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    IL SERIAL KILLER DELLE PROSTITUTE A ROMA HA LASCIATO LA SUA “FIRMA”: HA COLPITO LA GOLA DELLE SUE VITTIME CON IL COLTELLO - PER CHI INDAGA DA ANNI SUGLI OMICIDI VUOL DIRE SOLO UNA COSA: QUELLE DONNE DOVEVANO ESSERE ZITTITE. TRE BOCCHE CHIUSE DA PARTE DI CHI? E PERCHÉ? COSA C'È DIETRO I TRE OMICIDI? SI CONOSCEVANO LE TRE? - LE DUE DONNE CINESI AVEVANO NASCOSTO UNA TELECAMERA DIETRO A UN VASO PER CONTROLLARE GLI INGRESSI DEI CLIENTI: GRAZIE A QUESTO DETTAGLIO, GLI INVESTIGATORI POTREBBERO RISALIRE ALL'IDENTITÀ DELL'ASSASSINO - LA PAURA DELLE ESCORT: "PRENDETE L’ASSASSINO O NON LAVORIAMO PIÙ"


     
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    MARTA CASTANO LA TRANS COLOMBIANA UCCISA A PRATI A COLTELLATE MARTA CASTANO LA TRANS COLOMBIANA UCCISA A PRATI A COLTELLATE

    1 - IL MISTERO DELLE TRE ESCORT SGOZZATE IN CASA A ROMA L'INCUBO DEL SERIAL KILLER

    Andrea Ossino,Romina Marceca per “la Repubblica”

     

    «È un incubo, non ci posso credere. Sembra un thriller», scuote la testa un'avvocata con la borsa di pelle mentre attraversa piazzale Clodio per entrare in tribunale. Sono le 14 e a Roma ci sono stati già tre femminicidi a Prati, in due palazzi che distano tra loro 850 metri. Sulla capitale irrompe l'ombra del serial killer delle escort. In una mattina sono state sgozzate, tutte e tre trovate nude, due sul letto. Una ha cercato di fuggire ma è morta sul pianerottolo.

    rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4 rilievi della scientifica in via augusto riboty, dopo l omicidio delle due cinesi 4

     

    Nel lusso dei condomini con studi di avvocati e notai cala il velo del terrore.

    L'assassino ha firmato i delitti. Ha conficcato il coltello nella gola delle vittime per poi portarlo via con sé. Per chi indaga da anni sugli omicidi vuol dire solo una cosa: quelle donne dovevano essere zittite. Tre bocche chiuse da parte di chi? E perché? Cosa c'è dietro i tre omicidi? Si conoscevano le tre donne?

     

    Il delitto in via Riboty La prima telefonata alla questura arriva alle 11 dal portiere Davide di via Augusto Riboty 28, di fronte al Palazzo di giustizia. «C'è il cadavere di una donna sul pianerottolo, al primo piano. C'è sangue ovunque» sono le sue parole tremanti. A terra una donna cinese, ha 45 anni ma gli investigatori non forniscono il suo nome. Dentro l'appartamento la polizia, dopo avere scardinato l'ingresso, scopre un altro cadavere. Un'altra donna cinese, anche lei nuda e sgozzata, non è stata identificata.

    I LUOGHI IN CUI HA COLPITO IL SERIAL KILLER DI PRATI I LUOGHI IN CUI HA COLPITO IL SERIAL KILLER DI PRATI

     

    Le indagini sul duplice omicidio partono con le testimonianze del condominio di nove piani. Il supertestimone è un avvocato: «Le due donne sono state uccise sicuramente tra le 10,30 e le 11. Lo so per certo perché sto traslocando e mi hanno portato la cucina. Ho salito le scale a piedi fino al nono piano, a quell'ora era tutto tranquillo». L'assassino è anche passato dalla portineria, avrà di certo incrociato il portiere Davide, che è stato sentito per tutto il giorno in questura. E a sera ripete sempre la stessa frase: «C'era tanto sangue».

     

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    Una ragazza in strada, dietro i nastri rossi e bianchi della polizia racconta: «Si sapeva che c'era una casa di appuntamenti da almeno tre anni, c'era stata anche una riunione di condominio perché il viavai era diventato fastidioso. Qualcuno sbagliava e la notte citofonava agli altri appartamenti». Una donna che lavora nel palazzo confida: «Un giorno arrivai col motorino e una delle due donne, sempre molto discrete, mi disse che avrei potuto lasciarlo davanti all'ingresso, così da poterlo controllare grazie a una telecamera da loro nascosta dietro a un vaso. Credo l'avessero posizionata per controllare gli ingressi».

     

    OMICIDIO DEL SERIAL KILLER DI PRATI OMICIDIO DEL SERIAL KILLER DI PRATI

    Se l'informazione si rivelerà fondata, gli investigatori potrebbero risalire all'identità dell'assassino che le vittime hanno fatto entrare in casa. Le immagini delle telecamere e i cellulari delle donne sono sotto esame. «Venivano qui solo clienti con appuntamento», riferisce un anziano. Un altro elemento che potrebbe portare al killer.

     

    Le coltellate in via Durazzo Cosa avevano in comune Marta Castano, 65 anni, colombiana, e le due cinesi? Di certo, il mestiere. Tutte e tre ricevevano su appuntamento. E, anche lei, ieri, «aspettava un cliente », dice un vicino al bar di via Durazzo 38. La sorella, una trans, è ritornata a casa alle 12,40, in un sottoscala, e ha trovato Marta nuda, accoltellata e un fendente era stato sferrato alla gola.

