ROB HOPKINS
Natascia Ronchetti per “Il Venerdì di Repubblica"
È una rivoluzione verde che parte dal piccolo, il paese di Totnes, nell' Inghilterra del sud, e si allarga sempre più quella di Rob Hopkins, agronomo e attivista ambientale inglese, in questo libro-intervista a cura dell' ecologista e saggista Lionel Astruc. (L' ecologia di ogni giorno di Rob Hopkins e Lionel Astruc. EMI, pp. 192, euro 15).
Hopkins è famoso per aver mostrato al mondo che l' uso agricolo di piccoli spazi urbani, il riunirsi in cooperative per produrre energie rinnovabili, la sperimentazione di moneta locale per rinsaldare il legame tra consumo e lavoro e la responsabilità di tutti i membri di una comunità, non sono utopie irrealizzabili e antitetiche al progresso.
Sono, al contrario, scampoli di concretezza. La rivoluzione gentile di Hopkins inizia dal basso dei «gesti ecologici individuali operati nel quotidiano»: orti urbani condivisi (coltivando persino le aiuole spartitraffico), attenzione al riciclo e alla filiera corta.
ROB HOPKINS COVER
2. IL LIBRO
Giuliano Aluffi per “Il Venerdì di Repubblica”
C’è chi parla di felicità, chi di benessere. La sostanza non cambia per aziende e dipendenti - si va dai manager agli operai - che vorrebbero migliorare le relazioni con colleghi e superiori, appianare conflitti. La soluzione forse c' è: training fatti di scritture autobiografiche, addestramenti alla calma interiore, accettazione delle emozioni e anche dei fallimenti, da considerare inciampi di cui fare tesoro.
Tutto da mescolare con il recupero dell' empatia, di cui, qualche anno fa, uno scienziato di Parma, Giacomo Rizzolatti, ha scoperto le origini biologiche. Insomma, non moda ma neuroscienza. Potenzialmente rivoluzionaria.
Ma anche pericolosa se manipolata in versione «orwelliana», come sostiene il sociologo inglese Will Davies nel libro L' industria della felicità (Einaudi. pp. 248, euro 10,99), pagine dove non mancano esempi di un uso cialtrone della scienza, da parte di grandi gruppi, per il controllo psicologico dei lavoratori: tutto si riduce, in questo caso, a mero profitto. Per ora, almeno in Italia, sembrano prevalere le buone intenzioni. Il metodo comincia ad essere applicato all' economia, pronto per migrare nelle scuole e contrastare il bullismo.
IL SEGRETO PER ESSERE FELICI AL LAVORO
Grandi aziende italiane, come Tim o la vicentina Manfrotto, del colosso inglese Vitec, lo stanno mettendo in pratica. Il segreto è una mix: mindfulness, sviluppo dell' intelligenza emotiva, ultime scoperte scientifiche. A partire proprio dai famosi neuroni specchio, individuati nel 2006 da Rizzolatti, che predispongono l'uomo all' empatia, consentendogli di avvertire le emozioni e i sentimenti degli altri.
La prima economista italiana che ha provato a cucire il tutto è stata Marzia Del Prete, ai vertici della società di consulenza Abigail. Che ha sperimentato la nuova formula su circa 50 tra dirigenti e imprenditori. Poi ha cominciato a testarla con le aziende big. Che cercano - è il caso di Tim - nuove strade senza abbandonare la formazione tradizionale.
COVER DAVIES
I risultati, però, pare siano sorprendenti. Si parte con frecciatine e battute stizzose. Si finisce con un capovolgimento, con il «vedere il proprio superiore con occhi nuovi»: parole di un dipendente Tim. Conferma la stessa Università di Parma, dove il gruppo di Rizzolatti sta mettendo a punto una tecnica basata su giochi di ruolo, tra imitazione, riconoscimento delle emozioni e rapporto con il proprio corpo.
«La propensione naturale all' empatia» spiega la responsabile scientifica Daniela Pattini «può essere inibita da disfunzioni, più in generale da stratificazioni culturali potentissime. E sono tante le imprese ma anche le singole persone che si rivolgono a noi. Stare bene è importante e fa bene alle aziende».
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