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    OFFRIAMO MELONI - IL SOGNO PROIBITO DI LA RUSSA, PER NON RESTARE FUORI DA MONTECITORIO, È LA RINASCITA DI ALLEANZA NAZIONALE: UNA ‘COSA’ MAL-DESTRA IN COMPAGNIA DI STORACE E DEI TIPINI FINI DELUSI - PER RINFRESCARE IL FEZ E OFFRIRE UN’IMMAGINE FASCIOMODERNISTA, A FARE IL CANDIDATO PREMIER CI SAREBBE GIORGIA MELONI - I MEZZOBOCCHINO’S SENZA FUTURO, RUOTA DI SCORTA DI PIERFURBY, NICCHIANO: “VEDIAMO CON CHE LEGGE ELETTORALE SI VOTA”…


     
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    Fabio Martini per "la Stampa"

    MELONI GIORGIAMELONI GIORGIA

    Sprofondato su uno dei divanetti di pelle rossa del Transatlantico il vecchio Donato socchiude gli occhi: «Rifare An? Magari, ma non ci credo...». Da 50 anni, nell'Msi e poi in An, Donato Lamorte è chiamato da tutti per nome e anche lui è fedele a qualcosa di immutabile, la sua immagine di uomo di fiducia, prima di Giorgio Almirante e, da 25 anni, di Gianfranco Fini.

    IGNAZIO LARUSSAIGNAZIO LARUSSA

    Nel corso degli anni Donato ha sviluppato un certo fiuto per le dinamiche della destra e dunque la sua «sentenza» sembrerebbe strozzare in culla la neonata voce che ieri ha ripreso a circolare nel Palazzo: visto che Berlusconi è pronto a rifare grosso modo Forza Italia, perché gli ex An non potrebbero immaginare di ritirare su le loro insegne? Certo, la fola era in circolo da diversi giorni, ma ieri ha ripreso aria dopo che a rilanciarla ha provveduto un finiano come Carmelo Briguglio, che ha scritto un tweet così scandito: «Rinasce Forza Italia? E se per l'Italia rifacessimo tutti, con Fini, una nuova An, una grande destra senza Berlusconi?».

    Briguglio non è l'ultimo arrivato. È uno che ha fatto la «Resistenza» accanto a Fini ai tempi della guerra di liberazione da Berlusconi e attualmente è vicepresidente dei 26 deputati finiani, eppure non risulta che la suggestione nostalgica sia condivisa nè poco, nè tanto - dal presidente della Camera. E allora? E allora c'è che da qualche tempo, qualcuno sta effettivamente cercando di capire se si possa rimetter su il fortino di Alleanza nazionale.

    parl43 ignazio larussa giorgia meloniparl43 ignazio larussa giorgia meloni

    E il personaggio più impegnato nell'impresa è l'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, che da tempo si è messo a confabulare con un altro ex camerata, Francesco Storace, che oramai da 4 anni è il capo di una piccola ma inossidabile formazione, la Destra. L'idea di La Russa (anche se il suo sodale Maurizio Gasparri è più freddo) sarebbe quella di rimettere assieme alcuni pezzi del vecchio puzzle, affidando la guida e l'immagine della «nuova» formazione ad un personaggio ancora relativamente nuovo come l'ex ministro Giorgia Meloni. Sostiene Storace: «Agli amici che stavano con me in An dico: muovetevi! La Russa? Possiamo stare assieme».

    DONATO LAMORTE - copyright PizziDONATO LAMORTE - copyright Pizzi

    Ammesso pure che La Russa, Gasparri, Storace e la Meloni si mettano d'accordo, finirebbero per ricostituire una An-bonsai perché in realtà la diaspora della destra ex missina è molto più vasta, screziata in tre tronconi, tra i quali si sono moltiplicati gli odi personali, le scazzottate, il punto di non ritorno. Per primi, nel 2008, se ne andò Storace contro la solitaria decisione di Fini di fare liste sotto le bandiere del Pdl. E due estati fa, si chiuse il cerchio: fu Fini a separarsi da Berlusconi, lasciando nel Pdl il grosso dei parlamentari.

    GIANFRANCO FINIGIANFRANCO FINI

    Ora, a sette mesi dalla formazione delle liste elettorali tutti gli ex An sembrano angustiati dal medesimo problema: come tornare in Parlamento? Fini, che da quasi un anno ha ridotto all'essenziale le sue esternazioni, ai suoi ripete: «Aspettiamo di vedere con che legge elettorale si vota». Ma tra i suoi, soprattutto gli ultras (poco amati dall'Udc) serpeggia il timore di essere «tagliati» in zona Cesarini. Italo Bocchino per ora la butta a ridere: «Ve lo immaginate La Russa che canta l'inno di Forza Italia? No, An non si può più rifare».

    Carmelo BriguglioCarmelo Briguglio

    Ma c'è un altra frangia in movimento, quella guidata da Gianni Alemanno («Il Pdl deve mantenere un rapporto con Monti, la grande coalizione non si può escludere»), nella cui scia si muovono Renata Polverini, Altero Matteoli, Adolfo Urso e che punta sul proliferare di liste civiche, in Sicilia e a Roma. Per ora conati, un ribollire di progetti che fa dire al capogruppo Fli Benedetto Della Vedova: «Ci sono tante fibrillazioni, ma è probabile che si tratti di messaggi per alzare il prezzo sulle liste nella trattativa finale con Berlusconi».

     

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