ROUSSEFF
Mirko Molteni per “Libero Quotidiano”
Dilma Rousseff è finita. Da ieri sera non è più presidente di quel Brasile che l' aveva rieletta nel 2014 per il suo secondo mandato, dopo che nel 2010 era stata la prima donna eletta capo del maggiore Stato del Sudamerica. Il Senato ha approvato, superando la necessaria maggioranza dei due terzi, ossia con 61 sì e 20 no, l' impeachment definitivo con l' accusa di aver violato la legge che regola gli stanziamenti dei bilanci governativi.
ROUSSEFF
Ma dietro c' è anche l' annosa questione delle tangenti versate dalla compagnia energetica di bandiera Petrobras ai maggiori partiti politici, specie il PT, il prinipale partito della sinistra, della Rousseff e del suo predecessore, quell' ex-presidente Lula da Silva che proprio Dilma aveva tentato questa primavera di coprire con l' immunità proponendogli la nomina a ministro. Un piano poi sventato dalla pubblicazione delle telefonate registrate fra lei e Lula.
BRASILE - PROTESTE CONTRO TEMER
Già il 17 aprile la Camera aveva approvato per 367 a 137 l'inizio della procedura di impeachment, poi proseguita dal Senato, che già il 12 maggio aveva decretato la sospensione, fino a un massimo di sei mesi, della Rousseff, affidando la carica di presidente al suo vice, Michel Temer del partito PMDB. La ex-presidente aveva tentato un'ampollosa autodifesa in extremis fra lunedì e martedì, durante la sessione-fiume di 18 ore con cui il Senato brasiliano ha esaminato il caso. A nulla le è servito gridare al «golpe» come nella più classica tradizione sudamericana.
JOAO SANTANA - LULA - DILMA ROUSSEFF
Da poche ore è Temer il nuovo presidente, il 37° nella storia della repubblica verde-oro. Anche lui, però dovrà guardarsi le spalle, essendoci in corso inchieste su tangenti Petrobras pure al suo partito.
Di certo, rimarrà in carica, salvo sorprese, fino al gennaio 2019, che doveva essere la scadenza originaria di Dilma. Già domenica Temer è atteso in Cina nel suo primo viaggio ufficiale da presidente effettivo per il G20 di Pechino, dove rappresenterà al mondo un Paese che da tempo vede calare il PIL di circa lo 0,6% su base trimestrale, mentre su base annuale è calato fra 2015 e 2016 del 5,9%.
BRASILE - PROTESTE CONTRO TEMER
L' effettivo trend di sviluppo ereditato dagli anni di Lula, che aveva attirato investimenti, è stato eroso. Temer propone di ridurre la spesa pubblica così ampliata da Dilma, sulla scia di Lula, negli ultimi anni, per coprire i buchi, ma dovrà affrontare una notevole opposizione di piazza.
Nelle metropoli come San Paolo numerosi sostenitori di Dilma hanno più volte bloccato le strade incendiando pneumatici e sostenendo scontri con seguaci delle fazioni avverse. Almeno quattro persone sono state arrestate solo ieri, mentre una bomba artigianale è esplosa in un corteo, senza feriti.
BRASILE - PROTESTE CONTRO TEMER
Unica nota positiva per l' ex-presidentessa è che potrà al più presto riprendere l' attività politica. Infatti la legge brasiliana prevedeva che, in caso di stato d' accusa per il capo dello Stato, avrebbe potuto essere esclusa da ogni ufficio pubblico per i prossimi otto anni, non potendo candidarsi, ma solo se i senatori avessero espresso ancora la maggioranza di almeno due terzi per questo specifico quesito in una seconda votazione. Ebbene, gli avversari hanno in questo voluto essere clementi, per cui tre si sono astenuti, solo 42 hanno votato per la «scomunica» politica fino al 2024, e 36 contrari.