Nicola Barone per www.ilsole24ore.com
votazione per ddl costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari 1
Sì del Senato con 185 sì, 54 no e 4 astenuti al Ddl costituzionale sulla riduzione del numero dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200, di cui 4 (e non più 6) saranno eletti nella circoscrizione Estero. Altra modifica introdotta prevede che nessuna Regione o Provincia autonoma possa avere meno di tre senatori (resta la previsione di due per il Molise e uno per la Valle d'Aosta).
La proposta di legge precisa inoltre che il numero dei senatori a vita in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può essere superiore a cinque. Si prevede che le nuove misure si applicano dal primo scioglimento o cessazione delle Camere ma non prima di 60 giorni dall'entrata in vigore della legge. Il disegno di legge passa ora all'esame della Camera e dato il rango costituzionale della proposta saranno necessarie due deliberazioni conformi dei due rami del Parlamento.
riccardo fraccaro
La novità di oggi, secondo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, «significa non solo un Parlamento più spedito, efficiente, meno burocratico ma anche meno costoso. Stiamo parlando di mezzo miliardo di risparmi a legislatura, 300mila euro al giorno di risparmi».
Per Fraccaro «in questi decenni tutte le forze politiche ce lo avevano promesso e non l'avevano mai fatto e noi lo stiamo facendo, manteniamo anche questa promessa». E alla richiesta di commentare la decisione del Pd di esprimere un voto contrario in Aula, il ministro ribatte con un no comment. «Veramente difficile da comprendere, non saprei nemmeno motivarlo.
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Abbiamo assistito a una discussione molto particolare, visto che hanno passato gli ultimi tre anni a proporre una riforma costituzionale enorme con la scusa di tagliare il Senato addirittura e adesso vota contro una riduzione del numero dei senatori».
È stato Dario Parrini, nella dichiarazione di voto, a motivare il no del gruppo dem. «Noi siamo sempre stati favorevoli, e lo siamo ancora oggi, a una riduzione de l numero dei parlamentari. E lo siamo ancora oggi, se questa scelta si colloca all'interno di una riforma seria che perlomeno porti al superamento delle due anomalie più gravi del sistema parlamentare italiano».
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E cioè «il fatto che ci sono due Camere che fanno esattamente le stesse cose e il fatto che siamo l'unico Paese al mondo in cui un ramo del Parlamento non usa il suffragio universale per essere eletto. Nessuna di queste due condizioni minime di serietà è soddisfatta dal provvedimento voluto da Lega e M5S».
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Diversi senatori di Forza Italia e Fratelli d'Italia hanno votato in difformità dalle indicazioni dei loro gruppi sul provvedimento. Unico a votare contro, Raffaele Fantetti (Fi) convinto che il taglio dei parlamentari eletti all'estero avrebbe portato a una sottorappresentazione dei cittadini italiani residenti fuori dall’Italia. Si sono invece astenuti gli azzurri Sandro Biasotti, Stefania Craxi e Sandra Lonardo, nonché Isabella Rauti di FdI. Non hanno preso parte al voto Andrea Cangini (Fi) e Andrea De Bertoldi (FdI).
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