I RAZZI DI MUSK BEZOS BRANSON
Luigi Grassia per "la Stampa"
Se gli uomini d'affari lanciano la gara per conquistare il mercato dello spazio vuol proprio dire che il settore si avvia a camminare (finalmente) con le sue gambe; e diciamo finalmente perché fino al 2021 lo spazio ha mantenuto solo una parte delle sue promesse economiche, la manna dei finanziamenti è arrivata nei decenni (e continua ad arrivare) soprattutto dagli enti pubblici americani, europei eccetera, e solo in quota minore da veri investimenti privati con prospettive reali di remunerazione.
MUSK BEZOS BRANSON SPAZIO
Però il turismo spaziale promette bene da questo punto di vista. E pensare che qui sulla Terra il settore dei viaggi non è ancora uscito dalla crisi economica globale scatenata dalla pandemia. Invece nello spazio il turismo è la nuova frontiera dei viaggi di svago, certamente una frontiera molto elitaria: i biglietti delle mini-astronavi costano sui 250 mila euro a botta.
Magari in futuro i prezzi diventeranno più abbordabili e chissà, forse vedremo nascere addirittura compagnie "low cost" di voli spaziali, cioè le Ryanair e le EasyJet dell'orbita, ma per adesso bisogna essere ricchi per togliersi lo sfizio.
BEZOS MUSK BRANSON SPAZIO
Osservando le cose dal punto di vista opposto, cioè non di quelli che comprano i ticket ma di coloro che organizzano e vendono i viaggi, i protagonisti assoluti sono tre, e si tratta di gente già da anni alla ribalta delle cronache economiche e tecnologiche mondiali: l'americano Jeff Bezos, fondatore e presidente della Amazon (supefluo spiegare che cos' è) ora impegnato nello spazio con le navette di Blue Origin; il britannico Richard Branson, che alla catena di perle del suo fantasioso e variegato gruppo Virgin ha aggiunto la Virgin Galactic; e il sudafricano/canadese/statunitense Elon Musk, che si butta a capofitto in ogni avventura tecnologica, dai pagamenti di PayPal alle auto elettriche di Tesla e ai treni a levitazione magnetica di Hyperloop, e adesso punta sulle navette di Space X e addirittura progetta colonie su Marte.
richard branson va nello spazio 3
Il primo a lanciarsi nello spazio è stato Branson l'11 luglio, seguito da Bezos il 20. Si è trattato però di tragitti di poche ore (e forse non è filato neanche tutto liscio: si vocifera che la navetta di Branson abbia avuto dei problemi). Oggi potrebbe essere il giorno di un salto di qualità: è fissata, salvo rinvii dell'ultimo istante, sempre possibili nei lanci astronautici, una missione spaziale della Space X di Elon Musk, con quattro turisti spaziali - due donne e due uomini - che resteranno in orbita per 4 giorni a 500 chilometri di quota, cioè più in alto della Stazione Spaziale Internazionale.
equipaggio crew dragon
La capsula Dragon per l'occasione è stata modificata rispetto alle solite missioni, che prevedono un aggancio con la Stazione: la prua che normalmente funge da boccaporto è stata sostituita con un grande oblo da cui osservare la Terra dallo spazio. Secondo i calcoli di Morgan Stanley Research, la space economy vale già 350 miliardi di dollari e ha un potenziale di crescita esponenziale da qui al 2040: tra 1.100 e 1.700 miliardi di dollari.
Ed è una grossa occasione di investimento nel lungo termine. Sono almeno due i fattori che possono trainare l'economia spaziale. Primo la sicurezza alimentare grazie ai satelliti che monitorano l'agricoltura e la pesca per migliorare la tracciabilità dei prodotti e a supportare modelli previsionali per l'approvvigionamento di cibo in tutto il mondo.
TURISMO SPAZIALE
In secondo luogo i Big data che, con il lancio in orbita costellazioni di satelliti, possono facilitare l'accesso al web alle persone che vivono in aree disagiate come alcune aree dell'Africa. Per investire sulla space economy ci sono fondi azionari specializzati in tecnologia come il Bgd World Technology Fund Classe E2 (+17% da inizio anno), Jpm Us Technology D (+16%), Franklin Technology Fund A (+14,6%).