Chiara Zucchelli per gazzetta.it
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Daniele De Rossi, Eusebio Di Francesco, l’espulsione con il Genoa, ma soprattutto il match point di domani sera contro il Qarabag per gli ottavi di Champions. A Trigoria parlano il capitano e l’allenatore della Roma e De Rossi ribadisce tre concetti: contro il Genoa ha sbagliato, qualificarsi in un girone contro Chelsea e Atletico Madrid sarebbe una delle cose migliori della sua carriera “perché ci costruiamo il futuro”, vincere lo scudetto è difficile ma non impossibile. Si parte dal Genoa: “Ho chiesto scusa, tornerei indietro volentieri ma non posso. Quindi mi concentro sulle prossime partite e non su quello che è successo a Genova perché farlo non aiuterebbe i miei compagni, so che loro sanno che su di me possono fare affidamento”.
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PRESENTE — De Rossi non si nasconde: “So che è diverso quando atterri uno che quando dai un cazzotto a Icardi, ad esempio, ma non è vero che ho saltato un anno della mia carriera per squalifica, se in 16 anni prendi due o tre giornate ecco lì che sembra un campionato. Ma io sono sempre stato presente nelle mie squadre. Non voglio fare promesse sul futuro - aggiunge - perché non tutto dipende da me. Vorrei smettere quando non mi divertirò più, dire non smetto finché non c’è la possibilità di vincere lo scudetto non sarebbe giusto, se pensassi che fosse impossibile forse sarei andato a fare un’altra esperienza”.
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ITALIA ED EUROPA — Alla Roma è nato e alla Roma chiuderà, tra gioie e delusioni, e tra risultati quasi inaspettati, come sarebbe domani il passaggio agli ottavi di Champions: “Sarebbe fondamentale per la nostra dimensione europea - ammette De Rossi - perché non mi era mai capitato di passare un girone del genere, sarebbe una bellissima immagine da esportare e sarebbe una delle serate migliori della mia avventura in Champions. Per quanto riguarda il campionato - aggiunge - ho detto che sostituire Spalletti era complicato, non impossibile.
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Passava come uno sprovveduto, qualche casino sicuramente l’ha fatto, in particolare con Francesco, ci tenevo a sottolineare il suo lavoro. Ma i primi sei mesi di Di Francesco sono stati i migliori, purtroppo davanti abbiamo squadre che hanno vinto quasi tutte le partite, ma i nostri risultati sono sotto gli occhi di tutti”. Battute finali dedicate al nuovo stadio, che domani dovrebbe ricevere l’ok della Regione: “Ad oggi non è la nostra priorità, il nostro futuro, almeno quello prossimo, lo costruiamo domani, preparando questa partita come si prepara un derby o un Roma - Juve”.
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DI FRANCESCO — Meno loquace di De Rossi, non fosse altro perché parla ogni tre giorni, è Di Francesco: “Il nostro destino passa dalle nostre mani e dai nostri piedi. Perotti e Nainggolan sono pronti, anche Kolarov che è un po’ affaticato ma quasi sicuramente ci sarà. Il Qarabag - avverte - non è la squadra della prima partita con il Chelsea, è da prendere con le molle e con grande rispetto, ma noi vogliamo vincere. Il campionato? Mi piacerebbe contenderlo all’Inter, perché adesso è prima, ma ora mi interessa relativamente. Conta solo passare il turno domani”.
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