Estratto dell’articolo di Corso Viola di Campalto per www.ilmessaggero.it
stefano bandecchi
Il sindaco dimissionario Stefano Bandecchi, prima di partecipare al Consiglio comunale, non ha rinunciato al suo solito cappuccino e cornetto al bar di fronte a palazzo Spada, fermandosi poi a parlare coi giornalisti presenti. Ha subito affermato che si prenderà tutti i venti giorni a disposizione per decidere se dimettersi o meno dalla carica di primo cittadino (28 Febbraio): «I motivi per cui le mie dimissioni sono state presentate momentaneamente non sono cambiati e anzi forse qualcuno di questi motivi sono anche peggiorati - ha precisato poi lo stesso Bandecchi- ed ora ho venti giorni per decidere e me li prendo tutti.
Ma sono tante le cose dette dai consiglieri di opposizione e da altri a sproposito - ha poi affermato - che mi indurrebbero a ritirare subito le dimissioni». «Sentendo Cecconi e Melasecche mi dico ma posso lasciare Terni in mano a questa gente? Ecco, per adesso chi potrebbe farmi tornare sui miei passi sono quelli dell’opposizione, ma devo risolvere le questioni che non vanno in seno al mio partito, oggi mi hanno consegnato il documento programmatico firmato da tutti gli esponenti ternani di Ap, manca la firma del coordinatore provinciale Lorenzo Filippetti che si è dimesso, peccato ho fatto di tutto per farlo nominare presidente del Sii ma non lo hanno voluto sia che destra che sinistra ed ora ha deciso di andarsene» .
stefano bandecchi
Sulla richiesta dei suoi di un passo indietro puntualizza ancora: «Hanno fatto bene a dire quello che pensano - ha affermato Bandecchi - ma io gli ordini li prendo solo da me stesso e non siamo all'asilo e le cose devono cambiare nei fatti; sono il segretario di Alternativa popolare, italiano. Questa è Terni, puntino - chiude prima di raggiungere palazzo Spada che non conosceva nessuno fino all'altro ieri o lo conoscevano in quattro, ora la conoscono tutti». […]
Momenti di tensione in aula proprio durante il discorso di Bandecchi, con il presidente Sara Francescangeli che ha ordinato lo sgombero dell'aula dopo che alcuni spettatori hanno gridato contro lo stesso sindaco, poi la marcia indietro, dando la possibilità di poter accedere nell'aula ad una trentina di persone, come consentito dal regolamento.
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