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    MONOPATTINO, MULTIPROBLEMI - IL SINDACO DI PARIGI MINACCIA DI BANDIRE I MONOPATTINI ELETTRICI PUR DI OTTENERE DAGLI OPERATORI NUOVE MISURE PER REGOLAMENTARE IL SERVIZIO – SUI MEZZI VERRANNO APPLICATE DELLE TARGHE E SARANNO ASSUNTI NUOVI ADDETTI PER SISTEMARE I MEZZI SPARSI NELLA CITTÀ – MORGAN DIFENDE I MEZZI ELETTRICI: "PERCHÉ SI FA LA GUERRA AL MONOPATTINO? NON SARÀ UNA QUESTIONE DI LOTTA TRA AZIENDE?"


     
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    1 - GUERRA AI MONOPATTINI

    Danilo Ceccarelli per “la Stampa”

     

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    Parigi vince una prima battaglia nella crociata lanciata contro i monopattini elettrici. Dinnanzi alla minaccia di veder scomparire una volta per tutte le trottinettes dalle strade della Ville lumière, i principali operatori dei servizi sharing (Lime, Dott e Tier) hanno alzato bandiera bianca presentando alcune misure volte a regolamentarne l'uso. Tra queste, quella che dal prossimo lunedì ne vieterà l'utilizzo a tutti i minorenni, obbligando gli utenti a scannerizzare le proprie carte di identità prima di poter sfrecciare via.

     

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    Ma le aziende del settore vogliono dimostrare tutta la loro buona volontà per mettere fine alla giungla che si è creata negli ultimi anni attorno ai monopattini elettrici. Verranno così applicate delle targhe sui parafanghi posteriori. Un modo per aiutare la polizia ad effettuare controlli ed eventuali multe a chi passerà con il rosso, ma anche per rendere gli utenti «più responsabili». A questo si aggiungerà il finanziamento di un servizio sperimentale di «video-multe», insieme ad un incremento del 20% degli addetti incaricati di riportare due ruote negli appositi parcheggi.

     

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    Una piccola rivoluzione nella mobilità urbana di Parigi, dove i monopattini si sono ormai ritagliati un posto di primo piano, provocando feroci critiche per l'utilizzo selvaggio che ne viene fatto. Vederli abbandonati sui grandi boulevards o sugli stretti marciapiedi delle viuzze centrali rendendo impossibile la vita dei passanti non è certo una rarità.

     

    Ma a preoccupare di più sono le vittime degli incidenti provocati ogni anno. Nei primi dieci mesi del 2022, la prefettura della capitale francese ha contato in tutto 371 sinistri causati da monopattini e altri veicoli elettrici (monoruote, segway, ecc...), contro i 269 nello stesso periodo dell'anno precedente. Il bilancio si fa ancora più pesante quando si guardano i decessi: 22 nel 2021, 7 nel 2020 e 10 nel 2019.

     

    Nella lista c'è anche il nome di Miriam Segato, la 31enne originaria di Capalbio che lo scorso anno è stata travolta in una zona chiusa al traffico sulle rive della Senna da due ragazze che si trovavano a bordo di un monopattino, che poi sono scappate prima di essere arrestate alcuni giorni dopo.

     

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    A nulla sembrano essere servite le misure prese per regolamentare la circolazione, come il limite di velocità di 20 chilometri orari in città e di 10 nelle zone più trafficate, o l'aumento del numero di spazi dove poterli lasciare. «Non sono più pericolosi di altri mezzi di trasporto», ha garantito Henri Moissinac, co-fondatore di Dott, ricordando che gli scooter o i monopattini personali fanno più danni.

     

    Dinnanzi ad un Far west del genere, il comune di Parigi, guidato dalla sindaca socialista Anne Hidalgo, negli ultimi tempi ha preso in considerazione l'extrema ratio, minacciando di bandire una volta per tutte questi veicoli dalla città. Il messaggio è stato inviato a settembre, cinque mesi prima della scadenza delle concessioni che a fine febbraio potrebbero non essere rinnovate.

     

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    Una notizia che ha fatto sobbalzare gli operatori, corsi subito ai ripari per mantenere nelle strade di Parigi le rispettive flotte che contano in tutto 15mila monopattini. Oltre a mettere proposte sul tavolo per convincere il comune, le società chiedono maggior dialogo. «Facciamo parte della soluzione» e «continuiamo a migliorare ogni giorno», ha spiegato il presidente di Lime, Wayne Ting, venuto espressamente dalla California per partecipare alla presentazione delle misure.

     

    Per questo alla sindaca Hidalgo vengono chiesti degli incontri regolari per poter fare il punto della situazione e apportare le migliorie necessarie, come spiegato anche da Garance Lefevre, direttrice degli affari pubblici di Lime: «Le riunioni con il comune di Parigi devono essere trimestrali, le ultime due non ci sono state. Abbiamo già chiesto 200 posti supplementari senza avere risposta». Le aziende hanno presentato 11 proposte alla municipalità, come gesto distensivo per sotterrare definitivamente l'ascia di guerra e cominciare a collaborare.

     

    2 - MA QUANDO LO GUIDO MI SENTO LIBERO

    Morgan per “la Stampa”

     

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    Quella del monopattino è una strana idea perché obiettivamente ci sono problemi, come le guerre, molto più urgenti da risolvere, da sedare. Fare una guerra al monopattino mi sembra un'idea un po' strana anche perché l'unico motivo per il quale bisognerebbe o si potrebbe scatenare una guerra al monopattino riguarderebbe la salvaguardia della persona, perché effettivamente questo mezzo ha delle pericolosità.

     

    Esse dipendono però dai difetti della viabilità, proprio perché il monopattino non era previsto dai progetti di viabilità attuali per cui non è che la segnaletica è dedicata al monopattino e rischia di essere molto pericoloso. Io amo il monopattino, lo amo profondamente così come amo profondamente lo skateboard. Amo le tavole e anche il surf mi fa impazzire.

     

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    Amo le tavole che si muovono, non so perché. Nelle città metropolitane grandi come Roma e Milano ottimizza i tempi, non inquina, non dà problemi di parcheggio, anche se il vero problema è che me l'hanno fregato tre volte, cacchio. Però nonostante questo, in genere sto dalla parte dei bisognosi e me lo sono sempre ricomperato. Quindi: perché si fa la guerra al monopattino? Non sarà una questione di industrie? Non sarà una questione di lotta tra aziende? Mi sembra un po' ipocrita questa guerra al mezzo.

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    Allora, dico, facciamo in modo che ci sia una segnaletica corretta, delle piste ciclabili senza problemi e che non ci mettano in gara con le biciclette utilizzate da molta più gente. Certo, nel momento in cui ci sono delle collisioni, come è successo a me che mi sono trovato sul tetto di una macchina, è un problema. Comunque la guerra al monopattino è un qualcosa su cui voglio indagare perché non mi torna, c'è sotto qualcosa.

     

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    E vi dirò di più, sogno che ci siano delle attrezzature per riuscire a portare dei bambini sul monopattino con degli accessori sicuri e tavole più larghe e, perché no, anche sospensioni migliori. Sviluppiamo il culto del monopattino perché è in linea con l'idea della libertà, ci si sente bene quando si è sul monopattino, è elegante, non devi allargare le gambe, ti puoi vestire elegante.

     

    Io per esempio ci vado spesso in smoking e ci vado alle prime. Oggi è un po' il mezzo di James Bond il monopattino. Io trovo che sia un oggetto da sogno eco-friendly e popolare. Fare una guerra al monopattino significa opporsi alla gentilezza».

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