne sono seguite altre. Nel filmato di quel primo concerto russo quasi non si guardano, nei video di quelli successivi piano piano si sciolgono, ridono, accennano a un passo di danza. Non come nel passato, ma insomma. «La prima volta che ci siamo rivisti, in Russia, sembravamo il polo nord e il polo sud. Eravamo freddi e distanti. Io, lo devo ammettere, non mi fidavo più. E poi mi sembrava di recitare una parte. Io e lei avevamo sempre cantato prima di tutto per noi due e poi per gli altri. E invece lì, su quel palco, per chi cantavamo? Solo alla terza serata è tornata la magia, la magia del rispetto».

     

    il manifesto per il concerto di Al Bano e Romina a Mosca il manifesto per il concerto di Al Bano e Romina a Mosca

    Romina, al telefono da Los Angeles, dove vive, il giorno prima che incontrassi Al Bano, mi aveva detto: «Quell’impresario russo ha sfondato una porta aperta, io ero pronta a chiudere i conti con il passato. Grazie al buddismo ho lasciato andare i rancori e la rabbia. Gli insegnamenti del Budda mi hanno cambiato la mente: ho imparato a smettere di guardare l’altro e giudicare i suoi comportamenti e a concentrarmi invece su me stessa».

     

    AL BANO E ROMINA POWER AL BANO E ROMINA POWER

    Racconta Al Bano che guardandola, adesso, gli sembra di rivedere la Romina di una volta, non la donna che negli anni della guerra lo aveva accusato di cose «non dico mai fatte, ma mai nemmeno pensate».

     

    «Quanti soldi in avvocati abbiamo buttato via, quanta fiducia data a persone che per vedere il loro nome sul giornale avrebbero venduto la madre. Quanti anni d’amarezza. Ricordo quando se ne andò: aprivo la porta e la casa era silenziosa. Lì dove c’erano state le voci dei bambini, c’erano solo i ricordi. A un certo punto sembrava che su questa casa ci fosse sempre la tempesta. Anni di dolore: Ylenia, il divorzio. Ho chiesto a Dio: che ti ho fatto? La risposta l’ho trovata dentro di me: se anche Dio aveva perso suo figlio, chi ero io per non passare per quelle forche caudine?».

    AL BANO E ROMINA POWER AL BANO E ROMINA POWER

     

     Ylenia Carrisi scompare il 31 dicembre 1994 a New Orleans. Viaggia molto, in quel periodo. Suo padre vorrebbe che lei si laureasse, lei gli dice che quello «è un sogno troppo borghese». «Per dare del borghese a me che sono contadino ce ne vuole, comunque erano mesi che Ylenia era strana e io la sentivo cambiata, diversa. Ma era grande, non potevo dirle cosa fare e cosa no. E l’abbiamo persa». Si è molto detto che su quel dolore la loro coppia si sia spezzata «ma non è vero, ci eravamo già allontanati da anni», dice Al Bano.

     

    AL BANO E ROMINA POWER AL BANO E ROMINA POWER

    Quel che è vero è che da subito hanno avuto un’opinione diversa su quella tragedia: Romina la immaginava viva e nascosta, Al Bano morta. «Da quando ci siamo ritrovati non abbiamo mai parlato di nostra figlia. Io ho sempre sognato, voluto, sperato, che lei avesse ragione, ma anche saputo che non era così. Io la capisco, Romina: è cresciuta nel mondo di Hollywood, per lei il lieto fine è il modo in cui si devono concludere tutte le cose, diciamo che ha un rapporto complesso con la realtà».

     

    Per tutti e due la vita, poi, è andata avanti. Al Bano ha avuto una nuova compagna (Loredana Lecciso. Ma state ancora insieme? Chiedo. «Lei va e viene da Lecce, va bene così»), due nuovi figli. Romina solo qualche amore, che però non devono aver lasciato un gran segno se mi dice: «Avevo un magnete, sulla macchina. Purtroppo me l’hanno rubato. Diceva: “più conosco gli uomini, più amo il mio cane”.

    AL BANO E ROMINA POWER AL BANO E ROMINA POWER

     

    La sola idea di uscire a cena con qualcuno mi fa venire sonno: di solito dopo l’antipasto mi sto già annoiando. Qui in America, poi, è anche peggio: fanno tutto le donne. Guardano, scelgono, prendono l’iniziativa. Ma io sono abituata a essere corteggiata, quindi mi ritrovo a fare una vita monacale. In Italia invece il problema è sempre stato un altro: gli uomini si avvicinavano e chiedevano “dov’è Al Bano?”».

    YLENIA AL BANO E ROMINA carrisi YLENIA AL BANO E ROMINA carrisi

     

    Romina Sanremo l’ha sempre odiato: «Troppa tensione, troppa malignità dietro le quinte. Tutti – fotografi, fan, giornalisti – vogliono tutto, e siccome non possono averlo diventano cani arrabbiati ». Ma quest’anno ci torna volentieri, dice, perché non sono in gara. «Ci danno un premio. Dicono alla carriera, ma a me sembra alla memoria. O di consolazione, perché ancora riusciamo a cantare».

