Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
tony blinken joe biden
Le tensioni fra Europa e Usa sono superate, e il G20 di Roma sarà l'occasione per affrontare insieme i problemi comuni con la Cina. Lo dice il segretario di Stato Blinken, rispondendo alle domande di due media americani e due europei, tra cui La Stampa, invitati a seguirlo a Pittsburgh per la prima riunione del Trade and Technology Council con i vicepresidenti della Commissione Ue Dombrovskis e Vestager.
Le delusioni europee seguite al ritiro dall'Afghanistan e al caso dei sottomarini sono superate?
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«Negli ultimi due giorni abbiamo visto Usa e Ue lavorare strettamente insieme come non mai, affrontando sfide che hanno un effetto diretto sulle vite dei nostri cittadini. Lo abbiamo fatto con uno spirito non solo di cooperazione, ma mirato ad ottenere risultati concreti. Perciò ora abbiamo questo processo del Ttc, dove lavoriamo a livello di ministri, ma anche con dieci gruppi di lavoro che dialogano ogni settimana per fare progressi.
talebani nel palazzo presidenziale
Il punto fondamentale è questo: quando Usa e Ue uniscono le forze, su temi come commercio e tecnologia, abbiamo una straordinaria capacità di dare forma a quanto avverrà nel futuro, le regole, le norme, gli standard che decideranno come avverranno i commerci e come saranno usate le tecnologie.
Quando hai quasi la metà del Pil mondiale che lavora a questo scopo, sulla base dei valori democratici condivisi, è una cosa molto potente.
tony blinken joe biden
La dichiarazione che abbiamo pubblicato contiene diverse iniziative concrete, dall'intelligenza artificiale ai semiconduttori, il controllo delle esportazioni e degli investimenti, le pratiche distorte delle economie non di mercato. Ci incontreremo nuovamente il prossimo anno, ma i nostri team lavoreranno costantemente per arrivare a posizioni condivise, ed usare il nostro peso collettivo allo scopo di dare forma al futuro».
xi jinping
Il G20 di Roma sarà l'occasione per chiarire le divergenze con la Cina?
«Dal punto di vista degli Stati Uniti e dell'Europa, certamente siamo d'accordo su una serie di pratiche che la Cina usa nei commerci, che sono di natura strutturale, inclusi i sussidi alle aziende statali, i trasferimenti obbligatori di tecnologia, i furti della proprietà intellettuale, e varie altre distorsioni che non consentono di avere un terreno di gioco equo. Perciò certamente intendiamo affrontare Pechino su questi temi, e lo stesso vogliono fare i nostri partner europei.
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Quando lo facciamo insieme, penso che ci siano molte più possibilità di vederla cambiare alcune di queste pratiche. C'è un'importante agenda bilaterale fatta di commerci e investimenti con la Cina, che è importante per tutti noi e vogliamo sostenerla. Ma ciò va fatto in maniera equa, senza penalizzare i nostri lavoratori e le nostre compagnie».
Gli Usa chiedono che la Cina tagli le importazioni di petrolio dall'Iran. È la strategia giusta per riaprire il negoziato nucleare con Teheran?
«Noi ci siamo impegnati per tornare all'accordo Jcpoa, in buona fede, da mesi. Abbiamo avuto sei o sette round di conversazioni, non dirette, perché gli iraniani si rifiutano. In questi colloqui con gli alleati europei, la Russia e la Cina, abbiamo dimostrato di essere pronti a tornare al pieno rispetto dell'intesa, se l'Iran farà altrettanto.
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Finora non ha dimostrato questa volontà. Hanno avuto un'elezione, è stato formato un nuovo governo, ma non hanno partecipato alle discussioni. Il giudizio è sospeso, e la palla è nel loro campo.
Ma non ci resterà a lungo, perché a causa del lavoro che l'Iran sta facendo sul programma nucleare in violazione del Jcpoa, come attivare centrifughe più sofisticate, o accumulare uranio arricchito al 20% o anche 60%, ad un certo punto tornare al rispetto dell'accordo non sarà sufficiente a recuperarne i benefici, a causa dei progressi fatti da Teheran.
Perciò esiste uno spazio limitato, e sta diventando sempre più piccolo. C'è intesa tra europei, russi e cinesi, che le possibilità di tornare al Jcpoa non sono infinite. La nostra speranza è che tutti i partner premano sull'Iran affinché torni presto a rispettare l'accordo».
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La Corea del Nord ha annunciato di aver lanciato missili ipersonici.
«Stiamo valutando, per capire che tecnologia hanno usato. Ma a parte questo, abbiamo visto ripetute violazioni delle risoluzioni Onu, che la comunità internazionale deve prendere molto seriamente. Siamo preoccupati, perché ampliano le prospettive di instabilità e insicurezza».
antony blinken joe biden vladimir putin sergei lavrov
Il capo degli Stati Maggiori Riuniti Milley ha rimproverato al dipartimento di Stato di aver ritardato la decisione di evacuare l'Afghanistan.
«Il presidente Biden ha preso la decisione giusta nel mettere fine alla guerra più lunga combattuta dagli Usa. Abbiamo condotto una straordinaria missione di evacuazione, portando 125.000 persone fuori dall'Afghanistan nelle condizioni più difficili.
Come ha detto lo stesso Milley, nessuno aveva anticipato che le forze di sicurezza e il governo afghano sarebbero collassate in un tempo così breve, e non credo che nessuno possa dire che abbiamo preso queste decisioni da soli, senza ascoltare le altre agenzie. Tutto è stato fatto collettivamente, attraverso un processo. Ogni voce è stata ascoltata, e lo abbiamo fatto insieme».