     

    OMICIDIO DEL SERIAL KILLER DI PRATI OMICIDIO DEL SERIAL KILLER DI PRATI

    «Marta si prostituiva per campare sua figlia che ha 18 anni», ha gli occhi lucidi un'altra inquilina. C'erano tanti piccoli segnali che qualcosa non andava, secondo i residenti. «C'era un giro di affitti strani, messaggi vicino al lampione, il citofono danneggiato», spiega un condomino. Anche il telefono della terza vittima è stato sequestrato e chi entra e esce dal palazzo viene identificato.

     

    C'è un'aria di tensione fino a sera nella Prati che corre veloce attorno al tribunale. I poliziotti della Scientifica eseguono gli stessi rilievi nelle due vie, prendono le impronte digitali sui citofoni. Nel sottoscala dove abitava Marta ci sono anche delle telecamere. Lì potrebbe comparire il volto dell'assassino. È una speranza, di fatto c'è un serial killer libero per le strade di Roma.

     

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    2 - LA PAURA SULLE CHAT DEL SESSO "PRENDETELO O NON LAVORIAMO PIÙ"

    Daniele Autieri per “la Repubblica”

     

    La voce è dolce, addestrata a conquistare i clienti, ma quando apprende che tre escort sono state uccise a poche centinaia di metri dall'appartamento dove lavora, le parole le restano in gola. Il suo nome è Viviana, ha 35 anni, italiana, e il silenzio quello di una delle decine di prostitute che popolano Prati, il quartiere più amato da una certa borghesia romana, troppo chic per scegliere i Parioli, troppo poco radical per trasferirsi in centro.

     

    Nel quartiere degli studi legali a due passi dal tribunale, commercialisti e avvocati sono i clienti più numerosi delle escort nascoste dietro le bacheche digitali dei siti per incontri. «Ho paura - ammette Viviana - perché il nostro è un lavoro pericoloso e non sai mai chi fai entrare in casa. È per questo che quando cerco un appartamento chiedo sempre che abbiano una telecamera condominiale almeno all'ingresso. È un modo per sentirsi un po' al sicuro».

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    Quel triplice omicidio e l'ombra del serial killer spaventano il mondo della prostituzione romana. «Sono terrorizzata - confessa Sofia - mi chiudo a chiave e non lavoro finché non lo prendono». Sofia è sudamericana e ha pubblicato il suo annuncio su "Escort advisor", uno dei siti che raccolgono l'offerta di centinaia di prostitute. «Questa zona è tranquilla - prosegue - ma è sempre meglio non lavorare la notte, perché di notte girano ubriachi, persone strane. Io ricevo sempre la mattina, la notte mai».

     

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    Nessuna lo dice, forse nessuna ci pensa veramente, ma la paura inconscia è che tra i bar di piazza Mazzini e i ristoranti per turisti di Borgo Pio possa aggirarsi un nuovo Maurizio Minghella, il serial killer delle prostitute condannato nel 2003 a 200 anni di carcere.

    «Se vuoi una clientela selezionata - spiega Viviana - devi tenere i prezzi alti e imporre delle regole. È brutto dirlo ma certe ragazze cinesi per cento euro sono disposte a tutto, e questo rischia di attirare uomini violenti, magari ragazzini fatti di cocaina che vogliono sballarsi ».

     

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    L'impressione è che sotto la superficie patinata del quartiere borghese ci siano tanti mondi. Tra le escort cinesi l'ordine di scuderia è tenere la bocca chiusa. Raggiunte al telefono la risposta è in ciclostile: «Non so, non conosco, non voglio parlare».

    È lo stesso silenzio di Viviana ma stavolta, oltre alla paura, si aggiunge l'omertà. Molte di loro sono giovanissime, al limite della maggiore età, e pur non ammettendolo c'è un puparo che tira i fili sulle loro teste e le obbliga a prostituirsi. All'ennesimo tentativo una ragazza cede. Ha la pelle chiara e tirata di una diciottenne e lavora in un centro massaggi. «Qui vengono per fare i massaggi e poi chiedono l'happy ending».

     

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    Per finire sorridendo il cliente paga solo 30 euro, 40 se la richiesta è speciale. E alla domanda se qualcuno è stato mai violento con lei, la ragazza solleva le spalle e tace. In questo caso le vittime sono tre donne, e il pensiero va alle tre trans trovate morte tra il 2019 e il 2021, l'ultima in un canale di scolo della Prenestina, un'altra nei pressi di viale Palmiro Togliatti, la prima coperta da un materasso sulle sponde del Tevere.

     

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    Il timore è di essere ripiombati nella Roma anni Ottanta, la piazza dove razzolavano i "malamente" della banda della Magliana, e invece a essere risucchiata dal vortice della paura è la capitale riemersa dal digiuno del Covid, la città presa d'assalto dalle orde dei turisti che hanno riscoperto il fascino dell'eternità. Con gli appartamenti prima sfitti e a buon mercato e ora sempre più cari. «In genere - racconta Viviana - affittiamo le case per un paio di mesi, poi ci spostiamo per evitare la curiosità dei condomini».

     

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    La vita costa, il piacere anche. Ma non per tutti allo stesso modo. Sul portale "Escort advisor" le case d'appuntamento compaiono sulla mappa di Roma con icone che riportano il simbolo dell'euro. Un solo euro per le più economiche, due euro per chi cerca una via di mezzo, tre euro per le esperienze più esclusive. Le foto sono tantissime e i messaggi si susseguono uno dopo l'altro. L'ultimo recita: «Sono una ragazza di 21 anni, molto dolce, molto deliziosa. Posso realizzare le tue fantasie. No curiosi. No sms». Ma a quei messaggi ora c'è il terrore di rispondere.

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