     

    Canteranno insieme per sei minuti tre dei loro grandi successi e illuderanno chi vuole illudersi che l’amore non solo è cieco, ma che torna, sempre. Dice Romina che non sa cosa succederà tra loro, che in ogni caso lui non la sta affatto corteggiando, e che se anche questo succedesse lei dovrebbe prima fare una cosa: «Prendere il suo cellulare e farlo volare come un frisbee. Suona in continuazione e lui risponde a tutti. È un workaholic. Io cerco di scansare il lavoro, lui, al contrario, ci si butta in mezzo. Quando mi saluta mi dice sempre: “Buon divertimento”».

    al bano carrisi romina power al bano carrisi romina power

     

    «La storia tra me e Romina», dice lui, «è stata fantastica, unica. Quindi irripetibile. Ho due bambini ancora da crescere. Se tornassi con lei sento che, in qualche modo, li tradirei. Sono felice che ci siamo ritrovati nel rispetto che era necessario e anche dovuto: in questi anni siamo stati male tutti. Non ci siamo perdonati, perché io credo che il perdono sia un atto di presunzione. Semplicemente abbiamo, tutti e due, dimenticato il male che ci siamo fatti».

     

    CONCERTO AL BANO E ROMINA A MOSCA CONCERTO AL BANO E ROMINA A MOSCA

    Insisto in nome del popolo italiano: ma davvero non possiamo sperare? Davvero non credete nel potere confortante della minestra riscaldata, tiepida sì ma familiare anche nel più segreto degli ingredienti? Mi risponde Romina: «Ci sono minestre ottime anche fredde. Ha mai assaggiato il gazpacho?».

     

     

    2. SANREMO DIMENTICA LE VIRGOLETTE  DI FAZIO E SI RISCOPRE DEMOCRISTIANO

    Alberto Mattioli per “la Stampa

     

    AL BANO CON PUPO COTUGNO TOZZI A MOSCA AL BANO CON PUPO COTUGNO TOZZI A MOSCA

    Vabbe’, la notizia non è uno scoop: stasera inizia il festivalon de’ festivaloni e chi vivrà vedrà (ma, fra parentesi, diciamolo una buona volta: esiste davvero qualcuno che si sciroppa tutto il Sanremone nella sua terrificante integralità? Per spiegare il mondo, Wagner ebbe bisogno di un prologo, tre giornate e circa 17 ore di musica, volendo anche un po’ migliore. A Carlo Conti servono cinque serate e 20 ore di arte varia per scegliere una canzone).
     

    ALBANO E ROMINA A MOSCA ALBANO E ROMINA A MOSCA

    Però, come sempre, il Sanremone ha la misteriosa proprietà di adeguarsi al clima del Paese. E anche prima di iniziare, già si è capito che questo sarà un festival tradizionale, moderato, «normale». In una parola: democristiano. Nel gran ritorno dei diccì, vecchio stile al Quirinale, 2.0 a Palazzo Chigi, va benissimo che all’Ariston ci sia la variante abbronzata di Pippo Baudo. La ribollita-connection più volte evocata c’entra nulla: è un caso che Renzi e Conti siano entrambi toscani, tanto più che Pieraccioni resta a casa (ma riciccia Panariello, un po’ come l’assassino che torna sul luogo del delitto).
     

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    C’entra invece, e molto, questa Italia 2015 in cerca di rassicurazioni. Salvo improbabili sorprese, il festival di Conti dà già un’idea di impeccabile professionismo, tecnica ineccepibile, usato sicuro. Gli ingredienti del caro vecchio supermaxishow pippobaudesco ci sono in effetti tutti: i cantanti come astuto mix di soliti noti per le care zie e di ex rapper o avanzi di talent per i gggiovani, una grande star internazionale come Charlize Theron, una gara così complessa che al confronto il decreto milleproroghe sembra il regolamento del rubamazzo, il ricordo dei nostri cari artisti defunti, la donna barbuta (Conchita Wurst) ma anche la sana famiglia cattolica con tanti pupi (gli Anania, sedici figli) e le celebri durate alluvionali tipicamente sanremesi.
     

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    Il salto rispetto alla sinistra fighetta degli anni scorsi non potrebbe essere più netto. Certo, anche Fazio e compagni ostensero le gemelle Kessler, la Carrà, Franca Valeri e addirittura il mago Silvan, ma mettendoli come fra virgolette, operazioni nostalgia, citazioni ironiche di un passato in bianco e nero funzionale alla loro tivù pedagogica e perbenista. Invece il gran ritorno di Al Bano e Romina Power è proprio il pezzo forte della prima serata della gestione Conti, come se davvero sia quello che le famigliole italiane riunite attorno alla tivù vogliono vedere. La coppia già scoppiata che si riaccoppia, il passato che non passa: ed è subito Sanremone.

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