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    IL SEGRETARIO DELLA LEGA DI BOLOGNA SI PENTE DEL TATUAGGIO NAZI-FASCISTA E PROMETTE CHE LO CANCELLERÀ - IL DIETROFRONT DI CRISTIANO DE MARTINO DOPO LE POLEMICHE DEI GIORNI SCORSI SUL “DENTE DI LUPO”, UNO DEI SIMBOLI RUNICI UTILIZZATI DALLE SS TEDESCHE, SIMBOLO DEL MOVIMENTO NEOFASCISTA TERZA POSIZIONE, CHE SI È TATUATO SUL BRACCIO – IL PD: “QUEL SIMBOLO È UN INSULTO A BOLOGNA E AL PREZZO DI SANGUE CHE LA NOSTRA CITTÀ HA PAGATO NEGLI ANNI DEL TERRORISMO NEOFASCISTA”


     
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    IL VIDEO DELLE IENE SUI "FASCISTI IN RETROMARCIA"

    https://www.iene.mediaset.it/video/fascisti-in-retromarcia_1166328.shtml

     

    Da open.online

     

    CRISTIANO DI MARTINO CRISTIANO DI MARTINO

    «Il segretario si è scusato e lo cancellerà», così il presidente del gruppo della Lega in Regione Emilia-Romagna, Matteo Rancan, ha riferito in merito al caso del tatuaggio del neo segretario leghista di Bologna, Cristiano Di Martino, a margine di una conferenza stampa. L’annuncio arriva a seguito delle polemiche nate per la presenza sul braccio destro del segretario di un “dente di lupo”, uno dei simboli runici utilizzati dalle Ss tedesche e vietato ora in Germania.

     

    Il tatuaggio è sovrastato anche da un pugno che regge un martello, simbolo di Terza Posizione, il movimento neofascista eversivo attivo in Italia tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli ’80. Di Martino si era difeso dicendo che era un tatuaggio che aveva fatto solo perché era «affascinato fin da ragazzino dalla mitologia nordica». Ma la bufera nata in seguito non ha lasciato indifferente il partito guidato da Matteo Salvini.

     

     

     

    «Quel simbolo è un insulto a Bologna»

    «Apprendiamo che il segretario della Lega di Bologna cancellerà dal braccio il tatuaggio di Terza Posizione. Se l’interessato confermerà quanto detto in proposito a suo nome da un altro esponente del suo partito farà certamente la scelta giusta», ha commentato il deputato del Pd Andrea De Maria.

     

    SALVINI CRISTIANO DI MARTINO SALVINI CRISTIANO DI MARTINO

    «Quel simbolo – ha continuato – è un insulto a Bologna e al prezzo di sangue che la nostra città ha pagato negli anni del terrorismo neofascista e della strategia della tensione. Con tanti altri avevo chiesto un gesto di questo tipo ed evidentemente l’indignazione di Bologna ha pesato».

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