Estratto dell'articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”
Il Capodanno di Valentina Lodovini sarà «in pigiama, maschera al cetriolo e la trilogia del Il Padrino in tv».
valentina lodovini
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Qual è la sua festa preferita?
« L'unica degna di essere celebrata è la Liberazione. Con la consapevolezza che bisogna vigilare sulla libertà ogni giorno. Quando mi sveglio, ovunque mi trovo, il 25 aprile ascolto Pietro Calamandrei e il discorso sulla Costituzione: "La libertà non è una macchina che metti in moto e va avanti da sé". La mancanza di libertà e la lotta per la libertà sono argomenti di un'attualità devastante».
E le altre?
«Fin da bambina le ho sopportate e rispettate adeguandomi all'allegria degli altri. Capodanno per me è il pigiama party con gli amici a casa mia, loro cucinano - polpette di tonno, la norma - io preparo la scenografia e rassetto. E poi, sotto con Michael Corleone: alle cinque di mattina - con le interruzioni del brindisi - siamo all'inizio del terzo film. Solo una volta gli amici hanno protestato e in alternativa abbiamo visto The young pope ».
La festa delle donne?
«Anche se è stato per caso, c'è stato un otto marzo memorabile per me e le mie amiche. Era un momento tostissimo per tutte, una di noi aveva avuto un lutto. Ci siamo presentate a Fiumicino, in borsa un maglione e un costume, per prendere il primo volo in partenza economicamente accessibile. Siamo finite ad Amsterdam, una serata da sballo e una di noi che faceva discorsi con i distributori automatici di lattine».
valentina lodovini
Cosa le porterà il nuovo anno?
«Non so. Vivendo il presente mi pare di seminare per il futuro. In questi anni difficili sono grata dei miei privilegi, ma preoccupata come cittadina e come zia. Vorrei tornare a viaggiare di più, mi fa stare bene. E mi piace imparare ogni giorno una cosa nuova».
Che zia è?
«Una che si strapperebbe la pelle per i nipoti. Sono miei amici, imparo da loro, ragioniamo sul futuro, li porto al cinema. I personaggi e i film sono stati incontri che mi hanno cambiato, se ho una coscienza critica è per Francesco Rosi. Sono una zia che toglie loro i cellulari, li fa leggere, li porta ai musei e a volte li obbliga a vedere film. All'inizio del Gattopardo erano scettici, poi si sono ammutoliti e sono stati rapiti. Di Avatar 2 sono io la più entusiasta».
valentina lodovini
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Gli italiani parlano poco di sesso?
«Sì. Mi sembra che si viva o come peccato, qualcosa di contorto, o in modo pornografico, come se ci fosse solo youporn. Il sesso è natura e linguaggio, sarebbe bello fosse più semplice sfiorarsi. Non conosco le reazioni al film, agli amici è piaciuto, nessuno infastidito. Aspetto le reazioni del mio quartiere: vicini, mercato, tintoria. Dopo l'episodio di Montalbano in cui andavo a letto con il babbo e l'uccidevo ho avuto molte critiche: tre signore mi hanno processato al supermercato. È stato fantastico».
Che regalo vorrebbe?
«Il coraggio di farmi conoscere. Sono solitaria, mi sento inadeguata, ho paura di non essere amabile. Voglio abbattere questo muro difensivo che mi fa sembrare stronza o snob. È un percorso bello e faticoso. So che la gente ha problemi più grossi. Ma non voglio più vergognarmi, aver paura di una cena con gli amici. Voglio stare in mezzo alla gente anche quando non sono protetta del palco o dal set».
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