Gianluca Mercuri per corriere.it
ronaldo il fenomeno
L’intervista, si dice in tono semiserio tra giornalisti, è il pezzo più facile: lo fa l’intervistato e lo firma l’intervistatore. Naturalmente non è proprio così: conta molto cosa vuole dire l’intervistato, cosa l’intervistatore riesce a strappargli tra le cose che non vorrebbe dire e come l’intervistatore mette giù il tutto. I giornali tendono ad abusarne ma quelle vere — per esempio Gino Paoli che sul nuovo «7» racconta a Walter Veltroni come e perché si sparò — si fanno largo da sole. Un altro esempio di questi giorni è il lunch di Ronaldo — quello brasiliano, il Fenomeno del calcio tra gli anni ‘90 e 2000 — con Murad Ahmed del Financial Times.
Il santuario violato
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La location è Mesón Txistu, ristorante basco di Madrid. «Ci viene anche il re di Spagna», ammicca l’ex fuoriclasse. Che ora fa l’imprenditore. Con un po’ dei suoi risparmi — Forbes calcola che abbia guadagnato tra i 200 e i 250 milioni di dollari — si è comprato il 51% del Valladolid, club di ultima fascia della Liga spagnola ma sempre un bel business. Rispetto ai classici padroni del calcio, Ronaldo ritiene di avere «una cosa che non hanno, perché ho giocato e so cosa pensano i giocatori. Cosa vogliono. Di cosa hanno bisogno». Per questo si è dato la regola di non entrare nello spogliatoio prima e dopo le partite. «Sarebbe un’incursione egotistica nel santuario della squadra, violato da quelli come Silvio Berlusconi», nota Ahmed.
Fingere di ascoltare Silvio
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Abituati ad anni di giornalismo compiacente sulla «competenza calcistica» dell’ex proprietario del Milan, ecco uno che tira fuori la verve dissacratoria di un grande giocatore: «In un irridente accento italiano, Ronaldo ricorda i consigli tattici di Berlusconi quando giocava nel Milan. “Perché non segnate mai da calcio d’angolo? È così facile. State tutti fuori dall’area, e quando arriva il cross entrate!”. Ride. “Quando parlava Silvio, tutti dicevamo ‘ok, faremo così’. Ma poi facevamo a modo nostro”». Adesso Ronaldo, da presidente, dà consigli un po’ più autorevoli ai suoi attaccanti su cosa fare quando sono davanti al portiere: «Aspettalo e fai decidere a lui come tirare». La risposta che riceve è: «Per te è facile». (L’altro presidente italiano che ebbe la fortuna di avere Ronaldo, Massimo Moratti, non è mai nominato, e non se ne sente la mancanza).
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Grasso a chi
Il pezzo è strapieno di aneddoti gustosi, ma l’abbiamo già fatta troppo lunga. Non si può non menzionare il rapporto di Ronaldo con il cibo, però. Mangia tutto ma si ferma al dessert. È in forma. «Il dessert è un problema». Ricorda quando sir Alex Ferguson, in contrapposizione all’altro Ronaldo (Cristiano), lo chiamava «quello grasso». Ronaldo sorride amaro: «Ci sono attivisti per molte cose. Se sei nero, se sei gay. Non ricordo nessuno che mi abbia difeso quando mi chiamavano grasso». L’epiteto fa soffrire chiunque, a maggior ragione un atleta che tendeva a rotondeggiare per gravi problemi alla tiroide.
La paura di (ri)stare male
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Racconta le sue due finali mondiali. Su quella del ‘98 persa con la Francia è reticente: il malore che precedette la partita e le convulsioni che lo accompagnarono dopo, fino alla scaletta dell’aereo, resteranno un mistero. Più struggente il racconto della finale di quattro anni dopo. Nelle ore precedenti tutti dormivano, lui non ci riusciva e costrinse Dida a fargli compagnia: «Avevo paura di stare male di nuovo». Stette bene, segnò e vinse.
Politica mai più
Poi c’è la politica. Tutti i politici che stavano con lui nell’organizzazione del Mondiale brasiliano del 2014 e tutti quelli che ha appoggiato sono finiti in galera per tangenti. «Ma ora finalmente il popolo si è svegliato, sente che qualcuno lo ascolta». Ha tutta l’aria di un endorsement a Jair Bolsonaro, l’orrido presidente brasiliano. Il giornalista glielo chiede ma lui si ritrae: «Parlo in generale, niente nomi. Ho promesso a me stesso di non farmi coinvolgere mai più».
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Lo sperma congelato
E infine, la spettacolare rivelazione riproduttiva. Ronaldo mostra orgoglioso le foto dei suoi tre figli. «Ne vuoi altri?». Risponde facendo il segno delle forbici con le dita. «Ha fatto la vasectomia. Ma se la sua attuale fidanzata volesse un bambino, lo prenderebbe in considerazione». E come si riverte l’irreversibile? Semplice: Ronaldo ha congelato il suo sperma: «Ne ho un po’ in ghiaccio. Abbastanza da fare una squadra di calcio». Capito come si fa un’intervista?
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